L’indice europeo sulla qualità delle amministrazioni pubbliche

Un’indagine unica nel suo genere che veicola nuove intuizioni sul legame complesso tra le istituzioni governative, la politica sanitaria e la gestione delle crisi

[18 Marzo 2022]

L’European Quality of Government Index (l’EQI) del 2021 è la più grande indagine mai condotta per misurare la percezione della qualità del governo, raccogliendo le opinioni di oltre 129.000 intervistati in un totale di 208 regioni in tutti i 27 Stati membri del l’UE. Per ogni regione sono state effettuate circa 600 interviste.

L’indagine non è solo unica nel suo genere, ma permette anche nuove intuizioni sul legame complesso tra le istituzioni governative, la politica sanitaria e la gestione delle crisi, dal momento che è stata condotta nel mezzo della pandemia di Covid-19.

La ricerca è stata realizzata dal Quality of Government (Qog) Institute, che è un istituto di ricerca indipendente presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Göteborg in Svezia. L’Istituto è composto da circa 30 ricercatori che conducono e promuovono ricerche sulle cause, le conseguenze e la natura del Buon Governo e la Qualità del Governo (Qog) – cioè istituzioni governative affidabili, imparziali, non corrotte e competenti.

L’obiettivo principale dell’istituto di ricerca è quello di affrontare, da diversi punti di vista teorico e metodologico, il problema teorico ed empirico di come istituzioni politiche di alta qualità possono essere create e mantenute. Un secondo obiettivo perseguito è quello di studiare gli effetti della qualità del governo su una serie di settori politici, quali la salute, l’ambiente, la politica sociale e la povertà.

L’EQI è un indicatore composito prodotto sulla base delle risposte a 19 domande nelle quali vengono affrontati temi quali la qualità dei servizi pubblici (istruzione, sanità, sicurezza), l’imparzialità di questi servizi, e la presenza di fenomeni di corruzione. Nel rapporto di ricerca (a cura di Nicholas Charron Victor Lapuente Monika Bauhr) viene spiegato come l’indicatore è costruito, ponderando i vari fattori e valutando gli scostamenti rispetto al dato medio, per questo nella rappresentazione emergono valori dell’indicatore positivi e negativi.

Nel questionario di quest’anno poi sono state inserite una serie di altre domande relative alla fiducia nei confronti dei governanti, sulla situazione economica, sui problemi dell’immigrazione, delle discriminazioni di genere, sul Covid-19.

Nell’articolo https://ambientenonsolo.com/lindice-europeo-della-qualita-delle-amministrazioni-pubbliche sono disponibili mappe e tabelle interattive con i risultati della ricerca per le varie regioni europee.

È disponibile anche il dettaglio delle risposte date nei vari Paesi alle domande del questionario (https://ambientenonsolo.com/le-risposte-dei-cittadini-europei-ad-un-questionario-su-amministrazione-pubblica-imparzialita-corruzione-e-sul-covid-19/).

L’indagine (ai fini della predisposizione dell’EQI) si sofferma in particolare su tre principali servizi pubblici: l’istruzione, i servizi sanitari e quelli per la sicurezza (polizia), per poi affrontare altri temi (fiducia nelle istituzioni, atteggiamento verso problematiche quali l’intervento statale sull’economia, l’immigrazione, i diritti civili, la pandemia covid-19.

In particolare, si vede che la maggior parte degli intervistati nel corso del 2021 ha usufruito del servizio sanitario pubblico e, in misura minore, dell’istruzione pubblica. Complessivamente i cittadini europei danno un giudizio positivo di questi servizi, anche se con differenze sensibili fra i vari Paesi. In Italia il giudizio sull’istruzione e la polizia è migliore che nella media europea.

Un secondo blocco di domande – anche queste utili per la predisposizione dell’EQI – propone una valutazione sulla “imparzialità” nella loro erogazione di questi servizi pubblici. Anche in questo caso prevalgono a livello continentale i giudizi che ritengono che essi siano forniti in modo equo, anche se emergono diversità notevoli, in particolare modo per quanto riguarda i Paesi dell’Europa orientale.

Attraverso altre domande “di controllo” la valutazione precedente riguardo alla imparzialità dei servizi pubblici è parzialmente modificata, soprattutto in alcuni casi (compresa l’Italia) in quanto l’utilizzo di una scala diversa (da 1:4 invece che da 1:10) che costringe gli intervistati a formulare giudizi più netti, fa emergere valutazioni più critiche. Una domanda specifica invece sulle elezioni mostra che solamente in Bulgaria e Croazia gli intervistati propendono per la sfiducia nella correttezza del loro svolgimento.

Il tema della “corruzione” costituisce una delle componenti principali che contribuisce a determinare l’EQI. Anche in questo caso, nel complesso dei Paesi dell’Unione Europea sembra che i fenomeni correttivi siano abbastanza limitati, anche se in alcuni Paesi dell’Europa orientale, invece, appaiono molto significativi. Per quanto riguarda l’Italia, soprattutto dalle domande relative alle esperienze dirette, emergono però conferme (fra il 2 ed il 4%) di casi effettivi di corruzione che fanno pensare e richiedono azioni decise.

Nella seconda parte del questionario, sono state poi proposte alcune domande, non finalizzate alla redazione dell’EQI, ma che sono di notevole interesse e che riflettono un giudizio sulla situazione economica e sociale anche alla luce della pandemia da Covid-19.Riguardo alla situazione economica il giudizio è prevalentemente abbastanza negativo (in Italia un po’ di più che nella media europea).

Riguardo alla fiducia nei Parlamenti il giudizio è veramente molto diverso nei vari Paesi, ed anche in Italia è ben al di sotto della “sufficienza”, colpisce anche una certa sfiducia nelle altre persone, segno di una messa in discussione della “comunità”. Riguardo all’ “attaccamento” ai vari livelli territoriali (regione, nazione, Europa) è significativo che la media complessiva del campione indichi proprio nell’Europa il destinatario principale di questo sentire, anche se in Italia, un tempo il Paese più europeista di tutti, invece prevale l’attaccamento alla nazione, poi alla regione e quindi all’Europa (va peraltro detto che si tratta di pochi decimali di differenza).

Alcune domande finali rilevano gli orientamenti dei cittadini europei su temi scottanti e divisivi, quali il governo dell’economia, l’immigrazione, i diritti civili, i valori tradizionali. Significativa in Italia, rispetto alla media europea, la prevalenza di una richiesta di intervento pubblico in campo economico e di salvaguardia dei ceti più deboli. In generale sembrano non essere maggioritarie le propensioni più critiche nei confronti dell’immigrazione e decisamente positive (salvo qualche eccezione in alcuni Paesi (ma non in Italia) sui matrimoni delle persone omosessuali.

Le ultime domande sono sul Covid-19, per il quale si è preoccupati, anche per le ripercussioni economiche – sia pure in misura minore rispetto agli effetti sanitari – che può portare. Gli intervistati italiani valutano abbastanza negativamente la gestione della pandemia nella propria realtà da parte delle Autorità, in linea con il giudizio medio europeo.

Per approfondimenti:

di Marco Talluri, https://ambientenonsolo.com