Soluzioni basate sulla natura contro gli eventi meteo estremi in Toscana

Preti (Unifi): «Nelle zone urbane dovrebbero essere utilizzate delle opere o fasce tampone con vegetazione erbacea, arbustiva e arborea che servano da ‘de-sigillatura’ delle superfici impermeabilizzate»

[25 Agosto 2022]

Sulla Toscana sono tornati ad abbattersi, nelle scorse settimane, gravi nubifragi che hanno portato la Regione a dichiarare lo stato di emergenza. Non è la prima volta e purtroppo non sarà l’ultima, dato che questi eventi meteo estremi sono resi sempre più frequenti ed intensi dalla crisi climatica in corso, che si combina con una progressiva impermeabilizzazione del suolo.

«Nelle zone urbane dovrebbero essere utilizzate delle opere o fasce tampone con vegetazione erbacea, arbustiva e arborea che servano da ‘de-sigillatura’ delle superfici impermeabilizzate permettendo l’infiltrazione, il rallentamento e la regimazione verso le reti di scolo dell’acqua», spiega Federico Preti, docente di Idraulica agraria e sistemazione idraulico-forestali all’Università di Firenze, nonché presidente dell’Associazione italiana per l’ingegneria naturalistica (Aipin).

La Soil and water bioengineering (Swb, o ingegneria naturalistica) una disciplina che si concentra sulle Nature based solution, ovvero le soluzioni basate sulla natura per l’adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione del rischio di catastrofi.

Studi condotti da Preti insieme al suo team di ricerca hanno posto in evidenza un dato importante: negli ultimi decenni si è persa una capacità di laminazione diffusa, ad esempio in zone non urbanizzate o scoline agrarie e terrazzamenti pari al 10% di queste precipitazioni intense, che corrisponde a sua volta a un aggravio del rischio idraulico ben del 30%, da sommare a quello associato al cambio climatico.

«Le precipitazioni eccezionali ci sono sempre state, ma le famigerate ‘bombe d’acqua’ ora sono più frequenti. Le casse di espansione lungo i corsi d’acqua più importanti devono recuperare proprio i volumi di prima. Tale laminazione deve essere concentrata nelle casse di espansione, possibile solo per i corsi d’acqua principali. Tuttavia, i maggiori danni che stiamo registrando derivano da eventi critici per bacini ‘piccoli’ per i quali la preallerta non è possibile. Le Nbs rimangono la soluzione più efficace».