Migranti, l’invasione è la nostra: nel 2014 gli italiani emigrati hanno superato gli immigrati

I pregiudizi smontati uno a uno. In 10 anni stranieri raddoppiati, denunce penali a -6,2%. Per gli italiani +28%

[29 Ottobre 2015]

«Di 240 milioni di migranti stimati nel mondo, 5 milioni e 14mila sono stranieri residenti in Italia e 5 milioni sono italiani registrati nelle anagrafi consolari come emigrati: nel 2014, anzi, i connazionali all’estero sono aumentati più degli stranieri residenti in Italia (+155mila gli emigrati e +92mila gli immigrati)». Basterebbe leggere il primo dei punti chiave evidenziati dal nuovo dossier statistico Immigrazione 2015, prodotto a cura di Idos (in partenariato con Confronti e in collaborazione con l’Unar) per smontare la stucchevole retorica dell’invasione.

In realtà dovremmo preoccuparci di un Paese, il nostro, dove è in aumento la quota di cittadini che decide di trasferirsi all’estero perché non riesce a soddisfare le proprie aspettative di vita all’interno dei patri confini: cittadini spesso giovani, motivati e istruiti (dal sistema scolastico pubblico italiano).

Alle spalle lasciano un’Italia che invecchia, e che ha bisogno di forze fresche per affrontare il futuro. «L’età media degli immigrati, notevolmente più bassa rispetto a quella degli italiani (31 anni rispetto a 44 anni all’ultimo censimento), aiuta a capire – sottolinea il dossier – la scarsa incidenza degli immigrati non comunitari sulle prestazioni pensionistiche previdenziali (0,2%) e su quelle assistenziali (1,4%)».

I dati sconfiggono così una delle bugie più dure a morire nei confronti dei migranti: anche se il loro arrivo è incrementato lo scorso anno – e ancor di più in questo –, facendo salire anche le spese per l’accoglienza, «gli introiti per le casse pubbliche legati all’immigrazione stabile assicurano un bilancio positivo, tra entrate e uscite, di 3,1 miliardi di euro». «I lavoratori immigrati – continua il rapporto –  più che una minaccia per l’occupazione degli italiani, sono un ammortizzatore sociale a loro beneficio: accettano anche lavori non qualificati, sono più disponibili a spostarsi territorialmente, perdono più facilmente il posto di lavoro (sono 466mila i disoccupati a fine 2014)».

Nella fotografia scattata dal nuovo dossier, il crollo degli stereotipi è totale. Ad esempio, chi delinque di più, italiani o stranieri? «A livello penale – si legge – l’andamento degli stranieri è più virtuoso rispetto a quello degli italiani: nel periodo 2004-2013 le denunce contro gli stranieri, nel frattempo raddoppiati, sono diminuite del 6,2%, mentre le denunce contro gli italiani sono aumentate del 28%».

Nonostante l’evidenza dei fatti, sarebbe al contempo ipocrita negare le sfide legate all’integrazione, che non mancano. Lasciarsi guidare da disinformazione, paura e pregiudizi rimane però ancora una volta una strategia perdente: «L’integrazione è imperniata sulle pari opportunità – chiosa infatti il dossier –,  ma sono ancora numerosi i casi di discriminazione denunciati all’Unar (1.193), talvolta anche da parte di strutture pubbliche e politici, spesso dovuti a una diffusa islamofobia, che non favorisce il dialogo interreligioso».