Appuntamento oggi pomeriggio a Fondi (Lt), nel Complesso di San Domenico

Un mutamento reversibile: la strada compiuta dalla “diplomazia del clima”, dall’800 a oggi

Il nuovo libro di Roberto Venafro sulle difficoltà di mettere il mondo d’accordo per affrontare la crisi climatica

[7 Novembre 2022]

Non sanno più come dirlo. In occasione della presentazione del rapporto “Stato del clima globale 2021” realizzato dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), lo scorso maggio, il segretario generale delle Nazioni Unite ha lanciato l’allarme sull’insostenibilità del sistema energetico globale.

Guterres ha sottolineato che “i combustibili fossili sono un vicolo cieco”, invitando ad “accelerare la transizione verso l’energia rinnovabile, prima di incenerire la nostra unica casa”. Il rapporto mette nero su bianco una situazione assai critica: quattro indicatori chiave del clima (concentrazione di gas serra, aumento del livello del mare, riscaldamento e acidificazione degli oceani) hanno raggiunto nuovi record nel 2021.

La stessa Wmo ad ottobre ha ribadito il concetto evidenziando che gli investimenti nelle energie rinnovabili “devono triplicare entro il 2050 per portare il mondo su una traiettoria zero netto” di emissioni di gas serra entro metà secolo.

Da ultimo, come se non fossero bastati gli eventi estremi che si sono susseguiti a ogni latitudine durante il 2022, è arrivato l’Emissions gap report dell’Unep significativamente intitolato ‘The closing window’. Un avvertimento per dire che bisogna finirla con i tatticismi e che solo una riduzione radicale e rapida delle emissioni climalteranti può evitare il collasso.

Una dura presa di coscienza della realtà: non solo siamo lontanissimi dagli obiettivi di Parigi, ma al momento non esiste neanche un percorso credibile per contenere il riscaldamento globale a 1,5 gradi. Le politiche attualmente in vigore, se non saranno rafforzate, porterebbero a un aumento di 2,6-2,8 gradi. Gli impegni di riduzione delle emissioni dai vari Stati aggiornati in seguito alla Cop26 di Glasgow, infatti, riducono di meno dell’1% le emissioni di gas serra previste per il 2030. Invece devono essere quasi dimezzate (meno 45%) al 2030 per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi. Sono queste le premesse poco incoraggianti da cui partono i difficili lavori della Cop27 di Sharm elSheikh, la Conferenza Onu sul clima in programma dal 6 al 18 novembre in Egitto.

Delle difficoltà di mettere il mondo d’accordo per affrontare la crisi climatica tratta ‘Un mutamento reversibile’ di Roberto Venafro. Un libro che spiega, tra l’altro, come già nella prima metà dell’800 gli scienziati avessero capito da alcune osservazioni che alcuni gas emessi in atmosfera potessero avere un effetto serra.

All’inizio del Ventesimo secolo lo scienziato svedese Arrhenius aveva anche intuito che le emissioni delle attività industriali, quindi di origine antropica, possono indurre al riscaldamento globale e che l’anidride carbonica è protagonista di questo processo. Ma poi sono serviti circa un secolo e ben 21 Conferenza delle Parti, le conferenze sul clima delle Nazioni Unite, per siglare il Paris Agreement nel 2015. Accordo storico che ha fissato l’obiettivo di contenere il surriscaldamento globale a fine secolo ben al di sotto dei due gradi, meglio se entro il grado e mezzo.

Pubblicato da Gangemi Editore, il libro analizza il mutamento climatico attraverso le Cop ed è arricchito da una prefazione di Ermete Realacci, una presentazione di Luca Mercalli e una postfazione di Rossella Muroni.

Il testo ripercorre la strada compiuta dalla ‘diplomazia del clima’, con progressi e pesanti battute d’arresto che si sono susseguiti e contrapposti, coinvolgendo nella dialettica negoziale il Nord del mondo, ricco, che ha le maggiori responsabilità storiche delle emissioni e il Sud, povero, che subisce le conseguenze peggiori ed è meno attrezzato al cambiamento climatico. Tutto senza rinunciare all’ottimismo e alla prospettiva di invertire il trend, di dare gambe all’Accordo di Parigi grazie a un taglio radicale delle emissioni che restituirebbe speranza per le future generazioni.

Di crisi climatica e soluzioni necessarie, di Aree protette come luoghi di tutela della natura e della biodiversità, capaci di fornire servizi ecosistemici fondamentali e un contributo strategico contro il mutamento climatico si parlerà a Fondi (Lt), lunedì 7 novembre pomeriggio nel Complesso di San Domenico, all’incontro ‘Un mutamento reversibile – Gli ecosistemi naturali dei Parchi: una rete territoriale per invertire i cambiamenti climatici’. L’iniziativa, promossa insieme a Regione Lazio, Parchi Lazio e Parco naturale regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi, sarà l’occasione per presentare il libro e definire strategie per mitigare l’emergenza climatica di cui i Parchi possono e devono essere protagonisti.

Tanto più dopo la pandemia, dovremmo aver capito che nessuno si salva da solo ma che solo insieme si può riuscire nell’impresa.

di Laura Genga per greenreport.it