Piogge più regolari fanno migliorare la produzione di grano

Siria, il clima migliora ma la crisi umanitaria resta: il pane costa fino all’87% in più

Fao, 9,8 milioni le persone che soffrono d'insicurezza alimentare

[23 Luglio 2015]

In Siria la produzione alimentare quest’anno è aumentata, principalmente per via delle eccellenti piogge, ma rimane ben al di sotto dei suoi livelli pre-crisi, poiché il conflitto in corso continua a spingere sempre più persone verso fame e povertà, è quanto afferma il rapporto congiunto pubblicato oggi dalla FAO e dal Programma Alimentare Mondiale (WFP). Il raccolto di grano 2015 dovrebbe essere migliore rispetto a quello dello scorso anno, penalizzato dalla siccità, ma non porterà a miglioramenti significativi della situazione generale della sicurezza alimentare delle famiglie, fa notare il rapporto.

In Siria si stima che complessivamente siano circa 9,8 milioni le persone che soffrono d’insicurezza alimentare, con 6,8 milioni di essi in una situazione di grave insicurezza alimentare – un livello di necessità che richiede assistenza alimentare esterna.  Solo da gennaio di quest’anno vi sono stati più di mezzo milione di sfollati.

l conflitto continua a perturbare gravemente le attività agricole e i mercati alimentari. «Anche se il raccolto in corso è migliore del previsto a causa delle buone piogge, il settore agricolo del paese rimane decimato dal conflitto”, ha dichiarato Dominique Burgeon, Direttore della Divisione Emergenza e Riabilitazione della FAO.  “È necessario il sostegno urgente dei donatori per far sì che gli agricoltori possano essere pronti per la prossima stagione di semina dei cereali, che inizia ad ottobre».
La produzione agricola continua ad essere ostacolata dalla carenza di combustibile, di manodopera agricola e di mezzi di produzione come sementi e fertilizzanti; dal costo alto dei fattori di produzione e dalla loro qualità inaffidabile; così come dai danni ai sistemi di irrigazione e alle attrezzature. Questi elementi non fanno che aggravare la situazione d’insicurezza alimentare del paese. «E’ ormai assodato che quasi cinque anni di conflitto hanno distrutto l’economia siriana e la capacità delle persone di acquistare elementi essenziali come il cibo di cui hanno bisogno per sopravvivere”, ha dichiarato Arif Husain, Capo Economista del WFP. “Siamo preoccupati per il numero ingente di sfollati e per l’impatto in particolare sulle donne e sui bambini. Il rischio di danni irreversibili ai bambini è reale, con tragiche conseguenze future se questo conflitto dovesse durare molto più a lungo”. “Invitiamo la comunità internazionale a continuare a sostenere i vitali sforzi di pace e di soccorso fino a che non regnerà la pace».

La produzione di grano nel 2015, stimata in 2.445 milioni di tonnellate, si prevede sarà superiore al raccolto molto scarso del 2014 e leggermente migliore di quella del 2013. Tuttavia, è ancora un 40% inferiore rispetto ai livelli di produzione pre-conflitto. Il paese si trova di fronte a un deficit di grano di circa 800.000 tonnellate rispetto al suo fabbisogno annuale di quasi 5 milioni di tonnellate. La superficie coltivata a cereali è molto diminuita a causa del conflitto e il rapporto stima che l’area coltivata a grano sia la più ridotta dal 1960. Anche l’allevamento di bestiame ha molto risentito del conflitto. Il settore, una volta importante contributo all’economia nazionale della Siria e al suo commercio estero, ha registrato una riduzione del 30% dei bovini e del 40% degli ovini, mentre il pollame, di solito la fonte più abbordabile di proteine ​​nelle diete, si è ridotto del 50%.  Il rapporto fa notare inoltre che il servizio veterinario del paese sta esaurendo rapidamente vaccini e farmaci di routine.

Dopo essere stato relativamente stabile nel 2014, dall’inizio del 2015 i prezzi alimentari hanno cominciato ad aumentare bruscamente a seguito dei minori sussidi governativi e del deprezzamento dei tassi di cambio.  Il prezzo del pane lo scorso anno è cresciuto a dismisura, con aumenti fino all’87% nei panifici pubblici. La quota della spesa delle famiglie destinata al cibo è aumentata enormemente dall’inizio della crisi, a scapito di altre esigenze critiche. Le famiglie spendono oggi più della metà dei loro redditi per l’alimentazione e in alcuni luoghi come Sweida, Aleppo e Hama questa percentuale è ancora più elevata. A Dara’a – una delle zone teatro di alcuni degli scontri più intensi – è balzata a quasi l’80%. Il rapporto ha rilevato che la maggioranza delle persone consuma una dieta “povera” o “borderline”. La diversità alimentare è in qualche misura migliore nei governatorati nord-occidentali di Idlib, Tartous e Lattakia, dove le famiglie sembrano avere un qualche accesso a cibo di qualità, ricco di proteine ​​e vitamine, e alle verdure. La gente nei governatorati coinvolti nel conflitto di Deir Ezzor, Hassakeh, Aleppo e Hama mostra i peggiori indicatori di consumo alimentare.

I produttori, i trasportatori ed i commercianti siriani si trovano a dover affrontare costi estremamente elevati di transazione a causa di un’escalation della situazione d’insicurezza delle arterie autostradali. Come risultato, la circolazione dei prodotti agricoli dalle zone di produzione verso i mercati principali ne è molto ostacolata, con conseguente aumento degli sprechi di frutta e verdura e con la difficoltà di far arrivare le eccedenze di grano dal nord-est alle aree con deficit alimentare della parte occidentale del paese.

Mentre la fine del conflitto rimane il presupposto principale per garantire che la popolazione in Siria abbia adeguato accesso al cibo, il rapporto della FAO-WFP fornisce una serie di raccomandazioni volte a migliorare la situazione della sicurezza alimentare in corso, sottolineando la necessità di portare assistenza alimentare alle aree del paese sotto assedio ed afflitte dalla violenza. Si raccomanda l’assistenza per far incrementare la produzione di grano e di altri cereali attraverso la fornitura di sementi di buona qualità, di fertilizzanti e di altri fattori di produzione agricoli. Al fine di rafforzare la capacità di resistenza delle comunità colpite, si raccomanda inoltre di creare centri di produzione e distribuzione di sementi a livello di villaggio, per promuovere la creazione di orti e di allevamenti avicoli da cortile attraverso la distribuzione di sementi di buona qualità e di pulcini, oltre a fornire vaccini per il bestiame e farmaci veterinari.

di Fao