Riceviamo e pubblichiamo

Le neostrade fanno tappa a Pontedera

Martedì 13 ottobre al Museo Piaggio il convegno di Ecofuturo, Giga e Ecquologia

[8 Ottobre 2015]

Neostrade: appare un sogno impossibile ma non lo è. Fare strade veloci brutte, alienanti e inquinanti è divenuto così d’abitudine che appare impossibile tornare indietro. Tornare a quando si stabilivano gli strati da mettere nel sottofondo in funzione dell’uso previsto della strada, ritornare a quando la strada era inserita nel paesaggio e non costituiva una violenza al paesaggio stesso.

Certamente allora si andava a velocità di un cavallo mentre oggi si sfreccia almeno a 130 all’ora fino alle follie dei moderni Nuvolari, come un Tir di oggi porta merci e peso come centinaia di carri di allora.

Convinti che dovevamo bucare montagne, raddrizzare versanti e curve abbiamo pensato di dover fare a meno della bellezza e a furia di astrarci dal territorio circostante abbiamo fatto delle autostrade un corpo estraneo, impenetrabile, con accessi blindati con le sbarre, nuovi ponti levatoio lasciando solo il pagamento del pedaggio in formato questua come nel medioevo.

Eppur si può. Esistono le energie rinnovabili e hanno solo bisogno di territorio per cui il nastro autostradale e i suoi annessi sono lì luogo perfetto per la più grande centrale fotovoltaica, eolica, piezoelettrica mai costruita nel mondo. Il territorio attraversato può produrre il biogas da utilizzare (in forma di Gnl, metano liquido) in sostituzione del gasolio per i mezzi pesanti e per tutti i veicoli a gas. L’autoproduzione di energia rinnovabile consente di mettere a disposizione in ogni tratto o luogo disponibile le prese di ricarica per spingere quante più vetture elettriche, usando l’autostrada stessa senza paura di non disporre di ricarica. Si può pensare a un nastro di asfalto non a petrolio che non rischi di bruciare in galleria e che non trasformi in un forno diffuso la rete autostradale, si può far in modo che gli animali passino sotto e non sopra impedendo la quotidiana strage, si può pensare ovviamente ad un pedaggio a controllo elettronico libero e continuo che consenta a chi vuole entrare di accedere e uscire velocemente, facendo in modo che chi vive e lavora a breve percorrenza con l’autostrada, paghi pedaggi differenziati oppure chi vive in aree in cui la superstrada è l’unica strada non debba subire come tassa la trasformazione in autostrada.

Questo e molto altro è quello che si può fare andando nella direzione della trasformazione neo stradale, ne abbiamo un gran bisogno per preservare vite umane (le autostrade sono le strade in cui si muore meno in assoluto) e per impedire che in alcune aree del paese si sia costretti ad un monopolio che impone extra costi feroci di carburante o di servizi, compresa l’alimentazione a base delle famigerate “rustichelle”, vera persecuzione del camionista e dell’automobilista.

Nel 2004 proposi all’allora assessore Riccardo Conti con una serenata polemica la riconversione della tirrenica in una neostrada con libero pedaggio a free flow, nel 2007 con l’ISIA sempre al Museo Piaggio nella manifestazione Less is NeXT proposi per la prima volta il concetto di neostrada rinnovabile, erano entrambe intuizioni difficili da recepire sia dai  decisori politici troppo abituati a far colare cemento e asfalto nei cavalcavia che dai decisori tecnici che accusavano dell’immaturità economica le soluzioni innovative proposte.

Oggi quel tempo è arrivato sia perché sono finiti i soldi pubblici e sia perché le soluzioni sono mature e vantaggiose economicamente, per cui rinviare il cambiamento è delittuoso verso l’ambiente, verso i territori attraversati e verso quel contributo di vite umane in più che si perdono lungo le corsie di superstrade incomplete e male mantenute a causa dei fondi a singhiozzo dell’Anas.

Mi ha fatto piacere che a distanza di dieci  anni dal primo convegno al Museo Piaggio ci sia chi si è ricordato di quelle idee, sospingendomi e sostenendomi nella ripresa di quel percorso e che tanti professori,  ricercatori,imprenditori e appassionati ci onorino del loro contributo gratuito nel convegno del 13 ottobre che spero sarà introdotto dal presidente della fondazione Piaggio, Riccardo Costagliola, che ringrazio assieme alle sue preziose dirigenti e collaboratrici.

di Fabio Roggiolani, vicepresidente Giga