Riceviamo e pubblichiamo

Le sfide della transizione ecologica

La crisi climatica e quella delle materie prime stanno cambiando il contesto delle attività economiche nel mondo, ponendo vincoli di una portata sconosciuta nelle epoche storiche precedenti

[19 Luglio 2021]

“Si parla ormai spesso, non solo in Italia e in Europa, di transizione ecologica. Ma quali sono le sfide da affrontare per avviare realmente una transizione ecologica? E come siamo arrivati a individuare la transizione ecologica come pilastro portante di una ripresa economica resiliente, di un vero e proprio Green Deal?

La pandemia da Covid -19, con un numero molto elevato di vittime e altre gravissime conseguenze sociali ed economiche, alimenta due diverse spinte: da una parte verso una maggiore cautela e attenzione nel rapporto con la natura, a occuparsi di più del nostro futuro e delle minacce che lo possono compromettere, quindi della grande crisi climatica ed ecologica, ma, dall’ altra, a concentrarsi sull’ emergenza, sulle risposte immediate, sia sanitarie sia economiche e sociali, senza visione e senza progetti per il futuro”. Con queste parole Edo Ronchi, apre il  suo libro  appena pubblicato dal titolo: “Le sfide della transizione ecologica” ( ed.Piemme, 2021).

Sono passati 25 anni da quei giorni del luglio del 1996 quando a Ginevra si teneva la  seconda Conferenza  delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 2 – UNFCCC). Pochi giorni dopo il 22 luglio, Edo Ronchi, quale Ministro dell’ Ambiente nel Governo Prodi firmava il decreto istitutivo  dell’ Ente Parco Nazionale dell’ Arcipelago Toscano, interrompendo uno stallo operativo che durava dal 1989.

Erano i tempi in cui i moniti degli scienziati e degli ambientalisti sugli effetti ambientali causati dalle emissioni di gas serra, rimanevano largamente inascoltati. Era un mondo in cui il fatto che il Pianeta Terra fosse un sistema termodinamico chiuso dotato di una quantità finita di georisorse e di una capacità limitata di assorbire rifiuti senza causare marcate ripercussioni ecologiche,  con gravi ricadute sanitarie, sociali ed economiche, era una “ realtà” impenetrabile in vasti settori della pubblica opinione e dei decisori politici e finanziari.

L’11 dicembre del 1997 a Kyoto a chiusura della terza Conferenza delle Nazioni Unite sul clima ( COP 3) veniva firmato da 189 paesi un trattato con il quale venivano  regolate le emissioni di gas serra da parte dei diversi paesi industriali ed in via di sviluppo. Era trascorso poco più di un mese da quando – completata la nomina degli organi di indirizzo e di gestione, acquisita una sede provvisoria in via Guerrazzi a Portoferraio; resi disponibili gli stanziamenti finanziari e attivati i  contratti con i  primi “eroici” collaboratori – il Parco dopo otto anni dalla sua creazione, poteva iniziare ad operare.

Il prossimo 1 novembre 2021, a Glasgow si aprirà la ventiseiesima Conferenza  sul clima delle Nazioni Unite (COP 26). Una riunione di una importanza vitale per il prossimo futuro, poiché dovrà assolvere il non facile compito di giungere ad un drastico taglio dei gas serra entro il 2030 ( 55 % rispetto al 1990) e raggiungere  nel 2050 la “ net negative emission”, così da contenere il riscaldamento globale entro 1,5° C rispetto alla fine dell’ Ottocento. Una grande sfida ecologica, economica e sociale, che impone una vera e propria transizione culturali nei nostri costumi e nei nostri consumi .

La crisi climatica e quella delle materie prime (combustibili fossili, metalli  Hi-tech, come litio, niobio, tantalio, stagno, oro, terre rare…) stanno cambiando il contesto delle attività economiche nel mondo, ponendo vincoli e limiti ecologici ed etici di una portata qualitativa e quantitativa sconosciuta nelle epoche storiche precedenti. L’economia circolare sempre più si impone su quella lineare, divenendo  un imperativo categorico per la nostra stessa sopravvivenza. Le energie pulite e rinnovabili , l’elettricità  e l’idrogeno verde dovranno caratterizzare il consumo energetico manifatturiero e la mobilità di un domani ormai prossimo.

Il progetto europeo di Green Deal  si sviluppa con una direzione ecologica di vasta portata, istituendo un Recovery Fund, denominato, non a caso, “ Next Generation EU” che stanzia rilevanti risorse per le misure green. Nel nostro paese è stato varato dal governo di Mario Draghi il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza ( PNRR), che fornisce all’ Italia vaste risorse  per attivare con serietà incisivi interventi per le necessarie trasformazioni nei comparti amministrativi, economici e nei servizi, così da sviluppare politiche ed economie in grado di garantire lavoro innovativo e benessere ecologicamente sostenibili . A coprire il ruolo di Ministro è stato chiamato un  scienziato di alte qualità umane e manageriali, Roberto Cingolani. Possiamo solo sperare che in un quadro politico  dove le beghe di parte inquinano le decisioni strategiche e il voto di  personaggi  che ricordano squallide figure pirandelline e sciasciane, non  mettano a rischio gli interventi green previsti nel PNRR.

Possiamo solo augurarci che non si ripetano quanto accaduto alcuni giorni fa nelle Commissioni Ambiente ed Affari costituzionali della Camera, dove per le mutate, viscose e volatili “ beghe partitiche” sono stati respinti interventi ecologici già  discussi ed approvati in incontri preliminari.

Oggi nel bel mezzo di una pandemia – in giorni in cui le devastanti alluvioni che  colpiscono Germania e Belgio e l’ ondata di caldo clamoroso che  ha investito il Canada e gli Stati Unit, hanno ricordato il dimenticato legame dinamico fra il Pianeta e i suoi abitanti -, la scena è cambiata.

Una nuova cultura e nuove parole si impongono nel nostro vivere quotidiano: neutralità climatica, green economy, sviluppo sostenibile ecologico ed etico, resilienza ambientale… che ci accompagnano verso una transizione ecologica che investe a trecentosessanta gradi il nostro modo di vivere nel grande “Villaggio globale”, per un futuro che è appena dietro l’ angolo. E per l’ Arcipelago Toscano la presenza del  Parco Nazionale, esteso a terra ed a mare, con le sue potenzialità,  viene a costituire un prezioso valore aggiunte nelle attività  ecologiche educative ed economiche, a scala locale ed europea

Il libro di Edo Ronchi,  attuale presidente della Fondazione Onlus sullo Sviluppo Sostenibile, con le sue elevate qualità ed esperienze politiche, accademiche e giornalistiche,  ci aiuta, con un linguaggio leggero, a capire cosa c’è dietro l’ angolo , narrandoci i risvolti ambientali, politici, economici ed etici che segnato il campo su cui si giocherà la partita più importante dei prossimi decenni.

Grazie Ronchi. Buon lavoro Cingolani.