Food4Future, una dieta sostenibile per il pianeta e il clima

Con modelli alimentari sostenibili si potrebbero ridurre del 70% le emissioni di gas serra e l’uso del suolo

[5 Aprile 2022]

Il Wwf ricorda che «In questi giorni si parla di insicurezza e crisi alimentare provocate dal conflitto in Ucraina. Di fronte a momenti di tensione come quelli che stiamo vivendo, è rischioso prendere decisioni dettate dall’irrazionalità. Nell’Ue è stata avanzata la proposta di coltivare anche il 4% delle aree destinate alla conservazione della natura, oltre ai danni che questa misura determinerebbe per l’agricoltura stessa, secondo il WFP (World Food Programme) farebbe aumentare la produzione alimentare europea solo dell’1%. Queste aree, infatti, non sono affatto improduttive, sono invece fondamentali per rendere produttive tutte le altre superfici agricole, in quanto producono e mantengono i servizi ecosistemici indispensabili per l’agricoltura stessa, come la conservazione degli insetti impollinatori che hanno necessità di queste aree naturali per la loro alimentazione e riproduzione».

Per rispondere a queste improvvisate fughe in avanti, oggi il Wwf, con il motto #DoEatBetter, pubblica il Manifesto della sua campagnaFood4Future, dove sono indicate «Tutte le sfide che dobbiamo affrontare con urgenza e che richiedono l’attivazione di noi cittadini, delle aziende e delle istituzioni, scegliendo ognuno di fare da subito la propria parte. Sicurezza alimentare è anche fare le scelte giuste e noi consumatori possiamo avere un ruolo centrale».

Il Panda evidenzia che «Scegliendo modelli alimentari più sostenibili, le emissioni di gas serra e l’uso del suolo si potrebbero ridurre fino al 70%, mentre si dimezzerebbe il consumo di acqua. Entro il 2050, con diete più concentrate sui prodotti locali e di stagione e soprattutto con un minor consumo di alimenti di origine animale, potremmo liberare diversi milioni di chilometri quadrati di terra e ridurre le emissioni globali di CO2 fino a 8 miliardi di tonnellate all’anno».

Il Wwf aggiunge: «La scienza del comportamento ha dimostrato che il cambiamento graduale e incrementale per raggiungere gli obiettivi funzioni veramente. Un pasto sostenibile richiede all’incirca 1.000 litri di acqua rispetto ai circa 3.000 di un solo pasto meno sostenibile, molto ricco di proteine animali e cibi non di stagione. Avvicinandoci a periodi di maggior rischio di siccità sarebbe importante considerarlo ogni volta che scegliamo cosa mettere nel carrello. Una buona notizia è che proprio gli cibi meno vantaggiosi per l’ambiente sono anche i meno salutari, che dovremmo consumare con maggiore parsimonia».

Il Wwf collaborerà per tutto l’anno con Antonia Klugmann, una  chef stellata internazionale, nota per la sua proposta di alta cucina attenta al rispetto dei cicli della natura e delle colture locali, che ha sposato la filosofia e le raccomandazioni del Manifesto Food4Future e condividerà nei vari momenti dell’anno sui suoi canali social, consigli e ricette per permettere a tutti di portare a tavola un menù stellato e sostenibile a partire dalle ricette di aprile, incentrate sull’attenzione ai prodotti del territorio, stagionali e biologici. La Klugmann ha spiegato il perché della sua partecipazione alla compagna ambientalista: «Il Wwf ci dice che il cibo è la leva più potente per migliorare la salute umana e degli ecosistemi e promuovere una sostenibilità ambientale accompagnata da un quadro di sempre maggiore giustizia sociale. Come chef, dunque, ho il dovere di impegnarmi. Ogni scelta che un cuoco fa nella propria cucina, che sia professionale o casalinga, ha a che fare con l’ambiente. La consapevolezza dell’interconnessione fortissima e inequivocabile che esiste tra le nostre scelte e il futuro del Pianeta ci deve spingere costantemente allo studio e al miglioramento delle nostre pratiche alimentari. Ringrazio il Wwf Italia, che mi fa sentire anche minimamente utile in questo percorso».

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