Tra trent’anni il clima in Italia potrebbe essere più caldo di altri 2°C

Wwf: «Siamo all’ultima chiamata per cercare di limitare l’incremento della temperatura»

[13 Ottobre 2021]

Il clima in Italia è sempre più “bollente”, dato che rispetto al 1880 la temperatura media è aumentata infatti di quasi 2,4°C, molto più velocemente rispetto alla media mondiale che si è fermata a circa +1,1°C. Ecco perché la Giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali, che cade oggi, ci riguarda particolarmente da vicino.

Solo nel 2020 sono stati censiti per l’Italia oltre 1.200 eventi meteorologici estremi connessi al cambiamento climatico. Si tratta del valore più alto mai registrato dopo l’anno record 2019, dal 2008 si sono moltiplicati otto volte e questa è la tipologia: +480% i tornado, +580% le piogge intense e le bombe d’acqua, +1.100% le grandinate e +1.200% le raffiche di vento.

«Come ci conferma il rapporto Ipcc, siamo all’ultima chiamata per cercare di limitare l’incremento della temperatura globale a 1,5°C. Imperativo: ridurre fortissimamente, ed entro breve tempo azzerare, le emissioni di gas climalteranti, a cominciare dalla CO2 e dal metano», commenta Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed energia del Wwf Italia.

A livello globale le concentrazioni atmosferiche di CO2 sono già oggi le più alte degli ultimi 2 milioni di anni, e gli attuali impegni climatici profusi a livello internazionali restano molto lontani dall’essere sufficienti per invertire il trend. A livello locale, per l’Italia – che pure procede assai a rilento su rinnovabili e riduzione delle emissioni – questo potrebbe portare a conseguenze particolarmente gravi.

«Gli ultimi anni in Italia sono stati caratterizzati da incrementi di temperatura sempre più elevati e si stima – argomentano dal Wwf – un possibile aumento della temperatura fino a 2°C nel periodo 2021-2050 (rispetto a 1981-2010), con una diminuzione delle precipitazioni nel periodo estivo (più lieve in primavera) per il Sud e per il Centro Italia e un aumento nel periodo invernale nel Nord Italia.

Il territorio italiano, a causa della mala gestione, è particolarmente esposto al rischio idrogeologico, soprattutto nei centri urbani, dove le superfici impermeabili sono ricoperte da cemento e asfalto. Con l’aumento delle temperature, nonché la maggiore frequenza e durata delle ondate di calore o di eventi di precipitazione intensa, a subire maggiori conseguenze potrebbero essere bambini, anziani, persone fragili. Anche i sistemi agricoli possono andare incontro ad una aumentata variabilità delle produzioni con una tendenza alla riduzione delle rese per molte specie coltivate, accompagnata da una probabile diminuzione della qualità dei prodotti. Impatti negativi sono attesi anche per allevamento, con ripercussioni sulla qualità e la quantità delle produzioni».