Permafrost addio: le bolle di metano che fanno tremolare e esplodere la tundra della Siberia (VIDEO)

La superficie erbosa si muove per le bolle di metano causate dal cambiamento climatico

[22 Luglio 2016]

Il Siberian Times ha pubblicato l’eccezionale video che vi proponiamo, girato nella tundra della remota isola di Belyy, nel Mare di Kara, al largo della penisola di Yamal, da di ricercatori Alexander Sokolov, a capo della stazione ecologica  R&D dell’Istituto di ecologiadelle piante e animali del Dipartimento degli Urali dell’Accademia delle scuienz russa a  Labytnangi, regione di  Tyumen, e  Dorothee Ehrich  dell’ Universitetet i Tromsø – Norges arktiske universitet, che hanno scoperto 15 aree tremolanti nel terreno erboso. Quando le hanno bucate sono fuoriusciti metano e anidride carbonica, anche se non è stato reso noto in quali concentrazioni.

Il motivo per il quale i prati della Siberia diventano simili ad un materasso ad acqua  non è ancora chiaro, ma la possibile spiegazione del fenomeno è il caldo anomalo che sta colpendo anche l’Artico russo, provocando colossali incendi in tutta la Siberia, stia scongelando il  permafrost, che così rilascia i gas intrappolati sotto terra da millenni.

Sokolov ha confermati che questa estate fa insolitamente caldo sull’isola artica di Belyy, come dimostra anche il fatto che gli orsi polari d si stanno spostando dl mare ghiacciato verso l’isola-

Gli scienziati sono molto preoccupati: le bolle tremolanti di metano sotto la superficie erbosa pottrebbero essere uno dei segnali del potenziale impatto catastrofico del riscaldamento globale che porta al rilascio in atmosfera di gas climalteranti  fino ad ora congelati nel terreno o sotto il mare.  C’è la concreta possibilità è che la tundra tremolante di Belyy ci dica che questo processo è già in atto.

Più a sud, sulle penisole di Yamal e Taimyr, gli scienziati stanno tenendo sotto controllo diversi crateri che si sono improvvisamente formate nel permafrost.  Quando i crateri hanno fatto la prima apparizione sulla penisola di Yamal – che le tribù locali chiamano “la fine del mondo” –le teorie bizzarre sulla loro formazione si sono sprecate: si andava dai meteoriti ai missili vaganti sparati dall’esercito di Vladimir Putin e da scherzi fatti dagli scienziati stranieri che studiano l’artico russo. Ma la maggior parte degli esperti  sono più che convinti che i crateri nella tundra vengano prodotti da esplosioni di  metano “liberato”  dalle alte temperature nell’estremo nord della Russia.

Per quanto riguarda Yamal, la teoria principale è che i crateri si siano formati sotto i pingos – tumuli a cupola su un nucleo di ghiaccio – che hanno subito un’eruzione di metano ad alta pressione rilasciato dallo scioglimento del permafrost,  causato dai cambiamenti climatici.

Molti crateri di Yamal sono piccoli, ma alcuni sono grandi e/o in espansione e  per Vasily Bogoyavlensky, dell’Istituto di ricerca sul petrolio e gas di Mosca, tutti sembrano  creati dal gas ce riempie lo spazio nei pingos e alla fine provoca eruzioni.  Recentemente è stato osservato il “big bang’ che  ha causato la formazione di un cratere nella penisola di Taimyr: l’esplosione è stata sentita fino a  100 chilometri di distanza ed è stato visto un bagliore nel cielo.

Il primo cratere è stato trovato nel 2013 da allevatori di renne che ci sono quasi cascati dentro e le sue dimensioni in un anno e mezzo sono aumentate di almeno 15 volte. Ora dovrebbe essere ancora più grande, ma sul remoto sito del cratere non ci sono state  indagini scientifiche recenti.

Il Siberian Times pubblica due immagini che mostrano la cosiddetta fessura di Deryabinsky innevata subito dopo che si era formata, quando era un buco largo di circa 4 metri, le  immagini note più recenti mostrano un lago di circa 70 metri di diametro.

Videogallery

  • Underground methane bubbles