Torna El Niño, Fao: prepararsi alla minaccia con azioni anticipatrici

Migliorerà la situazione nel Corno d’Africa, maggiori rischi di siccità in Africa meridionale, America centrale ed Estremo Oriente

[27 Aprile 2023]

Dopo 3 anni di prolungata presenza, La Niña ha lasciato la scena atmosferica globale, facendo probabukmente posto all’imminente arrivo di El Niño, un evento meteorologico globale che solitamente si comporta in modo opposto.  Secondo la Fao, «Questo potrebbe essere un sollievo per alcune aree colpite dalla siccità come il Corno d’Africa, ma potrebbe portare problemi ad altre parti dell’Africa, dell’America centrale e dell’Estremo Oriente asiatico».

Generalmente, gli eventi di El Niño si verificano ogni 2 o 7 anni, intermezzati da episodi di La Niña e da condizioni neutre. Catalizzato  dal riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico, El Niño ha una grande influenza sui modelli di temperatura e precipitazioni in molte parti del mondo, provocando eventi meteorologici estremi tra cui siccità, inondazioni e tempeste. Sebbene gli eventi e gli impatti di El Niño non siano mai uguali, i modelli ampiamente più comuni  migliorano le previsioni sulle possibili conseguenze regionali. L’approccio della Fao  è stato quello di «Mappare i cambiamenti nelle condizioni della vegetazione nelle terre coltivate del mondo e combinare questa analisi con i calendari delle colture per comprendere meglio in che modo i deficit di precipitazioni possono influire sulla produzione: gli effetti dello stress idrico variano durante il ciclo di vita di una coltura. Questo approccio aiuta a identificare le aree a rischio più elevato – quelle in cui le condizioni di siccità influiscono sull’intero ciclo colturale – e guida il tipo di interventi da attuare».

Dato il numero record di persone che stanno affrontando un’insicurezza alimentare acuta, la Fao  sta esaminando le aree del mondo che sono particolarmente vulnerabili a El Niño e come potrebbero essere intraprese azioni preventive per mitigarne i rischi.

Secondo il nuovo rapporto “GIEWS Update – El Niño to return in 2023 following a three-year La Niña phase, 26 April 2023” dei Global Information and Early Warning Systems della Markets and Trade Division e dell’Office of Climate Change, Biodiversity and Environment della Fao, «L’Africa meridionale, l’America centrale e i Caraibi e parti dell’Asia destano particolare preoccupazione, poiché un certo numero di Paesi in queste regioni deve già affrontare alti livelli di insicurezza alimentare acuta e stagioni di raccolta essenziali rientrano nei modelli meteorologici di condizioni più secche tipici  di El Niño. Anche le aree settentrionali del Sud America sono a rischio di potenziale siccità, mentre l’Australia normalmente sperimenta la soppressione delle precipitazioni».
Rein Paulsen, capo dell’ufficio per le emergenze e la resilienza della Fao, evidenzia che «Gli allarmi precoci significano che dobbiamo agire tempestivamente e in anticipo, e sosterremo i nostri membri in questi sforzi, nella misura massima consentita dalle risorse».
Ricordando l’El Niño del 2015 e del 2016, che colpì più di 60 milioni di persone in circa 23 Paesi, la Fao ha lavorato assiduamente con i suoi Paesi membri, compresi molti di quelli in cui la sicurezza alimentare potrebbe essere influenzata dall’imminente El Niño – e altre agenzie Onu  per stabilire piani d’azione e protocolli preventivi e spiega che «Sono state elaborate procedure operative standard per accelerare interventi tempestivi come la creazione di depositi comunitari di sementi, la valutazione di riserve alimentari strategiche e il rafforzamento delle campagne di sorveglianza della salute degli animali».

Per esempio, in Burkina Faso, Ciad, Niger, Madagascar meridionale, Malawi, Zimbabwe, Filippine, Pakistan e America centrale, la Fao ha sviluppato protocolli di azione preventiva per la siccità e, se le previsioni su EL Niño dovessero concretizzarsi, è pronta ad agire tempestivamente, in coordinamento con i governi e i partner.
Secondo le previsioni più recenti, sono aumentate le probabilità che un evento El Niño si verifichi da giugno in poi e la Fao sta già avviando i primi preparativi per sostenere i Paesi colpiti. Per Oscar Rojas, agrometeorologo della Fao, «Le previsioni a questo punto sono chiare, ma inevitabilmente possono essere portate avanti con scarsa fiducia a causa della loro bassa forza durante il periodo maggio-giugno-luglio»
In base alle Standard Operating Procedures for Early Action to El Niño/La Niña Episodes dell’United Nations Interagency Standing Committee (IASC), «Le iniziative di azione anticipatoria procedono di pari passo con la probabilità che si stia preparando un evento di El Niño».  Di solito, El Niño provoca un aumento della temperatura media globale e è legato al livello record della temperatura media globale registrato nel 2016, quando si sono verificate varie calamità che hanno provocato u un enorme rilascio di carbonio, come gli incendi di foreste e torbiere in Indonesia e miliardi di alberi decimati dalla siccità in Amazzonia.

Fao, OCHA e Wmo insieme ad altre agenzie Onu e partner stanno monitorando la situazione per determinare quali saranno i paesi a più alto rischio nel corso dell’anno e le previsioni sono che  «Mentre la pioggia sarà un gradito sollievo per gli agricoltori in Argentina e nel Vicino Oriente asiatico, El Niño può anche causare gravi inondazioni, che possono danneggiare l’agricoltura e aumentare il rischio di malattie». Si tratta di un rischio che la Fao ha esaminato in particolare per quanto riguarda l’Africa orientale dove, dopo 4 anni di estrema scarsità di precipitazioni, la ripresa richiederà comunque molto tempo anche se torneranno finalmente le precipitazioni.
Australia, Brasile e Sudafrica, tutti grandi produttori ed esportatori di cereali, sono tra i Paesi a rischio siccità, così come moltissimi altri Paesi dell’Africa centrale e occidentale, del sud-est asiatico e dei Caraibi. Invece, i raccolti di esportatori come Argentina, Turchia e Stati Uniti d’America, oltre che per i paesi dell’Asia centrale, sono a rischio per le precipitazioni eccessive.