Economia circolare: il Parlamento europeo chiede un cambiamento sistemico

Il 6 luglio in discussione la proposta della Commissione Ue, il voto dopo due giorni

[3 Luglio 2015]

Ogni cittadino europeo consuma circa quattordici tonnellate di materie prime e genera cinque tonnellate di rifiuti l’anno. In un mondo in cui le risorse stanno esaurendo, queste cifre appaiono allarmanti. Ma una soluzione c’è. I materiali possono essere riutilizzati, riparati o riciclati, riducendo così la quantità di rifiuti prodotti e soprattutto riducendo l’impiego di materiali vergini. Il 6 luglio sarà il Parlamento europeo a discutere della proposta della Commissione per il passaggio a un’economia circolare.

Secondo la relatrice, la finlandese Sirpa Pietikäinen del Partito popolare europeo, eletta nelle fila del Partito di coalizione nazionale di centro-destra, «per invertire la tendenza, abbiamo bisogno di un cambiamento di paradigma e un approccio sistemico che richiede delle trasformazioni in ambito normativo, economico, sociale e educativo – Insomma, una cambiamento della società nel suo complesso»,

In un’economia circolare, il ciclo di vita dei prodotti è esteso grazie a: Un eco-design che permette di riparare e riutilizzare i prodotti più facilmente; Una maggiore durabilità; Una migliore gestione dei rifiuti; Un nuovo modello di business basato sul leasing e la condivisione (per esempio, una compagnia olandese affitta dei jeans per pochi Euro al mese e quando ci si è annoiati li si può restituire).

Nel rapporto che sarà discusso lunedì 6 e poi votato mercoledì 8 luglio, il Parlamento europeo chiede degli obiettivi vincolanti per aumentare l’efficienza delle risorse del 30% entro il 2030 (rispetto alla situazione del 2014): secondo le stime della Commissione questa misura potrebbe creare due milioni di posti di lavoro e far aumentare il PIL dell’1%.