La disinformazione climatica è moltiplicata dopo che Musk ha comprato Twitter

Un esercito di disinformatori al lavoro per diffondere centinaia di migliaia di tweet o retweet climate-skeptical

[23 Gennaio 2023]

Presentado il rapporto “Deny, Deceive, Delay (Vol 2) Exposing New Trends in Climate Mis- and Disinformation At COP27” della Climate Action Against Disinformation (CAAD), Jennie King, responsabile disinformazione climatica all’Institute for Strategic Dialogue  ha evidenziato che «Da quando Elon Musk ha assunto la guida della company il 27 ottobre, su Twitter sono fioriti i post fuorvianti sui cambiamenti climatici. Quel che sta accadendo nell’ecosistema dell’informazione rappresenta una minaccia diretta all’azione climatica. Pianta i semi di dubbio e fa pensare alle persone che forse non c’è consenso scientifico».

Il rapporto rileva che, durante la 27esima conferenza delle parti dell’United Nations Framework Convention on Climate Change (COP 27 Unfccc) di Sharm-El-Sheikh, Twitter stava attivamente promuovendo il termine “climate scam” (truffa climatica) quando gli utenti cercavano la parola “clima. Il rapporto evidenzia che “climate scam”  compare come primo risultato nelle ricerche, nonostante gli utenti utilizzino e cerchino molto di più altri termini relativi al cambiamento climatico e afferma che «Non è chiaro perché la “truffa climatica” abbia acquisito maggiore importanza rispetto a questi altri termini», aggiungendo che «Il trend evidenzia la necessità di trasparenza su come e perché le piattaforme mostrano i contenuti agli utenti».

E’ al lavoro quotidianamente un piccolo esercito di “Culture Warriors”: durante la COP27 CAAD ne ha individuati i 12 più prolifici all’interno dei 5 campi di battaglia monitorati (Fossil Fuel, Necessity; Anti-Green Tech; Cost of Living Crisis; Culture Wars; Loss and Damage) e fa notare che «Questi “influencedrs della  disinformazione” hanno raccolto più di  344.000 condivisioni su 388 post a tema climatico riguardanti la COP27. Nove dei 12 sono account verificati, con un conteggio dei follower che vanno da 65.000 1,9 milioni».

I ricercatori del CAAD hanno scoperto che da solo l’account, @climate_fact era responsabile di oltre 50.000 tweet contro la scienza climatica e che ogni pochi minuti ritwitta post che usano “#climatescam”, “#greatreset” e altre frasi. Non è chiaro chi gestisca l’account o dove si trovi.

Si tratta quasi sempre di messaggi generalmente allineati con politiche di destra che vanno dall’economia, alle libertà civili e al Big Government alla New narrative del “’wokewashing” che adotta  una retorica “progressista” per far passare messaggi di destra. Ma è evidente che chi si oppone all’azione climatica ha riguadagnato spazio con una gamma di false argomentazioni come quella che la tecnologia verde è altrettanto cattiva o addirittura peggiore dei combustibili fossili, o che l’azione climatica è una forma di “neocolonialismo”».

Qualche giorno dopo la fine della COP27 il risultato migliore su Twitter era “climate lockdown”, che si riferisce alla teoria complottistica del Great Reset, secondo la quale un gruppo delle élite globali starebbe pianificando di far collassare l’attività economica in tutto il mondo per ridurre le emissioni di carbonio

Una recente analisi dell’University of London ha rilevato che nel 2022 i tweet  negazionisti climatici clima hanno raggiunto il massimo storico: a dicembre c’erano stati più di 850.000 tweet o retweet climate-skeptical, rispetto ai 650.000 del 2021 e ai 220.000 del 2020.

Da quando Musk ha rilevato Twitter, diversi noti negazionisti climatici che erano stati banditi dalla piattaforma per aver diffuso disinformazione sul Covid-19 hanno ripristinato i loro account, tra loro ci sono anche  Steve Milloy, un ex funzionario dell’Environmental Protection Agency Usa nominato da Donald Trump, e Patrick Moore, ex capo della CO2 Coalition.

Cosa sta succedendo lo spiega bene Marc Morano, uno dei più attivi negazionisti climatici sui social, in un’intervista concessa a dicembre a E&E News: «Il mio account Twitter e molti altri che si oppongono alla visione climatica del “consenso” hanno tutti aumentato notevolmente la visibilità da quando Musk ha preso il controllo di Twitter. Qualunque cosa Musk stia modificando, spero che continui così».

L’autore canadese Jordan Peterson, che era stato rimosso per aver twittato messaggi transfobici, è stato autorizzato a tornare su Twitter  da Musk e ora sparge a piene mani a disinformazione climatica per i suoi 3,5 milioni di follower. Di recente ha twittato: «Le deliranti politiche green uccidono. Letteralmente. Adesso».

Sempre su E&E News, Michelle Amazeen, direttrice del Communication Research Center della Boston University ed esperta di disinformazione climatica e social media, spiega: «I tweet che disinformano l’opinione pubblica sui cambiamenti climatici possono aumentare le interazioni su Twitter generando polemiche. Twitter non è stato progettato per fornire informazioni accurate. Twitter è progettato per massimizzare l’attenzione e il coinvolgimento delle persone. E come lo si fa? Facendo emergere contenuti sensazionali ed emotivamente evocativi piuttosto che facendo emergere informazioni razionali. Questo non è sexy, è tutta una questione di architettura».

Eminenti scienziati climatici dicono di aver riscontrato un aumento dei bot negazionisti climatici che rispondono ai loro post. Sembra essere il tentativo di impedire che si discuta del clima online su basi scientifiche e il climatologo Michael Mann, direttore del Penn Center for Science, Sustainability and the Media all’università della Pennsylvania, ricorda che «Twitter è stato il mezzo principale per la diffusione dei fatti relativi alla crisi climatica. Se si infetta il dibattito online con massicci eserciti di troll e bot, diventa molto difficile comunicare questi fatti, il che è esattamente ciò che vogliono gli inquinatori e i cattivi protagonisti petroliferi come la Russia e l’Arabia Saudita».

Anche Katharine Hayhoe, climatologa e scienziata capo di Nature Conservancy, è stata attaccata per settimane da uno sciame di bot e ha deciso di testare i tweet e condotto esperimenti per verificare quale sia la reale entità del fenomeno, riscontrando «Un notevole aumento dell’attività di troll e bot sui tweet sul clima». In 24 ore ha ricevuto 3.000 risposte da critici/troll e ha twittato: «Non sono del tutto sicura di cosa stia succedendo, ma nell’ultimo mese è in corso qualcosa di radicalmente diverso che, secondo i miei dati,  ha aumentato di 15 – 30 volte l’attività di troll e bot sui tweet sul clima». La Hayhoe ha anche anche creato un elenco di centinaia di scienziati climatici  su Twitter e ha notato che «Dopo dall’acquisizione di Musk, i suoi membri si sono ridotti di circa il 4%».

Anche se Musk gestisce un’impresa che ha creato il tipo esatto di posti di lavoro nel settore dell’energia pulita che Biden vuole aumentare con l’Inflation Reduction Act, si è circonf dato di negazionisti climatici, alcuni dei quali attaccano gli incentivi e le sovvenzioni per i veicoli elettrici che sono state una chiave per il successo di Tesla. Uno dei componenti del selezionato gruppo di opinionisti di Musk che ha potuto accedere ai “Twitter Files” è  Michael Shellenberger, che promuove l’aumento del consumo di combustibili fossili e che, come esperto convocato dal Partito Repubblicano,  ha attaccato l’energia pulita e la scienza climatica durante le audizioni al Congresso. In una di queste audizioni Shellenberger ha affermato che «Un’espansione dei veicoli elettrici rischia di minare le industrie americane e aiutare la Cina».

Poche settimane dopo che Musk ha acquistato Twitter per 44 miliardi di dollari, la company  ha eliminato la politica che reprimeva la disinformazione sul Covid-19 e la le narrazioni imprecise sul clima. Per Mann,  «Quello era un messaggio chiaro che su Twitter  si è aperta la stagione per la promozione dell’anti-scienza e, chiaramente, abbiamo visto un’escalation nella retorica negazionista climatica».

Già decenni fa gli scienziati hanno concluso gli esseri umani stanno riscaldando il pianeta a un ritmo senza precedenti attraverso con la combustione di combustibili fossili. A questa convinzione ormai condivisa da oltre il 99% della comunità scientifica si è contrapposto fin da subito un movimento, in gran parte finanziato dalle compagnie dei combustibili fossili e legato alla politica conservatrice e di estrema destra. Twitter è una piattaforma essenziale per diffondere questo tipo di informazioni false.

Ad aprile, il sesto rapporto di valutazione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change ha evidenziato che una comunicazione efficace della scienza del clima è stata notevolmente danneggiata dalla diffusione di fake news sui social media.< e che «Il trasferimento accurato della scienza del clima è stato minato in modo significativo dai movimenti contrari al cambiamento climatico, sia negli ambienti legacy che in quelli new/social media attraverso la disinformazione». Nello stesso mese, Twitter  vietava gli annunci a pagamento che promuovono il negazionismo climatico  e in un post sul blog di  Twitter si leggeva: «Riteniamo che il negazionismo climatico non debba essere monetizzato su Twitter e che gli annunci pubblicitari ingannevoli non debbano sminuire gli importanti colloqui sulla crisi climatica».

Non sembra che questa politica sia ancora in vigore dopo l’arrivo di Musk che ha licenziato più della metà dei dipendenti dell’azienda, compreso il dipartimento comunicazioni. I due autori del blog non lavorano più per Twitter.