Studio Nasa: l’influenza umana sulla siccità globale risale a 100 anni fa (VIDEO)

Il cambiamento climatico non è solo un problema futuro: sta accadendo ora. Trovate le "impronte digitali"

[2 Maggio 2019]

Secondo lo studio “Twentieth-century hydroclimate changes consistent with human influence” pubblicato su Nature da un team di ricercatori statunitensi guidato da Kate Marvel del  Goddard Institute for Space Studies (Giss) della Nasa, I gas serra antropici e le particelle atmosferiche hanno influenzato il rischio di siccità globale fin dall’inizio del XX secolo.

Alla NASA spiegano che lo studio «ha confrontato i dati di umidità del suolo previsti e reali per cercare influenze umane sui modelli di siccità globale nel XX secolo. I modelli climatici prevedono che una “impronta digitale” umana – un modello globale di essiccamento e umidificazione regionale caratteristico della risposta climatica ai gas serra – dovrebbe essere visibile all’inizio del 1900 e aumentare nel tempo con l’aumento delle emissioni. Utilizzando i dati di osservazione, quali le precipitazioni e dati storici ricostruiti dagli anelli degli alberi, i ricercatori hanno scoperto che i dati del mondo reale hanno cominciato ad allinearsi con l’impronta digitale entro la prima metà del XX secolo».

Il team di ricercatori statunitensi sottolinea che «Lo studio è il primo a fornire prove storiche che colleghino le emissioni prodotte dall’uomo e la siccità su scala quasi globale, dando credibilità a modelli lungimiranti che prevedono tale connessione». Secondo la nuova ricerca, «L’impronta digitale probabilmente aumenterà nei prossimi decenni, portando potenzialmente a gravi conseguenze per l’uomo».

Come indicatore di siccità lo studio ha utilizzato il Palmer Drought Severity Index (PDSI) che calcola la media dell’umidità del suolo nei mesi estivi utilizzando dati quali precipitazioni, temperatura dell’aria e deflusso. Attualmente la NASA misura l’umidità del suolo dallo spazio, ma queste misurazioni risalgono solo al 1980. Il PDSI fornisce ai ricercatori un’umidità media del suolo per lunghi periodi di tempo, rendendolo particolarmente utile per la ricerca sui cambiamenti climatici in passato.

Il team ha utilizzato anche degli atlanti della siccità che contengono le mappe di dove e quando la siccità è avvenuta nel corso della storia, calcolata grazie agli anelli degli alberi. Lo spessore degli anelli degli alberi indica gli anni umidi e secchi per tutta la durata della loro vita, fornendo dati antichi che vanno a integrare quelli storici e più moderni.

La Marvel, che lavora anche per la Columbia University, evidenzia che «Questi documenti risalgono a secoli. Abbiamo un quadro completo delle condizioni globali di siccità che si estendono storicamente e che sono sorprendentemente di alta qualità».

Messe nsieme, le misurazioni dell’umidità del suolo e le registrazioni del passato basate sugli anelli degli alberi creano un dataset che il team ha confrontato con i modelli, calibrando anche i loro dati rispetto ai modelli climatici gestiti con condizioni atmosferiche simili a quelle del 1850, prima che la rivoluzione industriale facesse aumentare i se i gas serra e l’inquinamento atmosferico.

L’altro autore principale dello studio, il climatologo Ben Cook del Giss e del Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University, aggiunge: «Siamo rimasti molto sorpresi dal fatto che si possa vedere questa impronta digitale umana, questo segnale umano del cambiamento climatico, emergere nella prima metà del XX secolo».

La storia cambiò per un  breve periodo tra il 1950 e il 1975, quando l’atmosfera divenne più fresca e più umida. Il team ritiene che «questo ciò sia dovuto agli aerosol o alle particelle nell’atmosfera». Prima delle approvazioni delle leggi sulla qualità dell’aria, l’industria ha emesso grandi quantità di fumo, fuliggine, anidride solforosa e altre particelle che i ricercatori ritengono abbiano allora diminuito la luce solare e neutralizzato gli effetti di riscaldamento dei gas serra. Alla Nasa spiegano che «Gli aerosol sono più difficili da modellare rispetto ai gas serra, tuttavia, così mentre sono il più probabile colpevole, il team ha avvertito che sono necessarie ulteriori ricerche per stabilire un legame preciso».

Dopo il 1975, con il declino dell’inquinamento, i modelli di siccità globale hanno ricominciato a identificare le impronte digitali della siccità, ma  non abbastanza evidenti da consentire al team di affermare statisticamente che il segnale era riapparso, ma concordano sul fatto che i trend dei dati va in quella direzione.

La Marvel fa notare che «Ciò che ha reso questo studio innovativo è stato vedere il quadro generale della siccità globale, Le singole regioni possono avere una significativa variabilità naturale di anno in anno, rendendo difficile stabilire se una tendenza alla siccità sia dovuta all’attività umana. La combinazione di molte regioni in un atlante della siccità globale significava che c’era un segnale più forte se la siccità si verificava in più punti contemporaneamente. Se si guarda l’impronta digitale, si può dire: ‘Si sta prosciugando nelle aree che dovrebbero diventare più secche? Sta diventando sempre più umido nelle aree in cui dovrebbe diventare più umido?'” E’ un lavoro di detective climatico, come una vera e propria impronta digitale su una scena del crimine: è un modello unico».

Cook ricorda che «Le precedenti valutazioni delle organizzazioni climatiche nazionali e internazionali non avevano collegato direttamente le tendenze nei modelli di siccità a livello globale alle attività umane, principalmente a causa della mancanza di dati a sostegno di tale collegamento. Dimostrando un’impronta umana sulla siccità in passato, questo studio fornisce la prova che le attività umane potrebbero continuare ad influenzare la siccità in futuro. Parte della nostra motivazione era quella di chiederci se tutti questi progressi nella nostra comprensione dei cambiamenti climatici naturali rispetto a quelli causati dagli esseri umani, dei modelli climatici e del paleoclima, abbiamo fatto avanzare la scienza fino a dove possiamo iniziare a rilevare l’impatto umano sulla siccità? La risposta è sì».

I modelli prevedono che la siccità diventerà più frequente e forte con l’aumentare delle temperature, causando potenzialmente carenza di cibo e acqua, impatti sulla salute umana, incendi distruttivi e conflitti tra i popoli che competono per le risorse.

Cook conclude: «Il cambiamento climatico non è solo un problema futuro, Tutto questo dimostra che sta già influenzando i modelli globali di siccità, l’idroclima, i trend, la variabilità: sta accadendo ora. E ci aspettiamo che queste tendenze continuino, finché continueremo a riscaldare il mondo».

Videogallery

  • Human Influence on Global Droughts Goes Back 100 Years