Wmo: la più calda estate nell’emisfero nord segnata dal caldo e dai mega-incendi

Gli incendi, il caldo e la siccità record nel West Usa che Donald Trump non vede

[16 Settembre 2020]

Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration Usa, l’emisfero settentrionale ha appena avuto la sua estate più calda e il più caldo agosto mai registrati e, a livello globale, è stato il secondo agosto più caldo mai registrato con 0,94° C  sopra la media del XX  secolo di 15,6 ° C.

Il  Copernicus Climate Change Service, implementato dall’European Centre for Medium-Range Weather Forecasts ,  ha ck lassificato l’agosto 2020 come il quarto agosto più caldo mai registrato a livello globale.

La World meteorological organization (Wmo)ha messo insieme questi dataset internazionali per i suoi rapporti sullo stato del clima globale e diche che «Agosto 2020 ha segnato il 44esmo  agosto consecutivo e il 428esimo mese consecutivo con temperature, almeno nominalmente, superiori alla media del XX secolo. I  10 agosto più caldi si  sono verificati tutti dal 1998. I 5 agosto più caldi si sono verificati dal 2015».

Le variazioni di temperatura più notevoli rispetto alla media durante l’agosto 2020 comprendevano quelle negli Stati contigui del West Usa che, nonostante Trump continui a negare il cambiamento climatico,  stanno subendo una stagione di distruttivi mega-incendi.

California,  Oregon e Washington sono stati i più colpiti, con dozzine di vittime, mentre le fiamme hanno raso al suolo interi quartieri e costretto all’evacuazione di migliaia di persone.

Gli incendi hanno influito sulla qualità dell’aria per milioni di persone e hanno fatto diventare il cielo arancione. Sul Pacifico occidentale si sono formate nuvole di fumo che, secondo le immagini satellitari, hanno viaggiato per più di 1.300 miglia.

Il 13 agosto, quasi 16.500 vigili del fuoco erano ancora al lavoro per cercare di contenere i 28 maggiori incendi in tutta la California dove, dall’inizio dell’anno, gli incendi hanno bruciato oltre 3,2 milioni di acri. secondo Cal Fire, dal 15 agosto, quando l’attività antincendio in California è aumentata, ci sono stati 24 morti e oltre 4.200 strutture distrutte .

Per il National Interagency Fire Center Usa, dei 41.599 incendi censiti fino ad oggi quest’anno, 36.383 sono stati causati dall’uomo e hanno bruciato un totale di 2.510.743 acriin tutti gli Usa. La California è al primo posto, con 7.072 incendi causati dall’uomo. Ma la Wmo smentisce Trump e dice che «Anche le condizioni meteorologiche, climatiche e idriche hanno favorito la rapida crescita degli incendi».

Nella prima metà del 2020, Il West Usa ha subito un’espansione delle condizioni di siccità. Ad agosto, le condizioni di siccità e le alte temperature sono continuate e hanno peggiorato la siccità in tutto il West. In Agosto, l’area degli Stati Uniti contigui che ha registrato un certo livello di siccità è aumentata del 7%,  portando a quasi il 40% degli Usa in condizioni di siccità.

Come se non bastasse, a metà agosto negli Stati del West Usa c’è stata una prolungata un’ondata di caldo record: nella Death Valley, in California le temperature hanno toccato il record di 54,4° C. I forti venti hanno portato sempre più caldo e il caldo e la scarsa umidità hanno alimentato gli incendi.

Secondo  CalFire, l’umidità di una tempesta tropicale in rapido indebolimento a sud ha provocato forti temporali che si sono spostati nella California costiera accompagnati da  migliaia di fulmini .  Tra il 15 agosto e la fine di agosto si sono verificati più di 14.000 fulmini.

Quest’anno si sono verificati 6 dei 20 più grandi incendi nella storia della California e, senella lista di CalFire,  dei 20 più grossi incendi, 8 dei primi 10 si sono verificati negli ultimi dieci anni e 17 dei primi 20 si sono verificati dal 2000. 7 dei primi 10 mega-incendi più distrutivi  sono verificati dal 2015.

La Wmo sottolina che «Gli incendi fanno parte del ciclo naturale della vita in molti ecosistemi negli Stati Uniti occidentali. Quando un fuoco divampa, uccide i parassiti, mentre fa germogliare una generazione di nuove piantine e il ciclo di crescita della foresta ricomincia. Ma troppi incendi potrebbero alterare in modo permanente l’ecosistema.

Il Fourth National Climate Assessment,, un rapporto inter-agenzia del governo Usa – che evidentemente Trump non ha letto – ha rivelato che dal  1984 al 2015 il riscaldamento globale ha causato l’incendio del doppio del territorio rispetto a una situazione in cui il cambiamento climatico non si fosse verificato. E anche se ci sono altri fattori coinvolti negli incendi boschivi, come la soppressione degli incendi e le pratiche locali di gestione degli incendi, dal 1916 al 2003, l’area bruciata dagli incendi è stata probabilmente segnata anche da fattori climatici.

Secondo il  Quarto National Climate Assessment, il  cambiamento climatico ha portato a siccità più intense, soprattutto in tutta la California. Queste siccità, combinate con l’aumento delle temperature, hanno essiccato le foreste, rendendole polveriere.

Il Fourth National Climate Assessment afferma che «La siccità meteorologica 2011-2015 in California, combinata con il riscaldamento futuro, porterà a cambiamenti a lungo termine nella copertura del suolo, portando a una maggiore probabilità di feedback climatici (ad esempio, siccità e incendi) e a cambiamenti dell’ecosistema».