Vino, i cambiamenti climatici anticipano la vendemmia italiana di un mese

Coldiretti: si prevede un’annata di buona/ottima qualità ma la produzione cala, sarà testa a testa con la Francia per il primato

[13 Agosto 2020]

Da nord a sud della Penisola la vendemmia parte tradizionalmente con le uve Pinot e Chardonnay, per poi proseguire a settembre ed ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo, fino a concludersi a novembre con le uve di Aglianico e Nerello su 658mila ettari coltivati a livello nazionale. Anche quest’anno la tradizione del vino è rispettata: la raccolta è iniziata in questi giorni nella provincia di Brescia, in Franciacorta, che inaugura l’inizio della vendemmia con le uve Chardonnay, seppure in largo anticipo rispetto al recente passato.

«Dal punto di vista temporale l’inizio della vendemmia – spiegano dalla Coldiretti, la più grande associazione di agricoltori in Europa – è praticamente in linea con quello degli ultimi anni che, per effetto dei cambiamenti climatici, evidenziano però un anticipo di circa un mese rispetto a 30 anni fa che smentisce il proverbio “ad agosto riempi la cucina e a settembre la cantina”».

E il clima, com’è ovvio, oltre alle tempistiche influenzerà anche i rendimenti della vendemmia. Per il 2020 si attende con una produzione di vino Made in Italy stimata attorno ai 45 milioni di ettolitri in calo di circa il 5% rispetto allo scorso anno e sarà dunque testa a testa per il primato mondiale con la Francia dove la produzione – dettaglia la Coldiretti – è stimata fra 44,7 e 45,7 milioni di ettolitri secondo il Servizio statistica e previsioni del ministero dell’agricoltura d’Oltralpe, mentre in Spagna si stimano fra 43 e i 44 milioni di ettolitri.

Quel che non difetta resta la qualità. Nonostante un meteo pazzo con caldo africano alternato a bombe d’acqua e grandinate – sottolinea Coldiretti – si prevede per l’Italia una annata di buona/ottima qualità anche se l’andamento della raccolta dipenderà molto dal resto del mese di agosto e da quello di settembre per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo.

«Con la vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera oltre 11 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio», spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare «l’importanza di sostenere un settore che svolge un ruolo da traino del Made in Italy in Italia e all’estero».

La produzione tricolore sarà destinata per circa il 70% a vini Docg, Doc e Igt – sottolinea la Coldiretti – con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento per i vini da tavola. Sul territorio nazionale ci sono 567 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi a dimostrazione del ricco patrimonio di biodiversità su cui può contare l’Italia che vanta lungo tutta la Penisola la possibilità di offrire vini locali di altissima qualità grazie ad una tradizione millenaria.