Wmo: l’ondata di caldo estrema in Europa è legata al cambiamento climatico

Per la prima volta allarme caldo red in Gran Bretagna. E l’Europa occidentale soffoca

[19 Luglio 2022]

Per la prima volta nel Regno Unito sono state previste temperature di 40° C e il Met Office ha emesso il primo avviso Red in assoluto per il caldo eccezionale. In Portogallo e Spagna le temperature hanno raggiunto livelli massimi fino a circa 46 gradi Celsius.

Ieri in gran parte dell’Inghilterra le temperature hanno raggiunto e superato i 30°C e oggi in alcuni luoghi potrebbero arrivare a 40° C. L’allerta nazionale Red Extreme heat riguarda parti dell’Inghilterra centrale, settentrionale, orientale e sudorientale.

Il capo meteorologo del Met Office, Paul Gundersen, aveva annunciato allerta rossa ieri per l’Inghilterra centro-occidentale, mentre oggi il gran caldo si dovrebbe concentrare più a est e nord martedì e ha aggiunto: «E’ probabile che anche le notti siano eccezionalmente calde, specialmente nelle aree urbane. E’ probabile che questo porti a un impatto diffuso sulle persone e sulle infrastrutture. Pertanto, è importante che le persone pianifichino il caldo e considerino di cambiare le loro routine. Questo livello di caldo  può avere effetti negativi sulla salute».

Infatti, parallelamente all’innalzamento fino a Red dell’allarme temperature, l’UK Health Security Agency ha emanato un avviso di innalzamento a 4 dell’attuale livello di  Heat Health Warning per l’Inghilterra.

E’ la prima volta che il Met Office prevede 40° C nel Regno Unito: l’attuale temperatura record nel Regno Unito è di 38,7° C, raggiunta il 25 luglio 2019 al Cambridge Botanic Garden.

Nikos Christidis, climate attribution scientist al Met Office, ha commentato: «Speravamo di non arrivare a questa situazione, ma per la prima volta in assoluto prevediamo una temperatura superiore a 40° C nel Regno Unito. In un recente studio abbiamo scoperto che la probabilità di giornate estremamente calde nel Regno Unito è aumentata e continuerà a farlo nel corso del secolo. Il cambiamento climatico ha già influenzato la probabilità di temperature estreme nel Regno Unito. Le possibilità di vedere giorni a 40° C nel Regno Unito potrebbero essere fino a 10 volte più probabili nel clima attuale rispetto a un clima naturale non influenzato dall’influenza umana. Anche la probabilità di superare i 40° C in una qualsiasi parte del Regno Unito in un dato anno è aumentata rapidamente e, anche con gli attuali impegni sulla riduzione delle emissioni, tali estremi potrebbero verificarsi ogni 15 anni nel clima del 2100».

Friederike Otto, climatologo dell’Imperial College di Londra, ha commentato: «Tra qualche decennio questa potrebbe essere in realtà un’estate piuttosto fresca».

La World Meteorological Organization (Wmo), ricorda che «Gli eventi di caldo estremo si verificano all’interno della variazione climatica naturale a causa dei cambiamenti nei modelli meteorologici globali. Tuttavia, l’aumento della frequenza, della durata e dell’intensità di questi eventi negli ultimi decenni è chiaramente legato al riscaldamento osservato del pianeta e può essere attribuito all’attività umana. Sebbene un aumento della temperatura di fondo di 1° C possa non sembrare significativo, il conseguente aumento della gravità degli eventi di caldo estremo è già evidente nel record osservato. Questo ha impatti diffusi e significativi».

Altre che in Italia, dove stiamo subendo una prolungata ondata di caldo, un caldo ancora più estremo si è già diffuso in Portogallo, Spagna e Francia. In Portogallo, le temperature hanno raggiunto livelli massimi fino a circa 46 gradi Celsius. Allerta rosse sono in vigore per gran parte del Portogallo, dato le condizioni calde aumentano il rischio di incendi. Nelle ultime settimane grossi incendi hanno colpito Portogallo, Spagna, grecia e Francia dove in Gironda, fino a venerdi scorso erano già stati inceneriti dalle fiamme più di 13.000 ettari.

Nella sua ultima allerta meteo, Meteofrance ha messo in allerta Rouge 15 dei 96 dipartimenti e 51 in allerta “orange” e i residenti di quelle aree sono stati esortati a prestare attenzione. L’ondata di caldo nella Francia ha raggiunto probabilmente il picco ieri, con temperature che hanno superato i 40 gradi Celsius.

In Spagna, i vigili del fuoco combattono da giorni contro gli incendi favoriti da temperature insolitamente elevate che hanno raggiunto i 45,7° C.

La Wmo sottolinea che «Un recente studio di modellizzazione, pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, ha concluso che l’espansione di un sistema ad alta pressione sull’Atlantico – l’Anticiclone delle Azzorre – sta portando nella penisola iberica le condizioni più aride negli ultimi mille anni.

Entro la metà della settimana, l’area di alta pressione attualmente sul Regno Unito si sposterà progressivamente a est attraverso l’Europa centro-settentrionale e raggiungerà i Balcani settentrionali, questo si tradurrà in temperature elevate per gran parte dell’Europa occidentale e centrale.

Lorenzo Labrador, scientific officer del Global Atmosphere Watch Programme della WMO, aggiunge; «Vale la pena sottolineare che le alte temperature non sono l’unica conseguenza negativa delle ondate di caldo. L’atmosfera stabile e stagnante funge da coperchio per intrappolare gli inquinanti atmosferici, compreso il particolato, aumentando le loro concentrazioni più vicino alla superficie. Ciò si traduce in un degrado della qualità dell’aria ed effetti negativi sulla salute, in particolare per le persone vulnerabili. Allo stesso modo, l’abbondante luce solare, le alte concentrazioni di alcuni inquinanti atmosferici e l’atmosfera stabile favoriscono episodi di formazione di ozono vicino alla superficie, che ha effetti dannosi su persone e piante».

Lo studio “Human contribution to record-breaking June 2019 heatwave in France”, pubblicato il 2 luglio dagli scienziati del World Weather Attribution, conferma che «Ogni ondata di caldo che si verifica oggi in Europa è resa più probabile e più intensa dal cambiamento climatico indotto dall’uomo».

La Wmo conclude: «Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), la frequenza di alcuni tipi di condizioni meteorologiche e climatiche estreme è in aumento a causa del cambiamento climatico e diversi studi di attribuzione hanno dimostrato che ha reso più intensi molti singoli eventi recenti. Sebbene le connessioni esatte rimangano aperte alla discussione scientifica, vi sono prove crescenti che alcuni aspetti della dinamica atmosferica fisica correlata al riscaldamento artico indotto dall’uomo, a volte possono migliorare le condizioni associate a perturbazioni persistenti nella corrente a getto polare, fornendo prolungati periodi estivi dell’emisfero settentrionale di tempo umido, secco o caldo».

Tornando al Regno Unito, gli scienziati dicono che, nonostante le promesse fatte la premier cond servatore uscente Boris Johnson, il Paese non sta facendo abbastanza per prepararsi alle ondate di caldo sempre più frequenti e intense che porterà il cambiamento climatico.

Eppure,  secondo l’UK Health Security Agency, nel solo 2020 le ondate di caldo hanno causato 2.000 morti nel Regno Unito. E la baronessa Brown, vicepresidente del Climate Change Committee, un organismo statutario indipendente istituito ai sensi del Climate Change Act 2008, ha avvertito che «Senza l’intervento del governo, è  probabile che questa cifra triplichi nei prossimi decenni. Diciamo al governo da oltre 10 anni che nel Regno Unito non siamo abbastanza preparati per il clima davvero caldo che stiamo vedendo ora, in particolare il caldo estremo che molte persone sperimentano nelle loro case».

Hannah Cloke, dell’Università di Reading, ha detto a BBC News che  «E’ una vergogna che le persone muoiano di caldo – o se è per questo anche di freddo – nel Regno Unito. La maggior parte degli edifici e delle infrastrutture del Regno Unito non sono stati progettati per far fronte al tipo di temperature che stiamo vedendo questa settimana e occorre fare molto di più per adattarli. Negli ultimi anni abbiamo fatto grandi passi avanti nella previsione di condizioni meteorologiche e climatiche estreme. Ora abbiamo bisogno di mettere in atto dei sistemi per fare in modo che le persone e i governi agiscano in base agli avvisi che possiamo fornire, con tre ore, tre giorni o tre decenni di anticipo».