Un’altra primavera è passata all’insegna della crisi climatica, Cnr: +0,84 °C in Italia

Il clima italiano si surriscalda a velocità quasi doppia rispetto al resto del mondo, mentre il nostro percorso di decarbonizzazione non conosce sostanziali progressi da almeno un quadriennio

[22 Giugno 2020]

Il solstizio d’estate si è portato via un’altra primavera caratterizzata dal surriscaldamento delle temperature, a livello globale e nazionale: Una conferma i cambiamenti del clima che si avvertono anche in Italia – sottolineano dalla Coldiretti – dove la primavera 2020 è stata la nona più bollente dal 1800 secondo Isac Cnr che ha rilevato una temperatura superiore di 0,84 gradi la media».

Un dato che segna un incremento minore nel nostro Paese rispetto a quello medio globale, come spiegano dalla più grande organizzazione agricola europea, ma che non offre elementi di rassicurazione. Sulla base della banca dati Noaa, il National climatic data centre statunitense che rileva i dati climatici dal 1880, questa primavera «si è classificata come la seconda più calda di sempre sul pianeta a livello climatologico facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 1,06 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo».

In compenso, la primavera italiana oltre che dal riscaldamento globale è stata segnata anche da molti eventi meteorologici estremi: «L’agricoltura – osserva non a caso la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio».

E basta allargare il campo d’osservazione per accorgersi come, anche a livello di temperature, l’Italia continui ad essere al centro della crisi climatica in corso nonostante una primavera meno rovente della media globale. L’Annuario dei dati ambientali presentato poche settimane fa dall’Ispra mostra che il clima italiano si surriscalda a velocità quasi doppia rispetto al resto del mondo – +1,71° nel 2018 contro +0,98° globale – e nonostante questo il nostro percorso di decarbonizzazione non conosce sostanziali progressi da almeno un quadriennio.