Blitz di Greenpeace al Cannes Lions Award: vietare le pubblicità dei combustibili fossili

Scalata la sede del festival con un camion dei pompieri. Gustav Martner restituisce il Cannes Lions

[23 Giugno 2022]

Stamattina attiviste e attivisti di Greenpeace France hanno scalato la sede del il Cannes Lions Festival of Creativity, uno dei principali eventi mondiali dedicati alla pubblicità e alla comunicazione, per chiedere alle agenzie pubblicitarie di «Interrompere i legami con l’industria dei combustibili fossili, e ottenere una legge europea che vieti le pubblicità e le sponsorizzazioni di queste aziende».

Gli attivisti hanno appeso uno striscione con la scritta “fossil fuel ads are burning the planet”. Alcuni di loro erano vestiti come il meme virale del cane “This is fine”, solitamente utilizzato per negare una situazione drammatica – come la crisi climatica – e far finta che tutto vada bene: esattamente ciò che fanno le aziende inquinanti con le strategie di marketing ideate dalle agenzie creative.

Gli attivisti sono arrivati al Palais des Festivals a bordo di un camion dei pompieri, per ricordare che «Continuare a bruciare combustibili fossili aggrava il riscaldamento globale, con impatti devastanti come le temperature record registrate in alcune regioni in Europa nell’ultima settimana e la prolungata siccità che affligge molte zone d’Italia».

Quest’anno, per la prima volta, il rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha messo in luce il ruolo delle agenzie di comunicazione e delle pubblicità nell’alimentare la crisi climatica, mentre centinaia di scienziati hanno firmato una lettera che chiede alle agenzie di comunicazione di smettere di lavorare con le aziende dei combustibili fossili e di diffondere notizie false sul clima. Greenpeace, insieme a quasi 40 organizzazioni internazionali, promuove una Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) che invoca una legge per vietare la pubblicità e le sponsorizzazioni da parte delle aziende dei combustibili fossili. Se la petizione “Stop alla pubblicità delle aziende inquinanti” raggiungerà il traguardo di un milione di firme entro ottobre, la Commissione Europea sarà obbligata a discutere una proposta di legge per mettere fine alla propaganda ingannevole delle aziende inquinanti responsabili della crisi climatica.

Greenpeace ricorda che «Dopo l’Accordo di Parigi, almeno 300 premi sono stati assegnati ai Cannes Lions a pubblicità che promuovono viaggi aerei, compagnie petrolifere e prodotti che danneggiano il clima. Greenpeace chiede al mondo della comunicazione di non lavorare più per le aziende inquinanti, il cui business basato sui combustibili fossili alimenta eventi climatici estremi, crisi sociali e conflitti».

Silvia Pastorelli di Greenpeace Eu denuncia: «L’industria dei combustibili fossili usa la pubblicità e le sponsorizzazioni di eventi per ripulire la propria immagine, ritardare l’azione per il clima e influenzare l’opinione pubblica. Dietro i cartelloni pubblicitari patinati delle loro presunte iniziative “green” si nasconde un’industria che vuole solo espandersi continuando a estrarre e bruciare petrolio e gas, fino a quando la vita sul Pianeta non sarà irrimediabilmente compromessa».

Il 20 giugno Gustav Martner, ex vincitore e giurato del festival e attivista di Greenpeace France, ha interrotto la cerimonia di apertura della kermesse per restituire un Lion Award vinto dopo aver lavorato per un’azienda automobilistica e ha raccontato: «Ho ricevuto il mio primo premio alla cerimonia del 2007. Era per una grande casa automobilistica, e questo riconoscimento del mio lavoro ha cambiato le regole del gioco per me e per l’agenzia che gestivo: eravamo tra i migliori team nel settore della pubblicità automobilistica! Ero così felice, così orgoglioso, quando sono salito sul palco per ricevere questo simbolo di conquista. Ma subito dopo, le cose hanno cominciato a cambiare. Il film “An Inconvenient Truth” di Al Gore ha aperto gli occhi a me e a molti altri sulla catastrofe climatica e sulla necessità di uscire dai combustibili fossili. Credendo che l’industria dovesse fare la sua parte, ho lavorato per Scandinavian Airlines a un progetto che incoraggiava le persone a prendere il treno piuttosto che l’aereo per i viaggi brevi. Abbiamo fatto degli ottimi spot pubblicitari e sono stato premiato ancora una volta con i Cannes Lions. Ero convinto: le grandi idee potrebbero risolvere la crisi. I grandi inquinatori sembravano voler cambiare, e per questo avevano bisogno di persone come me. Ma sono davvero cambiati? Nel 2015 è stato firmato l’accordo di Parigi. Lo stesso anno, il criminale climatico Shell, aiutato dall’agenzia MediaCom, ha ricevuto un premio ai Cannes Lions. Scandinavian Airlines, nel frattempo, ha concluso la sua campagna sui treni per concentrarsi sulla vendita di biglietti aerei a basso costo e ha vinto un premio per una “divertente esperienza sui social media che mostra alle persone come viaggiare velocemente”».

Martner ha concluso: «La strategia dei criminali climatici è anche quella di incolpare gli individui di non agire, come ha fatto BP con il suo calcolatore dell’impronta di carbonio. Ideale per distogliere l’attenzione, piuttosto che trovare soluzioni reali ai problemi sistemici che hanno creato… Questa strategia ha avuto risonanza con i Cannes Lions, dove si promuove l’idea di “consentire ai consumatori di vedere il loro impatto” (lo trovate sotto il titolo “It pays to be green” sul loro sito web). Sai, lavorare per i peggiori inquinatori del mondo ripaga alla grande. Di fronte all’emergenza, quando il clima è incalzante, quando si moltiplicano gli allarmi scientifici e quando gli eventi climatici estremi sono sempre più frequenti; alcune agenzie continuano a seppellire la testa sotto la sabbia, Ecco perché ho scelto di tornare ai Cannes Lions quest’anno, per restituire i miei premi e creare un po’ di imbarazzo ai Publicity Awards. Cannes Lions afferma di essere il ” foyer de la créativité”, sono qui per dire che non c’è creatività su un pianeta morto. Ho dato all’industria della pubblicità più di due decenni della mia vita professionale. Fino a quando non ne ho potuto più. Non posso accettare che così tanto talento e denaro vengano spesi per aiutare le compagnie  fossili a distruggere il pianeta e lavarsene le mani».