Siccità e pandemia: raddoppia il numero di affamati nel Madagascar meridionale

Wfp: si profila una crisi umanitaria. La gente mangia tamarindo e cactus mischiati a fango, i bambini non vanno più a scuola

[13 Gennaio 2021]

Il World Food Programme (WFP), l’agenzia Onu che è stata insignita del Premio Nobel per la Pace 2020, lancia un nuovo drammatico allarme: «Un terzo della popolazione del Madagascar meridionale faticherà ad avere cibo sufficiente a causa della combinazione di tre anni consecutivi di siccità e della grave recessione dovuta alla pandemia di Covid-19. I tassi di malnutrizione grave continuano a crescere rapidamente e molti bambini sono costretti a chiedere l’elemosina per aiutare le famiglie a nutrirsi. E’ necessaria un’azione urgente per evitare una crisi umanitaria».

Lola Castro, direttrice regionale del WFP per l’Africa meridionale e gli Stati dell’Oceano Indiano, ha spiegato durante una conferenza stampa online:  «Dai i dati che avevamo, tra luglio e novembre 2020, abbiamo visto raddoppiare il numero di casi di insicurezza alimentare; siamo passati da 700.000 persone con insicurezza alimentare nel Grand Sud del Madagascar, a 1,3 milioni».

La Castro ha evidenziato che «Parte della crisi attuale è legata alla vulnerabilità del Madagascar agli shock climatici, un problema che condivide con la regione dell’Africa meridionale. Le piogge normalmente arrivano da novembre a dicembre: abbiamo avuto solo un giorno di pioggia a dicembre in tutta la regione. E i temporali sono scoppiati … e hanno distrutto e seppellito i raccolti che c’erano. Il risultato sono condizioni simili alla carestia, con 1,3 milioni di persone in condizioni di insicurezza alimentare».

Il WFP avverte che «Con i mercati chiusi a causa delle restrizioni per il Covid-19 e le persone costrette a vendere i propri beni per sopravvivere, le condizioni di siccità dovrebbero persistere a lungo nel 2021, con molti che saranno costretti a lasciare le proprie case in cerca di cibo e lavoro».

La Castro aggiunge che «Fino al  2020 la popolazione del Sud ha fatto affidamento sul lavoro occasionale e si recava nelle aree urbane o nei campi per avere davvero fondi aggiuntivi che consentivano loro di sopravvivere durante la stagione magra, che normalmente è tra novembre e aprile di ogni anno. Ma nel 2020 non c’era lavoro si sono spostati senza trovare lavoro  da nessuna parte, sia nelle aree urbane che in quelle rurali, a causa della siccità e del lockdown del Covid».

Moumini Ouedraogo, rappresentante del WFP in Madagascar, ha detto che «Per sopravvivere, le famiglie mangiano i frutti del tamarindo mischiati all’argilla. Non è possibile avere un altro anno come questo. Senza pioggia e con un magro raccolto, le persone rischiano di morire di fame. Nessuno dovrebbe vivere in queste condizioni».

La Castro conferma che la gente è costretta a mangiare «Cactus mescolato con fango, radici, tutto ciò che possono trovare, foglie, semi, tutto ciò che è disponibile. E la situazione è davvero più drammatica perché anche quest’anno i fondi non sono arrivati ​​abbastanza in tempo per poter davvero procurarsi cibo o per fornire trasferimenti di denaro a queste persone».

I bambini sono i più colpiti dalla crisi alimentare e molti di loro hanno abbandonato la scuola e chiedono cibo in strada. Secondo una verifica fatta dal WFP ad Amboasary, nell’ottobre 2020, 3 bambini su 4 non vanno a scuola, soprattutto per aiutare i genitori a trovare cibo.

Secondo il WFP, «Nelle tre regioni maggiormente colpite (Androy, Anôsy e Atsimo Andrefana), la prevalenza della malnutrizione acuta globale (GAM) nei bambini al di sotto dei 5 anni è del 10,7%. Si tratta del secondo tasso più alto di tutta l’Africa australe e orientale. Le proiezioni più recenti indicano in oltre 135.000 il numero di bambini che potrebbero soffrire di malnutrizione acuta, inclusi 27.000 di loro in uno stato di malnutrizione grave».

Attualmente il WFP fornisce assistenza alimentare a quasi mezzo milione di persone che soffrono di grave insicurezza alimentare nei 9 distretti più colpiti del sud del Madagascar e, in considerazione della rapidità con cui la situazione si aggrava, l’Agenzia Onu prevede di potenziare entro giugno la sua assistenza per raggiungere circa 900.000 tra le persone più vulnerabili. Ma il WFP fa notare che «Tuttavia, l’assistenza alle famiglie in difficoltà sarà necessaria ben oltre l’attuale stagione di magra» e ha urgentemente bisogno di «35 milioni di dollari per i programmi di distribuzione di cibo salvavita e contante oltre alle cure per la malnutrizione, inclusi anche l’alimentazione scolastica di emergenza per 150.000 bambini così che possano rimanere a scuola e costruirsi un futuro più sicuro».

La Castro conclude: «I bambini hanno abbandonato le scuole. Il 75% dei bambini in questa zona sta chiedendo l’elemosina o si procura cibo. Quello che stiamo dicendo è che la situazione che stiamo affrontando nel Madagascar meridionale non è normale. È molto diverso da qualsiasi normale anno di crisi e dobbiamo davvero agire immediatamente: 300.000 persone al momento hanno bisogno di un sostegno per vivere in sicurezza. Nel tentativo di promuovere la resilienza tra le comunità più vulnerabili, il WFP e i suoi partner hanno lavorato con gruppi di donne, per cambiare, diversificare il cibo che producono, cercare di produrre diversi tipi di nutrienti per i bambini. Nutrire una famiglia di 5 persone costa circa 45 dollari al mese, ma non abbiamo raggiunto tutti e non è abbastanza».