Un punto di non ritorno climatico nella corrente di Humboldt ha portato (e porterà) al cambiamento delle specie ittiche

Le acciughe potrebbero presto scomparire. Ricostruito il legame tra il riscaldamento degli oceani e il passaggio a specie di pesci più piccole

[10 Gennaio 2022]

Secondo lo studio “Smaller fish species in a warm and oxygen-poor Humboldt Current System”, pubblicato su Science da un team di ricercatori tedeschi, canadesi e statunitensi guidato dalla Christian-Albrechts-Universität zu Kiel (CAU), «Cambiamenti fondamentali negli oceani, come il riscaldamento, l’acidificazione o l’esaurimento dell’ossigeno, possono avere conseguenze significative sulla composizione degli stock ittici, compreso lo spostamento di singole specie».

Utilizzando campioni di sedimenti prelevati nell’area del sistema della corrente di Humboldt, al largo del Perù, lo studio ha ricostruito le condizioni ambientali di 125.000 anni fa , durante l’interglaciale Eemiano, un  periodo caldo e i ricercatori sono stati così in grado di dimostrare che «A temperature più calde, specie di pesci simili al ghiozzo, più piccole, diventavano dominanti e respinsero importanti pesci alimentari come l’acciuga (Engraulis ringens)».

Lo studio fa notare che questo trend è indipendente dalla pressione e dalla gestione della pesca: «Il maggior riscaldamento del sistema di corrente di Humboldt a seguito del cambiamento climatico ha implicazioni di più ampia portata per l’ecosistema e l’industria della pesca globale di quanto si pensasse in precedenza».

Il mare al largo della costa occidentale del Sud America è una delle zone di pesca più vitali e produttive della terra. Circa l’8% delle catture globali di specie marine proviene dalle aree al largo delle coste del Perù, dove la corrente di Humboldt in prossimità della superficie fornisce un elevato apporto di nutrienti e quindi cibo sufficiente per specie ittiche sfruttate commercialmente come l’acciuga. Il 10% del pescato totale mondiale di acciughe proviene da questa sola regione e gran parte viene trasformato in farina e olio di pesce e utilizzato principalmente per l’acquacoltura in Cina e Norvegia. Ma la pesca alle acciughe nel sistema di upwelling di Humboldt è in calo e, mentre finora si apensava che fosse colpa del sovrasfruttamento dello stock di acciughe, lo studio evienzia che «Le cause dei cambiamenti di specie sono principalmente dovuti ai cambiamenti climatici».

Il team internazionale ha studiato per la prima volta le relazioni tra temperatura, ossigeno, apporto di nutrienti e presenza di singole specie di pesci utilizzando i dati aleo-oceanografici provenienti dalla regione della Corrente di Humboldt. Gli scienziati si sono concentrati sull’interglaciale Eemiano, quando le condizioni erano simili a quelle previste dalle proiezioni climatiche (ad esempio, il rapporto IPCC) per la fine del XXI secolo al più tardi: produzione primaria comparabile ma temperature dell’acqua 2 gradi Celsius più alte di oggi e maggiore carenza di ossigeno a profondità medie.

Per i loro studi paleooceanografici, i ricercatori della CAU hanno analizzato soprattutto le vertebre di piccoli pesci che sono stati in grado di isolare dalle carote di sedimenti e dicono che, secondo i risultati dello studio, «I pesci più piccoli, simili a ghiozzi, predominavano nelle acque costiere durante l’antico periodo caldo, mentre le acciughe costituivano solo una piccola parte. I pesci con corporature più piccole possono adattarsi meglio alle temperature più calde. Mantengono la loro elevata attività anche in acque meno ossigenate grazie alla loro maggiore superficie branchiale rispetto al loro volume corporeo».

Il principale autore dello studio, Renato Salvatteci del Center for Ocean and Society CAU e del progetto Humboldt-Tipping, spiega che «Le condizioni di questo periodo caldo passato che siamo stati in grado di ricostruire dai nostri campioni possono sicuramente essere paragonate allo sviluppo attuale e contestualizzate con gli scenari futuri per le condizioni calde e a basso contenuto di ossigeno. Dai nostri risultati concludiamo che gli effetti del cambiamento climatico indotto dall’uomo possono avere un’influenza sull’evoluzione degli stock nella regione più forte di quanto si pensasse».

Lo studio fa inoltre notare che «I pesci più piccoli sono più difficili da catturare e meno appetibili.

Un altro autore dello studio, Ralph Schneider, dell’Institute of Geosciences dell’Università di Kiel <, aggiunge che «I nostri studi che utilizzano carote di sedimenti possono fornirci informazioni abbastanza accurate sui cambiamenti e le loro dinamiche che si sono verificati nelle acque costiere altamente produttive di tutto il mondo sulla scia di diversi stati climatici e su diverse scale temporali. I risultati indicano che a causa del riscaldamento crescente nell’area di upwelling della corrente di Humboldt, l’ecosistema si sta dirigendo verso un punto di non ritorno oltre il quale le acciughe inizieranno a ritirarsi e non continueranno a dominare le zone di pesca vicino alla costa».

Concludendo, Salvatteci riassume: «Nonostante una strategia di gestione flessibile, sostenibile e adattiva, la biomassa e gli sbarchi di acciughe sono diminuiti, suggerendo che siamo più vicini al punto di non ritorno ecologico di quanto si sospettasse. I risultati dello studio aiutano a valutare meglio fino a che punto un oceano in fase di riscaldamento può fornire cibo sufficiente per la popolazione mondiale e quali cambiamenti dovrebbero essere previsti per lo sviluppo di importanti specie ittiche come l’acciuga».