Sahel: la guerra per la supremazia e il controllo delle risorse sta causando indicibili sofferenze a milioni di persone

In un’area colpita duramente dal cambiamento climatico crescono instabilità e povertà. Ma i popoli del Saehel non perdono la speranza

[11 Gennaio 2023]

Giovanie Biha, vice rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu e Capo ad interim dell’United Nations Office for West Africa and the Sahel (UNOWAS), ha informato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su quanto emerge dall’ultimo rapporto “Activities of the United Nations Office for West Africa and the Sahel” che  copre il periodo dal 23 giugno al 30 dicembre 2023. E le notizie che vengono dalla regione non sono per niente buone-

La Biha ​​​​ha sottolineato che «Alcuni paesi dell’Africa occidentale e del Sahel hanno continuato a lavorare per il consolidamento delle loro democrazie, mentre altri hanno continuato a lottare con le sfide dell’insicurezza combinate con le crisi umanitarie, nonché un deficit di buon governo».

La situazione della sicurezza nella subregione ha continuato a deteriorarsi, in particolare nel Sahel centrale, in particolare in Burkina Faso e Mali: «Nonostante gli sforzi delle forze di sicurezza nazionali e dei partner internazionali, l’insicurezza è nuovamente peggiorata in gran parte della regione. Le operazioni di gruppi armati, estremisti violenti e reti criminali hanno costretto alla chiusura di oltre 10.000 scuole e di circa 7.000 centri sanitari, con milioni di bambini colpiti. Questi gruppi non statali stanno combattendo tra loro per la supremazia e il controllo delle risorse, il che sta spingendo gli Stati ai margini e causando indicibili sofferenze a milioni di persone che sono fuggite altrove per mettersi in salvo. In effetti, il Sahel centrale continua ad affrontare sfide multidimensionali, livelli senza precedenti di sicurezza e sfide umanitarie, instabilità socio-politica, ulteriormente aggravata dall’impatto del cambiamento climatico e dall’insicurezza alimentare che è stata esacerbata dal conflitto in Ucraina. Allo stesso tempo, anche i Paesi lungo la costa del Golfo di Guinea hanno assistito a un aumento degli attacchi contro i loro territori, che minacciano le vie di trasporto verso le nazioni senza sbocco sul mare più a nord».

Su questo punto, la vice rappresentante speciale ​​ha incoraggiato «L’impegno dei leader della regione per intensificare gli sforzi collettivi per combattere l’insicurezza nel quadro dell’Iniziativa di Accra. E’ necessario un approccio olistico e la creazione dell’Initiative Joint Force è uno sviluppo importante in questo senso».

Sul piano politico, la Biha ​​ha affermato che «UNOWAS sta lavorando con le parti interessate e i partner nazionali per promuovere il consenso politico e garantire condizioni eque di concorrenza in vista delle elezioni di quest’anno nella subregione» dove l’8 gennaio si sono tenute le elezioni parlamentari in Benin e il 25 febbraio si terranno le elezioni presidenziali. Ha inoltre accolto con favore gli sforzi degli attori nazionali, delle istituzioni regionali e internazionali, che hanno portato ad accordi sul calendario delle transizioni in Burkina Faso e Guinea» e ha assicurato che «UNOWAS rimarrà attivamente impegnata nel meccanismo di valutazione e follow-up concordato tra Burkina Faso ed ECOWAS e nell’operatività della tempistica di transizione in Guinea.  Il sistema delle Nazioni Unite dovrà continuare a fornire sostegno ai Paesi interessati, concentrandosi sulla risposta alle lamentele che hanno portato a quei colpi di stato. La lotta all’insicurezza e il rafforzamento dell’assistenza umanitaria sono particolarmente importanti nel contesto di queste sfide urgenti. Milioni di persone rimangono ‘obiettivo di attacchi apparentemente senza fine, in particolare in Mali e Burkina Faso».

La Biha ha inoltre accolto con favore «Gli sforzi in Gambia per continuare ad attuare le raccomandazioni formulate dalla Commissione per la verità, la riconciliazione e i risarcimenti del Paese» e «Il fatto che diversi Paesi della regione abbiano adottato una nuova legislazione nazionale a favore della parità in termini di partecipazione al processo decisionale politico, dopo anni di continuo ostracismo. Da parte nostra, l’UNOWAS continuerà la sua collaborazione con il gruppo di lavoro su donne, giovani, pace e sicurezza nell’Africa occidentale e nel Sahel per valutare l’efficacia degli attuali approcci e per trovare nuovi modi per garantire che metà della popolazione della regione possa far sentire la propria voce nelle assemblee in cui vengono prese le decisioni e approvati i bilanci».

Nel frattempo, date le ricorrenti accuse secondo cui il sistema giudiziario viene strumentalizzato dai governi della regione,  «Un processo volto a istituire un forum dei ministri della giustizia tra i paesi dell’ECOWAS può essere uno strumento fondamentale». Poi la Biha ha ribadito «L’impegno dell’UNOWAS a continuare a sostenere gli attori nazionali e regionali per rafforzare la pace e la stabilità nell’Africa occidentale e nel Sahel» e ha ricordato che «L’UNOWAS ha inoltre collaborato con la Communauté économique des États de l’Afrique de l’Ouest (CEDEAO/ECOWAS) e le agenzie Onu per contribuire alla risoluzione dei conflitti, sia a livello regionale che locale, anche tra le comunità di agricoltori e allevatori nel nord del Benin, e ha lavorato anche con gruppi di giovani e donne per promuovere le buone pratiche sensibili ai conflitti sull’adattamento ai cambiamenti climatici. Risultati incoraggianti che sono stati presentati alla COP27 Unfccc tenutasi in Egitto a novembre, e ha ricordato che «In Guinea e Costa d’Avorio, le carovane della pace sostenute dalle Nazioni Unite hanno concluso il loro viaggio attraverso i rispettivi paesi, offrendo spazi per un efficace dialogo intercomunitario lungo il loro percorso».

La Biha, dopo aver esortato il Consiglio di Sicurezza a continuare a sostenere la strategia delle Nazioni Unite, ha concluso: «Nonostante le numerose sfide che devono affrontare i paesi della regione, in particolare la regione del Sahel, la regione rimane una terra di immense opportunità. Colgo l’occasione per esprimere la mia ammirazione per l’enorme resilienza della popolazione della regione, in particolare del popolo saheliano che, di fronte a molte sfide di portata senza precedenti, continua a lottare ogni giorno per un futuro migliore».