Riceviamo e pubblichiamo

Follow the Art: un artista milanese a Mosca, in difesa della biodiversità

Stefano Gentile mette tra i primi posti della sua tematica pittorica la sensibilità ecologica

[30 Agosto 2019]

Immaginare un mondo in cui l’unico essere vivente è l’uomo è di per sé impossibile, non fosse altro perché la specie umana sarebbe tra le prime a non riuscire ad adattarsi se le altre specie viventi continuassero a scomparire e se gli ecosistemi venissero stravolti ancora a lungo. Eppure è quello il rischio a cui stiamo andando incontro.

Negli ultimi 200 anni, almeno metà delle specie selvatiche si è estinto e gran parte di esse, a causa della mano dell’uomo. La terra ha già subito, in passato, almeno 5 grandi estinzioni di massa, ma questa è la prima in cui la specie umana ha un peso determinante, incisivo, rendendoci colpevoli se non complici.
Fortunatamente, la terra ci sarà anche dopo di noi. Anzi, probabilmente trarrà nuova linfa e forza come quando sono scomparsi i maestosi dinosauri per lasciare, poi, il posto ai mammiferi e agli uccelli, nuovi dominatori del pianeta fino alla comparsa dell’uomo. Ma il prezzo che pagherà, lungo il suo viaggio, sarà troppo salato.

Stefano Gentile, artista milanese con all’attivo diverse mostre in Italia e Europa (Svizzera, Germania e Lettonia), ha sempre messo tra i primi posti della sua tematica pittorica la sensibilità ecologica. I suoi quadri denunciano spesso, talvolta in chiave ironica, quelle che sono le incongruenze e i deliri di questa società nei confronti dell’ambiente.

In questa mostra, che si terrà a Mosca il 6 settembre, curata  dalla Galleria “Follow the Art”, l’artista ha scelto una chiave più poetica per rappresentare lo spettro dell’estinzione di molte specie e ecosistemi in pericolo.

Narrate con ottima tecnica, una serie di 20 quadri ad olio di medio/grande formato rappresenta gli animali come se fossero delle sfere, dei pianeti alla deriva, perché la perdita di ognuna di esse è, parafrasando il detto ebraico “chi salva una vita, salva il mondo intero”, perdere un intero mondo che, legato a tutti gli altri, forma un cosmo bellissimo da preservare.

Balene beluga, panda, pangolini, fregate, ara, squali, gorilla di montagna, e oranghi, sono solo alcune delle specie raffigurate, minacciate o per la perdita del loro ambiente naturale, o per la caccia o per l’inquinamento.
L’artista ha scelto la sfera, come figura simbolo, perché ogni punto sulla superficie di una sfera è equidistante dal centro, così come ogni essere in un gruppo di animali è fondamentale per la sopravvivenza stessa della specie minacciata. Così, più gli animali sono vicini tra loro e compatti, come in un branco o uno stormo, più sono forti e resistenti. Se le maglie della sfera, invece, si allargano, i legami che la tengono unita risultano più deboli e instabili. In natura avviene proprio questo, quando un branco si sente minacciato – che siano gnu, o uno stormo di uccelli o un banco di pesci – la sopravvivenza passa per l’unione.

Non è un caso che l’artista abbia scelto Mosca come sede della mostra, anche grazie alla galleria russa che ne segue gli interessi per l’est Europa. «La Russia, la Siberia in particolare – dice Stefano Gentile – è stata colpita da una tragedia immane quest’estate, andando letteralmente a fuoco in un anno particolarmente caldo, dato l’alto tasso di siccità, e così anche l’Amazzonia, il sud est asiatico e l’Africa sud-sahariana. Ma non dobbiamo sempre necessariamente arrivare alla tragedia per capire che qualcosa si è rotto».
L’intento dell’artista, dice lui stesso, è quello di sensibilizzare le persone a sentirsi parte attiva in questi mondi e, non a caso, la mostra si avvarrà della cooperazione di Eaza (Associazione europea zoo e parchi) di Mosca, l’associazione che certifica e contribuisce alla conservazione degli animali selvatici per una loro futura reintroduzione negli habitat naturali. Inoltre, parte del ricavato di ogni vendita sarà devoluta al Wwf per la salvaguardia delle specie selvatiche in via di estinzione.

di “Follow the Art” gallery

Per ulteriori info:

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