Trump: «I cambiamenti climatici vanno in entrambe le direzioni»

Le dichiarazioni di Trump in Gran Bretagna contraddicono tutto ciò che ha fatto contro il clima

[6 Giugno 2019]

Intervistato nello show “Good Morning Britain” dopo aver incontrato il Principe Carlo durante la sua contestata visita in Gran Bretagna, il presidente Usa Donald Trump ha detto: «Credo che ci sia un cambiamento nel clima, e penso che cambi in entrambe le direzioni».

La risposta più succinta e azzeccata a questa esibizione di negazionismo climatico occulto ci sembra quella di Michael Brune, direttore esecutivo di Sierra Club – la più grande, diffusa e autorevole associazione ambientalista Usa – che ha detto: «L’’ignoranza di Donald Trump è una minaccia per il futuro di ogni persona del pianeta».

Trump se ne è uscito con questa banalità ecoscettica dopo un colloquio di 90 minuti con il Principe del Galles e, come se non bastasse, ha aggiunto di condividere il desiderio di Carlo di «Un buon clima», ma poi ha accusato le altre nazioni di aumentare l’inquinamento. Se non conoscessimo la materia di cui è fatto quest’uomo ci sarebbe da scandalizzarsi: Trump ha rottamato  le politiche climatiche ed energetiche di Barack Obama, ha annunciato l’uscita degli Usa dall’Accordo di Parigi e ha ridotto a uno zerbino del suo staff di negazionisti climatici le agenzie federali che avevano avuto l’ardire di avvertirlo che il cambiamento climatico è reale.

Trump ha mostrato anche un certo fastidio per il protrarsi del suo incontro con il Principe Carlo che avrebbe dovuto durare solo 15 minuti: «Ha parlato per la maggior parte del tempo, ed era davvero interessato ai cambiamenti climatici e penso che sia grandioso. Vuole assicurarsi che le generazioni future abbiano un clima che sa un buon clima rispetto a un disastro e sono d’accordo». Poi ha dato la colpa ad altri Paesi, in particolare Cina, India e Russia, per il peggioramento della qualità dell’aria e dell’acqua, sostenendo che gli Usa «hanno uno dei climi più puliti che ci siano».

Evidentemente l’ora e mezzo di colloquio con il principe ambientalista non è servita a niente e Trump ha subito ripreso ad attaccare la scienza climatica: «Non dimenticarlo, si chiamava global warming, non funzionava, si chiamava climate change, ora si chiama clima estremo perché con condizioni meteorologiche estreme non si può sbagliare».  Sembra di sentir parlare Matteo Salvini all’Arena di Giletti (ma l’imitatore tra i due è il capo della Lega ex Nord) e Trump non ha mancato di fare riferimento a esempi passati di disastri meteorologici per confutare l’idea che il “clima estremo” stia diventando più comune a causa dei cambiamenti climatici: «Non ci si ricorda di tornado simili negli Stati Uniti,  ma poi, quando si guarda indietro a 40 anni fa, abbiamo avuto la peggiore baldoria di tornado che abbiamo mai avuto. Nel 1890 abbiamo avuto i nostri peggiori uragani». Affermazione subito confutata da scienziati (e vignettisti) che Trump semplicemente non ascolta.

Una tesi certamente non condivisa dal principe Carlo – che si occupa di questioni ambientali di decenni – ma Trump non ha certo cambiato opinione sugli scienziati che ha accusato di avere un «programma politico».

Per Trump il cambiamento climatico resta la stessa “bufala” inventata dai cinesi della campagna elettorale, anche se ora non lo dice più pubblicamente. Mentre accusa gli altri di inquinare il mondo, la sua amministrazione ha sepolto le norme di protezione dell’ambiente e incentivato le trivellazioni petrolifere e le centrali a carbone e nucleari.

Secondo l’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) il  mondo è oggi in media circa 1° C più caldo di quanto non lo fosse prima della rivoluzione industriale e i migliori scienziati e le agenzie climatiche di tutto il mondo hanno avvertito che questo riscaldamento sempre più rapido e indotto dalle emissioni delle attività antropiche e che potrebbe avere gravi implicazioni per la stabilità climatica (e non solo) del pianeta.

Ma la cosa più ipocrita detta da Trump è quella di essere «Commosso dalla passione per le generazioni future» del Principe Carlo. Come fa notare ThinkProgress, «E’ un’affermazione che contraddice gli sforzi della sua amministrazione per fermare una storica denuncia sul clima dei giovani contro il governo federale».

Si tratta di una causa intentata al 9th U.S. Circuit Court of Appeals di Portland, in Oregon, da Our Children’s Trust  e che gli esperti legali hanno definito una parte rivoluzionaria del  contenzioso sul clima: i giovani ritengono il governo federale Usa responsabile del cambiamento climatico perché sostiene un sistema che dipende dai combustibili fossili e prendere attivamente misure per continuare a sostenerlo, violando così i diritti delle nuove generazioni previsti nel quinto emendamento. I 21 bambini e ragazzi che hanno avviato la causa contro l’amministrazione Trump dicono che rischiano di essere privati ​​dei loro «diritti alla vita, alla libertà, alla proprietà e risorse pubbliche da parte di atti del governo federale che distruggono consapevolmente, mettono in pericolo e compromettono il clima e l’inalienabile sistema del quale la natura ci ha dotato»,

Secondo Julia Olson, rappresentante legale di Our Children’s Trust, «Il governo sta discriminando le giovani generazioni. Il governo svaluta la vita di questi giovani prendendo decisioni sulle politiche energetiche. Li considera di meno e dà più valore agli adulti di oggi. La discriminazione del governo nei confronti di questa generazione più giovane dovrebbe essere dichiarata incostituzionale. Se guardiamo indietro al XX secolo, possiamo vedere che la discriminazione razziale e sessuale erano all’epoca le questioni costituzionali. Quando i nostri pronipoti guarderanno indietro … vedranno che la distruzione del clima voluta dal governo è stata la questione costituzionale di questo secolo».

Secondo l’avvocato dell’Amministrazione Trump, «Questo diritto costituzionale venga affermato dai querelanti nemmeno esiste». Quindi quando Trump, dopo aver parlato con il Principe del Galles dice che le generazioni future dovrebbero avere un buon clima,invece che un disastro, sembrerebbe più d’accordo con i giovani di di Our Children’s Trust  che lo hanno querelato che con il suo avvocato.

Ma le contraddizioni per quest’uomo e per i suoi epigoni della neo-destra italiana europea sono acqua fresca, o fastidiosa forfora da scuotersi dalla giacca prima di andare in qualche show televisivo a confondere, senza contraddittorio, il tempo con il clima e a diffondere banalità antiscientifiche e fake news.