Una canzone per il Sahel (VIDEO)

Onu e artisti saheliani insieme per dire che ci può essere un futuro di pace e resilienza climatica

[13 Ottobre 2021]

L’Office for the Coordination of Humanitarian Affairs dell’Onu (OCHA) e gli artisti saheliani Vieux Farka Touré (Mali), Amadou e Mariam (Mali), Oumy Gueye (Senegal), Tal National (Niger), Songhoy Blues (Mali) e Bassekou Kouyate (Mali) hanno unito le forze per  produrre “The Sahel Song“, una composizione vocale e strumentale di 5 minuti, per attirare l’attenzione sull’attuale crisi nel Sahel e sulla resilienza delle sue popolazioni. mettendo in evidenza il ricco patrimonio musicale della regione».

L’OCHA ricorda «La crisi nel Sahel è una delle emergenze in più rapida crescita al mondo. Quest’anno quasi 29 milioni di persone necessitano di assistenza e protezione, 5 milioni in più rispetto allo scorso anno».

Per Bounena Sidi Mouhamed, vice capo  dell’Ufficio regionale per l’Africa occidentale e centrale dell’OCHA, «Questa canzone rende omaggio alla resilienza, alla generosità, alla solidarietà e alla forza che i saheliani continuano a dimostrare nonostante la crisi che li circonda, nonché alla loro musica vibrante e al loro patrimonio culturale».

Vieux Farka Touré, un musicista maliano molto rispettato e ardente difensore del Sahel, ha accettato di scrivere, produrre e registrare la canzone. famosi musicisti saheliani della regione e di altri Paesi si sono uniti al progetto, prestando la loro voce e la loro musica per sensibilizzare l’opinione pubblica. Le loro parole sono rivolte in particolare ai giovani, che costituiscono la maggioranza della popolazione del Sahel.

Farka Touré ha detto che «I giovani devono mostrare coraggio, forza e lottare contro questa crisi. La pace e la solidarietà sono strumentali. Se costruiamo la pace oggi, domani i nostri figli fioriranno. La musica è il modo migliore per trasmettere i messaggi. Risvegliare la coscienza è di capitale importanza. Questo ha un forte impatto su quanto sta accadendo nei nostri Paesi».

Gli artisti condividono un messaggio di pace, solidarietà e speranza per un futuro prospero in un  Sahel dove tutti hanno l’opportunità di prosperare, ma sottolineano che «Per raggiungere questo obiettivo sono necessari impegno e investimenti continui».

Invece, nel Sahel la situazione umanitaria si sta deteriorando rapidamente. L’OCHA ricorda che «I bisogni della popolazione della regione hanno raggiunto livelli senza precedenti. La vulnerabilità è in aumento a causa dell’escalation dei conflitti, della crescente insicurezza alimentare, dell’aumento delle emergenze climatiche e della pandemia.  La guerra è la causa principale dell’aumento dei bisogni e degli sfollamenti nella regione. Tra il 2015 e il 2020, il numero di attacchi violenti è aumentato di 8 volte nel Sahel centrale e triplicato nel bacino del lago Ciad. L’aggravarsi dell’insicurezza colpisce le attività umanitarie e il personale. Gli operatori umanitari sono sempre più a rischio, con 315 persone rapite e uccise solo l’anno scorso. L’insicurezza ha costretto la sospensione delle operazioni umanitarie in alcune località, privando le comunità colpite di aiuti vitali.  I civili presi nella morsa di gruppi armati, violenze intercomunitarie e operazioni militari sono costretti a fuggire dalle proprie case per trovare sicurezza. In tutto il Sahel, il numero di persone costrette a fuggire ha raggiunto i 5,5 milioni, più che mai. Lo sfollamento su larga scala mette ulteriormente a dura prova i già fragili servizi sociali di base, come l’assistenza sanitaria, l’istruzione e l’accesso alle scarse risorse naturali».

Ecco da dove vengono e da cosa fuggono molti dei migranti e profughi che sbarcano in Europa o annegano nel Mediterraneo. The Sahel Song canta un futuro possibile, migliore, nel quale si possa restare, per costruire un Sahel prospero e in pace.