Seconda dietro al Lazio, con 19 aggressioni in 9 mesi

La Toscana sul podio delle regioni più pericolose d’Italia per i giornalisti

«Libertà di stampa significa anche difesa della democrazia di questo Paese»

[29 Dicembre 2021]

L’Osservatorio del ministero dell’Interno sugli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, pubblicato ieri con dati aggiornati al 30 settembre, documenta 156 aggressioni a livello nazionale (+21% sul 2020, quando a sua volta il dato era in crescita dell’87% rispetto al 2019) di cui 19 in Toscana.

Un dato che rende la nostra regione la seconda più pericolosa in Italia per i giornalisti, preceduta solo dal Lazio (36 aggressioni) e seguita da Lombardia e Sicilia.

A livello nazionale quasi una minaccia su due (74 casi, il 47%) arriva tramite web e social network; circa un caso su otto (13%) è riconducibile alla matrice della criminalità organizzata; la gran parte delle minacce rivolte ai giornalisti è invece riconducibile a contesti socio/politici (43%) e agli altri contesti (44%).

Spiccano in particolare le campagne informative relative all’emergenza pandemica: sono stati 25 le aggressioni censite con riferimento, in particolare, alle manifestazioni di protesta contro le misure del governo per contenere la diffusione della pandemia.

«In tali contesti – evidenzia il Servizio analisi criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza – sono emersi segnali di acredine nei confronti dei giornalisti presenti in piazza che sono stati insultati, invitati ad allontanarsi e, in alcuni casi, accusati di aver “inculcato il timore nella popolazione attraverso la diffusione di notizie non corrette”».

Anche in Toscana spiccano fatti registrati a Livorno, Pistoia e in altre province toscane, dove autentiche campagne di odio sono state scatenate contro i giornalisti, in particolare su servizi legati alla pandemia e alle migrazioni.

«Libertà di stampa significa anche difesa della democrazia di questo Paese – commentano Giampaolo Marchini (presidente dell’Ordine dei giornalisti toscani) e Sandro Bennucci (presidente dell’Associazione stampa toscana) – Le aggressioni e le minacce alle quali abbiamo assistito a La Nazione di Firenze, al Tirreno di Livorno e di Pistoia, a non pochi giornali online, all’emittente Controradio e ad alcune tv private, sono attentati all’Articolo 21 della Costituzione. Così come il proiettile inviato alla sede Rai della Toscana (e indirizzato anche al governatore Giani) rappresenta un atto d’intimidazione intollerabile, al quale abbiamo risposto subito con fermezza».

Per segnare un cambio rotta, l’Associazione e l’Ordine chiedono «l’attenzione di tutti i cittadini, affinchè la Toscana possa uscire al più presto dai vertici della brutta classifica delle aggressioni ai giornalisti, tornando a essere quella che è: una terra dove tolleranza e rispetto hanno sempre avuto pieno diritto di cittadinanza».