Sir David Attenborough: «Senza una forte azione per il clima, il mondo rischia il collasso totale»

Drammatico intervento al Consiglio di sicurezza dell’Onu: «Sono le persone che vivono oggi e, in particolare, i giovani, che vivranno con le conseguenze delle nostre azioni»

[24 Febbraio 2021]

Aprendo un dibattito di alto livello al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, inil segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha sottolineato che «E’ necessaria un’azione più collettiva per affrontare i rischi che i cambiamenti climatici rappresentano per la pace e la sicurezza globali».

Guterres ha ribadito  che «Gli shock climatici come le alte temperature record e la “nuova normalità” di incendi, inondazioni e siccità non stanno solo danneggiando l’ambiente naturale, ma minacciano anche la stabilità politica, economica e sociale. La scienza è chiara: dobbiamo limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi entro la fine del secolo. E il nostro dovere è ancora più chiaro: dobbiamo proteggere le persone e le comunità che sono colpite dal disagio climatico. Dobbiamo intensificare i preparativi per le crescenti implicazioni della crisi climatica per la pace e la sicurezza internazionali».

Alla riunione online del Consiglio di sicurezza dell’Onu, convocata dal Regno Unito che a novembre ospiterà la COP26 Unfccc a Glasgow,  hanno partecipato capi di governo e importanti leader politici e il  premier conservatore britannico Boris Johnson ha chiesto di agire subito: «Che ci piaccia o no, è una questione di quando, non se, il vostro Paese e il vostro popolo dovranno affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici sulla sicurezza. Vi esorto a mostrare la leadership globale necessaria per mantenere la sicurezza nel mondo».

Il Regno Unito è presidente di turno del Consiglio di sicurezza Onu (ed è anche uno dei 5 membri permanenti dell’organismo formato da 15 Paesi) e ha invitato a parlare i famoso naturalista e divulgatore britannico Sir David Attenborough, che ha lanciato un drammatico allarme che speriamo abbia fatto riflettere i leader dei più potenti Paesi del mondo: «Se continuiamo sul nostro percorso attuale, affronteremo il collasso di tutto ciò che ci dà sicurezza: produzione alimentare, accesso all’acqua dolce, temperatura ambiente vivibile e catene alimentari oceaniche. E se il mondo naturale non sarà più in grado di supportare i nostri bisogni più elementari, quindi gran parte di quel che resterà della civiltà crollerà rapidamente».

Attenborough ha sottolineato: «Anche se non possiamo tornare indietro, se i Paesi agiscono abbastanza velocemente, possiamo raggiungere un nuovo stato stabile», E ha ricordato al Consiglio di sicurezza «L’immenso sostegno dell’opinione pubblica mondiale all’azione per il clima.  Ora, le persone in tutto il mondo si rendono conto che questo non è più un problema che interesserà le generazioni future. Sono le persone che vivono oggi e, in particolare, i giovani, che vivranno con le conseguenze delle nostre azioni».

E proprio una giovane ambientalista sudanese, Nisreen Elsaim, ha parlato di come la vulnerabilità climatica stia costringendo i giovani africani e degli altri Paesi in via di sviluppo a lasciare le loro terre d’origine, avvertendo che questo può contribuire a a scatenare nuove guerre. L’attivista climatica, presidente dell’UN Youth Advisory Group on Climate Change, ha detto: «Da giovane sono sicura che i giovani sono la soluzione. Dateci più spazio, ascoltateci e coinvolgete i giovani».

La Elsaim  ha accolto con favore la risoluzione del Consiglio di sicurezza che istituisce la nuova United Nations integrated transition assistance Mission in Sudan (UNITAMS) che «Menziona specificamente il cambiamento climatico e la partecipazione dei giovani come questioni prioritarie».

Il Segretario generale delle Nazioni Unite ha più volte fatto riferimento al cambiamento climatico come «La questione determinante del nostro tempo» e nel suo intervento ha sottolineato «La necessità di un’azione in 4 aree prioritarie: prevenzione, protezione, sicurezza e partnerships».  E ha spiegato che con prevenzione intende anche «La necessità per i Paesi di raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, che cerca di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius sopra i livelli preindustriali.  La crisi climatica è la sfida multilaterale della nostra epoca. Sono necessari un coordinamento e una cooperazione globali senza precedenti.  Esorto i membri del Consiglio a usare la loro influenza durante questo anno fondamentale per garantire il successo della COP26 e per mobilitare altri, comprese le istituzioni finanziarie internazionali e il settore privato, a fare la loro parte».