Stato dell’Unione dell’energia: progressi per la transizione verso l’energia pulita, base per una ripresa verde

I consigli all’Italia della Commissione Ue: meno sussidi alle energie fossili, più rinnovabili

[15 Ottobre 2020]

La Commissione europea ha adottato  la relazione 2020 sullo stato dell’Unione dell’energia e i documenti di accompagnamento incentrati su diversi aspetti della politica energetica dell’Ue e sottolina che «La relazione di quest’anno, che è la prima dall’adozione dell’European Green Deal, esamina il contributo dell’Unione dell’energia agli obiettivi climatici a lungo termine dell’Europa».

La relazione esamina le 5 diverse dimensioni dell’Unione dell’energia: decarbonizzazione, comprese le energie rinnovabili, efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno dell’energia, ricerca, innovazione e competitività».

Le valutazioni di ognuno dei 27 piani nazionali per l’energia e il clima (PNEC) analizzano il percorso compiuto e le ambizioni degli Stati membri nel conseguimento degli obiettivi in materia di clima e energia per il 2030. La valutazione generale ha indicato che «Gli Stati membri sono in grado di conseguire questi obiettivi e che la maggior parte di essi ha già compiuto buoni progressi in tal senso. Le relazioni sottolineano inoltre il contributo che il settore dell’energia può apportare alla ripresa dell’Ue dalla crisi economica determinata dalla pandemia di Covid-19. L’Unione dell’energia ha retto finora piuttosto bene alle pressioni esercitate dalla pandemia sui sistemi energetici e sui lavoratori del settore energetico nell’Ue».

Second l Wwf, «L’Italia ha ampio margine di miglioramento del PNIEC, anche in vista dell’innalzamento del target di riduzione delle emissioni climalteranti al 2030; occorre ridurre fortemente l’espansione in atto dell’uso di gas naturale e mettere al centro degli interventi invece le energie rinnovabili, unico pilastro della decarbonizzazione, insieme all’efficienza energetica. Occorre dunque investire sulle rinnovabili, sull’efficienza e sull’innovazione, altrimenti l’Italia sarà ai margini della nuova economia che si sta rapidamente affermando, rischiando anche di perdere le opportunità offerte dalla manovra di ripresa post-Covid. Bisogna, infine, avviare in modo molto più deciso la decarbonizzazione nel settore dei trasporti, abbandonando i provvedimenti di mero mantenimento dello status quo».

La Commissaria europea per l’Energia Kadri Simson, ha sottolineato che «I piani nazionali per l’energia e il clima sono uno strumento essenziale della nostra collaborazione con gli Stati membri per pianificare le politiche e gli investimenti per una transizione verde e giusta. È giunto il momento di concretizzare questi piani e di utilizzarli per superare la crisi provocata dalla pandemia di Covid-19 con nuovi posti di lavoro e un’Unione dell’energia più competitiva».

La relazione fornisce orientamenti sulla rapida attuazione dei PNEC e sulle modalità per stimolare la ripresa economica dell’Ue grazie alle riforme e agli investimenti in ambito energetico e illustra come il piano di ripresa NextGenerationEU possa sostenere gli Stati membri grazie a una serie di significativi programmi di finanziamento.

Quest’anno la relazione ha un allegato per la prima volta un’analisi delle sovvenzioni energetiche, che ha messo in luce «la chiara necessità di acquisire dati migliori sulle sovvenzioni energetiche e di prodigare sforzi maggiori per ridurre le sovvenzioni alla produzione e al consumo di combustibili fossili». In questa prima panoramica delle sovvenzioni degli Stati membri al settore dell’energia, la Commissione rileva che «Molti PNEC non forniscono un quadro completo o un calendario concreto, né misure per eliminare gradualmente le sovvenzioni ai combustibili fossili, che ammontano a 50 miliardi di € all’anno».

Il Wwf fa notare che  «La Commissione Ue invita l’Italia a prendere in considerazione, nello sviluppo del piano nazionale di ripresa e di resilienza, misure di investimento e di riforma per incentivare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, riducendo il ruolo del gas naturale, proseguendo nel contempo la prevista eliminazione graduale del carbone entro il 2025 e il potenziamento delle infrastrutture energetiche a sostegno della decarbonizzazione. Si invita a sostenere l’efficienza energetica negli edifici e a procedere sulla revisione delle imposte e dei sussidi per renderli coerenti con la transizione verde, tenendo conto degli aspetti ridistributivi. Raccomandazioni note che non possono ulteriormente rimanere sulla carta».
Nel PNIEC finale presentato dall’Italia, gli obiettivi di riduzione delle emissioni nel settore dei trasporti erano particolarmente ambiziosi, ma il Wwf  dice che «Ancora non si vedono affatto misure adeguate per raggiungerli, al contrario gli incentivi concessi anche ai veicoli a benzina e diesel vanno in senso contrario. Importante, quindi, l’invito della Commissione di attuare misure e investimenti per sviluppare il trasporto sostenibile, comprese le infrastrutture».
Per il Wwf, «Rimane indispensabile indirizzare la misura del 110% a una strategia ambiziosa e di lungo periodo per incrementare l’efficienza energetica; il meccanismo oggi lascia ipotizzare una riduzione limitata dei consumi primari, essendo stato il provvedimento esteso anche alle seconde case e non escludendo le caldaie convenzionali a gas e richiedendo un miglioramento di sole due classi di efficienza, a fronte di un costo sostenuto per il sistema»

E’ stata pubblicata anche una relazione sulla competitività nel settore dell’energia pulita, che dimostra come l’industria dell’Ue «sia riuscita a cogliere le opportunità offerte dalla transizione verso l’energia pulita, tanto che questo settore supera ormai le tecnologie energetiche convenzionali in termini di valore aggiunto, produttività del lavoro e crescita dell’occupazione. La Commissione ha inoltre adottato relazioni sui progressi compiuti in materia di mercato interno dell’energia, prezzi e costi dell’energia, efficienza energetica ed energie rinnovabili. La relazione prende in esame principalmente sei tecnologie energetiche pulite fondamentali per far sì che l’Ue possa conseguire i suoi obiettivi per il 2030 e il 2050: energia solare fotovoltaica; energia eolica offshore; energia marina; idrogeno rinnovabile; batterie e reti intelligenti. La quota di energie rinnovabili nel mix energetico dell’Ue-27 ha raggiunto il 18,9 % e che secondo le stime l’Ue dovrebbe superare i suoi obiettivi in materia di energie rinnovabili per il 2020.

Dal  2012 la percentuale della spesa destinata dalle famiglie all’energia è diminuita per tutte le categorie di reddito e sottolinea: «Benché un’analisi preliminare abbia dimostrato che la crisi provocata dalla Covid-19 ha avuto un impatto significativo sulla domanda di energia, gli Stati membri dovranno intensificare gli sforzi per mantenere una tendenza positiva».

E le ultime raccomandazioni all’Italia della Commissione Ue, ma non certo per importanza, sono propio quelle di adottare misure per promuovere l’adattamento al cambiamento climatico. Il Wwf sottolinea che «Nella disamina del PNIEC, la Commissione esprime dubbi sul fatto che siano in essere le politiche e misure necessarie per raggiungere il target previsto per le rinnovabili in base agli attuali obiettivi europei per il 2030, obiettivi che andranno innalzati in base alla Legge europea sul Clima in discussione e al previsto aggiornamento degli impegni europei nel quadro dell’Accordo di Parigi (NDC). Occorre sbloccare le autorizzazioni e dare seguito a un programma ambizioso di sviluppo delle rinnovabili. L’Europarlamento ha votato e dato l’indicazione di portare l’obiettivo di riduzione delle emissioni dall’attuale “almeno -40%” al -60% delle emissioni di CO2. Ora tocca al Consiglio Ue esprimere la propria posizione. Di conseguenza, anche gli obiettivi delle rinnovabili sono destinati a salire – stiamo invece accumulando ingiustificabili ritardi – quindi la carenza di misure per facilitarne il raggiungimento rischia di diventare drammatica, tranne che nel settore del riscaldamento. Anche sull’efficienza energetica le misure in essere non garantiscono il raggiungimento del target e di quanto previsto dal PNIEC, tranne che per l’efficienza degli edifici».

Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo responsabile per l’Eropean  Green Deal europeo, ha concluso: «Il settore dell’energia svolge un ruolo cruciale nella riduzione delle emissioni e nella realizzazione del Green Deal europeo. La relazione odierna sullo stato dell’Unione dell’energia illustra i progressi che stiamo compiendo, nonché i problemi e le opportunità futuri. Le riforme e gli investimenti messi in cantiere sono finalizzati a dare impulso alla ripresa verde e a farci imboccare la strada giusta per diventare climaticamente neutri entro il 2050».