Siccità nel nord Italia, allarme Ue: minaccia i raccolti agricoli e la produzione di energia

Rapporto Jrc e Copernicus: potrebbe evolversi in un evento di siccità estrema

[11 Aprile 2022]

Il rapporto “Drought in north Italy – March 2022” della Commissione europea, che si basa su dati sulla base dei dati del JRC Global Drought Observatory (GDO) del Copernicus Emergency Management Service (CEMS) fornisce una valutazione dell’evoluzione e dell’impatto della siccità che per 4 mesi ha colpito il Nord Italia  ed evidenzia che «da dicembre non ci sono state quasi precipitazioni nel Nord Italia. Questa mancanza di precipitazioni, che si riflette anche in uno scarso accumulo di neve, combinata con temperature invernali miti, ha portato a una bassa umidità del suolo e a un basso livello dell’acqua nei bacini idrici e nei laghi. E’ stata inoltre osservata un’anomalia della temperatura invernale di +2,1° C e un deficit medio di precipitazioni del 65% (rispetto alla media 1991-2020)». I ricercatori dicono che una combinazione di inverno mite e secco di questo tipo, in Lombardia, Piemonte e Svizzera meridionale, non si era mai verificata negli ultimi 30 anni. E avverte che «Nei prossimi mesi sono previste anche condizioni meteorologiche molto più secche del normale, causando preoccupazione per l’evoluzione dell’attuale siccità che potrebbe diventare un evento di siccità estrema».

Riassumendo il rapporto, la Commissione Ue ricorda che «All’inizio di marzo sono stati rilevati i corsi d’acqua poco profondi in diversi tratti del fiume Po. Di conseguenza, alcuni tratti del fiume Po sono già considerati in estrema siccità idrologica. Altre sezioni sono soggette a siccità idrologica grave o moderata.  A fine febbraio, le risorse idriche della neve rappresentavano circa il 40% delle condizioni mediane del periodo 2009-2021 nelle Alpi italiane. L’accumulo di neve estremamente basso, soprattutto nelle Alpi meridionali, causa preoccupazioni per il basso contributo dello scioglimento della neve agli scarichi dei fiumi in tarda primavera. Ciò probabilmente aumenterà il rischio di siccità idrologica che si verificherà nei prossimi mesi».

L’impatto sull’agricoltura potrebbe essere fortissimo: «Il deficit di precipitazioni e il clima mite hanno causato un’umidità del suolo inferiore alla media per la maggior parte dell’Italia settentrionale, già prima che le piante iniziassero la vera stagione di crescita, il che significa che è probabile che il problema si aggraverà una volta che le piante inizieranno davvero ad estrarre acqua – sottolinea la Commissione Ue – Pertanto, anche se le colture invernali nel nord Italia sembrano ancora normali, lo stress idrico riduce il potenziale di resa e la pioggia è urgente. Non solo per evitare di ridurre ulteriormente il potenziale di resa, ma anche per favorire l’applicazione di fertilizzanti e consentire buone condizioni di semina primaverili».

I ricercatori confermano e da parte loro avvertono che «La disponibilità di acqua per l’irrigazione sarà inferiore al solito. È probabile che si verifichi una maggiore concorrenza idrica tra i diversi settori e all’interno di quello agricolo se l’attuale deficit non sarà ridotto da abbondanti precipitazioni. Il basso livello del fiume Po crea ulteriori problemi e preoccupazioni nel suo delta in quanto favorisce le infiltrazioni di acqua salata marina nelle fertili aree agricole basse. Questo fenomeno può aggravare ulteriormente le perdite agricole».

E, proprio nel bel mezzo della crisi energetica provocata dalla guerra in Ucraina, la Commissione europea dice che l’Italia si avvia ad avere guai climatici anche in questo campo: «Il volume d’acqua immagazzinato nei bacini idroelettrici italiani è già ai minimi storici (considerando il periodo 1970-2019) ed è quindi probabile che la competizione per altri usi dell’acqua, come l’irrigazione agricola, inizi prima del solito. A metà marzo, il valore dell’energia immagazzinata nei giacimenti italiani era solo del 28,2% della capacità totale di stoccaggio rispetto a un minimo storico (1970-2019) osservato del 30,4% per lo stesso periodo. Pertanto, l’attuale basso livello dell’acqua nei giacimenti idroelettrici italiani potrebbe esacerbare la già difficile situazione in cui versa il mercato elettrico italiano, che sta già registrando prezzi all’ingrosso da record a causa di fattori geopolitici».

Il rapporto invita l’Italia a monitorare l’evoluzione della siccità nei prossimi mesi perché «Sarà essenziale per valutarne accuratamente l’impatto e iniziare a sviluppare una diligenza di allerta» e conclude: «Se non vengono implementate strategie di mitigazione efficaci, i modelli climatici indicano che con il cambiamento climatico il rischio di eventi ricorrenti di siccità da gravi a estremi aumenterà nei prossimi decenni».