Rapporto Ipcc, Inger Anderson: «Siamo in un’emergenza, diretti verso un disastro»

In un mondo che cambia clima, lasciamo che la natura faccia il suo lavoro

[1 Marzo 2022]

Questo nuovo rapporto dell’IPCC esce in un momento di grande turbolenza, quando abbiamo bisogno di un forte multilateralismo per promuovere la pace e un ambiente sano. E il messaggio inviato da questo rapporto è chiaro. Il cambiamento climatico non è in agguato dietro l’angolo, in attesa di balzare. E’ già su di noi, è una pioggia di colpi su miliardi di persone.

Stiamo assistendo a pericolose distruzioni nel mondo naturale. Le specie stanno migrando alla ricerca di condizioni più vivibili. Nell’ultimo decennio, negli hotspot del rischio climatico, i decessi per inondazioni, siccità e tempeste sono stati 15 volte superiori a quelli dei Paesi più resilienti. Questa è ingiustizia climatica, in particolare per le popolazioni indigene e le comunità locali.

Tutto questo, e altro ancora, con soli 1,1 gradi Celsius di riscaldamento globale. Anche se limitiamo il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius, i colpi arriveranno sempre più velocemente. Allo stato attuale, ci stiamo dirigendo verso i 3 gradi Celsius. Siamo in un’emergenza, diretti verso un disastro.

Non possiamo continuare a prendere i colpi e curare le ferite. Presto quelle ferite saranno troppo profonde, troppo catastrofiche per rimarginarsi. Dobbiamo ammorbidire e rallentare i colpi riducendo le emissioni di gas serra. Ma dobbiamo anche attutire i colpi raccogliendo i nostri sforzi, che sono stati troppo deboli per troppo tempo per adattarci ai cambiamenti climatici.

Il modo migliore per farlo è lasciare che la natura faccia il lavoro che ha impiegato milioni di anni a perfezionare. Assorbire e canalizzare l’acqua piovana e le onde sempre più grandi. Mantenere la biodiversità e l’equilibrio nei suoli in modo che possano crescere piante diverse. Fornisce ombra rinfrescante sotto le loro canopie frondose.

Dobbiamo ripristinare l’ecosistema su vasta scala, dall’oceano alla cima delle montagne, anche attraverso l’accordo per avviare negoziati su un accordo globale sull’inquinamento da plastica alla fifth United Nations Environment Assembly. Dobbiamo portare la natura nelle città bollenti per mantenerle fresche. Dobbiamo preservare le mangrovie, le barriere coralline e le altre difese della natura. Dobbiamo proteggere e ripristinare le zone umide per la natura e incorporare le zone umide nelle nostre città.

Sostenere la natura è il modo migliore per adattarsi e rallentare il cambiamento climatico, fornendo al contempo posti di lavoro e rilanciando le economie. Dobbiamo iniziare a dedicare una riflessione seria e finanziamenti a programmi di adattamento trasformazionale con la natura al centro.

L’umanità ha passato secoli a trattare la natura come il suo peggior nemico. La verità è che la natura può essere la nostra salvatrice, ma solo se prima la salviamo.

di Inger Anderson

Direttrice esecutiva dell’United Nations Environment Programme (Unep)

 

Discorso tenuto in occasione della presentazione del contributo del Working Group II al Sixth Assessment Report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC)