Per le emissioni net zero, necessarie misure radicali per cambiare i nostri comportamenti

Occorrono cambiamenti rapidi per le infrastrutture e ai sistemi di tariffazione che sostengono comportamenti insostenibili e malsani

[7 Ottobre 2021]

Secondo lo studio “Changing behaviour for net zero 2050”, pubblicato su Bmj  da Theresa Marteau ed Emma Garnett dell’università di Cambridge e da Nick Chater dell’università di Warwick, «Per raggiungere emissioni net zero di gas serra entro il 2050, sono necessari cambiamenti rapidi e radicali ai sistemi che attualmente supportano comportamenti insostenibili non salutari, ma gli impegni attuali non sono eguagliati dall’azione». Il team britannico è però convinto che «La COP26 offre una preziosa possibilità di rimettersi in carreggiata»,

La Marteau, direttrice della Behaviour and Health Research Unit dell’università di Cambridge, e i suoi colleghi sono convinti che «Cambiare il comportamento tra le popolazioni è la chiave per raggiungere il net zero, perché l’innovazione tecnologica sarà insufficiente». Lo studio si concentra su diete e gli spostamenti via terra, che contribuiscono rispettivamente per il 26% e il 12% alle emissioni globali di gas serra e spiega che «L’adozione di una dieta in gran parte a base vegetale e la maggior parte degli spostamenti utilizzando una combinazione di camminata, bicicletta e trasporto pubblico ridurrebbe sostanzialmente le emissioni di gas serra e migliorerebbe la salute». Per quanto riguarda la dieta, ad esempio, per soddisfare le raccomandazioni sulla dieta salutare planetaria il consumo medio di carne in Africa può aumentare leggermente (2%), mentre in Nord America ed Europa deve diminuire rispettivamente del 79% e del 68%.

I tre scienziati britannici riconoscono che «Cambiare i comportamenti su vasta scala è difficile, ma cambiare gli ambienti fisici ed economici che guidano il comportamento ha il maggior potenziale per avere successo».

Gli autori dello studio ritengono che «I cambiamenti necessari alla dieta e a agli spostamenti via terra possano essere raggiunti attraverso politiche che aumentino la disponibilità e l’accessibilità di opzioni più sane e sostenibili. Ad esempio, promuovere cibi più sani e sostenibili aumentando al contempo i prezzi degli alimenti ad alta intensità di carbonio e riducendo i prezzi degli alimenti a minore intensità di carbonio; creare percorsi ciclabili e pedonali sicuri e attraenti; garantire trasporti pubblici a basso costo; limitare la disponibilità e l’attrattività dell’uso dell’auto».

Però, per ottenere il sostegno dell’opinione pubblica, i cambiamenti devono essere giusti ed equi, oltre che efficaci. Devono anche essere basati su prove e protetti da potenti interessi commerciali.

I ricercatori scrivono nel loro studio: «Un comportamento coordinato complesso può essere mobilitato da una narrativa condivisa e positiva, che rifletta obiettivi collettivi, insieme a una visione chiara, rendendo vividi i numerosi vantaggi di un mondo net zero. Lo sviluppo di una tale visione, sia globale che regionale, è una priorità e richiede la co-creazione da parte di cittadini, governi e industrie, informati da competenze scientifiche e protetti dalle interferenze delle corporations».

La Marteau conclude: «Con abbastanza audacia da parte dei governi del mondo, la flessibilità, la creatività e la natura sociale del comportamento umano possono ottenere una giusta transizione verso il net zero, proteggendo così la salute delle generazioni attuali e future».