A Gorgona lo sviluppo sostenibile passa dal carcere delle libertà

«Nel nostro lavoro abbiamo cercato di illustrare i valori dell’educazione e del lavoro come strumenti per l’acquisizione della libertà dell’individuo»

[13 Luglio 2022]

La sostenibilità deve avere tre gambe: quella ambientale, quella sociale e quella economica. Assioma che diventa ancora più vero se si parla di una piccola isola dell’Arcipelago toscano che da oltre trent’anni è un’isola-carcere. Stiamo ovviamente parlando di Gorgona, uno scrigno di biodiversità interessato da tantissime iniziative che cerano di coniugare queste tre gambe. Una di queste iniziative si è appena conclusa con il coinvolgimento di oltre duecento ragazzi delle scuole superiori di Livorno, Cecina e Lucca.

il “Progetto Gorgona 2021/2022 – Il carcere delle libertà”, è stato promosso dalla Fondazione Laviosa, ideato e coordinato da Flavia Bertolli, docente del liceo scientifico “Majorana” di Capannori e membro del consiglio di amministrazione della stessa Fondazione, che ha tra i suoi obiettivi principali quello di sviluppare e sostenere progetti e azioni con forte valenza sociale ed educativa.

Durante i primi mesi dell’anno infatti gli oltre 200 studenti degli istituti superiori liceo scientifico Majorana di Capannori, istituto tecnologico-agrario Brancoli Busdraghi di Lucca, istituto nautico Cappellini di Livorno, istituto professionale Orlando di Livorno e liceo Fermi di Cecina, hanno svolto un lavoro di studio sui principi alla base dell’articolo 27 della Costituzione italiana e sulla necessità del reinserimento in società dei detenuti che hanno scontato la loro pena; successivamente hanno avuto l’opportunità di conoscere la realtà rieducativa e lavorativa di Gorgona, visitandola insieme ai loro insegnanti e sotto la guida di esperti ambientali e di alcuni detenuti.

Sono stati quindi chiamati a rielaborare i nuovi orizzonti civici ed etici esplorati a Gorgona, attraverso la realizzazione di pannelli grafici e video, che sono stati esposti per un mese all’interno degli spazi dei Bottini dell’Olio di Livorno.

«Nel nostro lavoro abbiamo cercato di illustrare i valori dell’educazione e del lavoro – ha spiegato una delle studentesse vincitrici – come strumenti per l’acquisizione della libertà dell’individuo. Libertà non solo intesa in senso geografico, ma interiore, libertà come capacità di essere ciò che può facilitare lo sviluppo di una vita serena e non essere ciò che conduce all’annientamento di sé e delle propria capacità di vivere all’insegna della piena espressione delle proprie doti e desideri».

Insieme agli elaborati degli studenti sono state esposte anche la collezione di foto dell’agente di polizia penitenziaria Pierangelo Campolattano e i risultati del laboratorio svolto dal fotografo Francesco Sinni.

L’impegno della Fondazione Laviosa per Gorgona e per i suoi detenuti adesso non si ferma, perché proseguono i contatti con le aziende del territorio e con la Camera di commercio di Livorno e Piombino per formare e connettere i futuri ex detenuti alle aziende che hanno bisogno di loro.

Dopo che un detenuto ha espiato la sua pena ed acquisito una professionalità, ha infatti diritto a essere riammesso nella società di cui ora ha gli strumenti per farne parte in maniera responsabile e produttiva. È infatti fondamentale evitare che coloro che dopo aver pagato il proprio debito con la giustizia siano respinti dalla società tornando a delinquere.

Visitare Gorgona e riflettere su Gorgona è dunque un’opportunità di crescita e consapevolezza del concetto di biodiversità,  legalità, redenzione, recupero, riabilitazione.