Pacchetto clima Ue, Wwf: «Proposte cotte a metà, mancano gli elementi chiave»

Friends of Earth Europe e Right To Energy Coalition : un passo avanti e due indietro per chi è in povertà energetica

[15 Luglio 2021]

Dopo Legambiente e Greenpeace, anche Wwf e Friends of Earth Europe, esprimono forti perplessità sul pacchetto di proposte della Commissione Europea. Pur sottolineando che «”Fit for 55%” su clima ed energia al 2030 è il pacchetto più consistente ed ampio presentato fino ad ora» il Wwf fa notare che «Tuttavia, è ancora molto al di sotto di ciò che è necessario per un passaggio alla neutralità climatica basato sulla scienza e socialmente equo».

Il Panda ricorda che  «I punti salienti includono l’obbligo che tutti i ricavi derivanti dal Sistema di Scambio delle Emissioni (ETS) siano destinati ad azioni per il clima – sicuramente un miglioramento rispetto alla raccomandazione di spesa del 50% in vigore oggi. Si tratta di un elemento cruciale per assicurare che il clima, e quindi i cittadini dell’Ue, beneficino di queste entrate. Un altro punto positivo è la misura che prevede di far rientrare il trasporto marittimo internazionale nell’ETS: questo finalmente aiuterebbe ad affrontare l’inquinamento da carbonio del settore. Ma questi barlumi di progresso sono in gran parte oscurati da difetti significativi e da elementi mancanti nelle proposte».

Secondo il Wwf a rimanere tri oppo bassi sono in particolare gli obiettivi complessivi e ricorda che, insieme a molti altri ha da tempo sottolineato che «L’obiettivo del 55% di riduzione delle emissioni nette deve essere più vicino al 65% di riduzione lorda per contribuire a mantenere l’aumento della temperatura a 1,5° C ed evitare un cambiamento climatico più pericoloso (molto più di quanto non vediamo già oggi, con un aumento medio del riscaldamento globale di poco superiore a 1°C). Il pacchetto non affronta questo gap: per le energie rinnovabili, ad esempio, propone solo un obiettivo del 40%, mentre il 50% entro il 2030 sarebbe molto più utile per proteggere il clima e costruire in futuro un’economia sostenibile. Tutti gli obiettivi – dall’Emissions Trading System al settore dell’Uso del Suolo – devono essere migliorati in base a quanto indicato dalla comunità scientifica».

Friends of the Earth Europe e Right To Energy Coalition «Accolgono con favore i cambiamenti per aumentare e rafforzare gli obiettivi di efficienza energetica dell’UE. Gli obiettivi di efficienza diventeranno ora vincolanti anziché volontari, ma gli obiettivi a livello nazionale sono solo indicativi e l’obiettivo è difficile da applicare. L’aumento del livello dell’obiettivo, fissato al 39% entro il 2030, è ancora troppo basso per mantenere l’aumento delle temperature globali al di sotto di 1,5° C. L’obiettivo dell’Ue di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 non rappresenta né l’urgenza né la giusta quota di azione per il clima da parte dell’Europa».

Per Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf Italia, «Nel pacchetto mancano delle disposizioni chiave, alcune non sono giuste e altre faranno in realtà più male che bene. L’Ue deve smettere di spendere soldi a favore dell’inquinamento attraverso la distribuzione gratuita delle quote di emissione attraverso l’ETS, dobbiamo garantire che le famiglie più povere non siano svantaggiate, dobbiamo fermare la pratica di sovvenzionare la combustione di alberi e colture per l’energia».

Nella sua disamina del «”Fit for 55%”  il Wwf fa notare che «Il taglio del 61% delle emissioni nel sistema ETS non è sufficiente a risolvere il problema più evidente del meccanismo. L’inquinamento gratuito – assegnato alle industrie pesanti sotto forma di quote di emissioni – è affrontato solo attraverso la proposta di subordinare l’assegnazione gratuita agli investimenti per aumentare l’efficienza energetica. Tuttavia, se un’azienda non si adegua, riceverà ancora fino al 75% delle sue quote gratuite precedentemente assegnate. Il WWF vuole che l’assegnazione gratuita finisca a partire dal 2023 e che le assegnazioni siano invece messe all’asta. Il Carbon Border Adjustment Mechanism, che metterà una tassa sulle importazioni di alcuni beni da regioni con regole meno severe sul clima, deve essere progettato solo come un complemento alla fine dell’assegnazione gratuita di quote nell’ambito dell’ETS, non in aggiunta all’assegnazione gratuita. Tuttavia la Commissione propone di introdurre un CBAM semplificato per tre anni (2023-2026) e di eliminare completamente le quote gratuite solo nel 2035. Le entrate dell’ETS dovrebbero aiutare a finanziare la transizione verso la neutralità climatica».

Il Wwf registra «Il fallimento della Commissione nel rendere più severe le regole sulla bioenergia. Bruciare alberi e colture per l’energia comporta un aumento delle emissioni in rapporto con i combustibili fossili, sia in generale che nell’arco di tempo che abbiamo a disposizione per fermare il cambiamento climatico. Eppure, nonostante questo, queste pratiche saranno ancora considerate “rinnovabili” e quindi ammissibili ai sussidi pubblici. Questo approccio va contro le indicazioni scientifiche e rischia di minare gran parte dell’azione climatica dell’Ue».

Con lo “Strumento Sociale” e l’ETS, la Commissione Ue propone anche misure per assicurare che il suo pacchetto non abbia un impatto ingiusto su alcune persone o aree più che su altre. Secondo il Wwf «Questo è un fatto positivo. Tuttavia, per essere efficaci, queste misure devono essere dotate di risorse adeguate, sostenute da un’analisi completa e pianificate in modo inclusivo. L’estensione dell’ETS ai trasporti e agli edifici è preoccupante perché potrebbe penalizzare i meno abbienti. Un altro elemento allarmante sono le scappatoie che potrebbero permettere agli Stati membri di evitare di utilizzare le risorse per sostenere i più vulnerabili, per esempio rendicontando in modo generico il denaro utilizzato per il clima e le misure sociali, senza che necessariamente siano entrate “nuove” o aggiuntive provenienti dall’ETS».

Critiche simili arrivano da Friends of Earth Europe e Right To Energy Coalition che dicono che  la nuova legislazione approvata dalla  Commissione europea «E’ destinata a mettere a rischio le famiglie povere di energia, con aumenti ingiusti delle bollette energetiche degli europei».

Le associazioni ambientaliste ed energetiche europee evidenziano una contraddizione: «Il pacchetto “Fit for 55″di nuova legislazione energetica  della Commissione europea include misure significative per rafforzare le leggi sull’efficienza energetica per aiutare a combattere la povertà energetica. Tuttavia, questi guadagni sono compensati da una proposta per estendere il sistema di scambio di emissioni dell’Ue (ETS) agli edifici e ai trasporti – una mossa che potrebbe spingere altri milioni di europei nella povertà energetica, incapaci di pagare le bollette energetiche, rischiando vite e potenziali contraccolpi sociali».

La povertà energetica nella ricca Europa è drammaticamente concreta e la crisi del Covid-19 ne sta solo peggiorando gli impatti: Oltre 50 milioni di europei non sono in grado di illuminare, riscaldare o raffreddare sufficientemente le loro case e gli alloggi inadeguati sono legati a 100.000 morti premature ogni anno. L’onere economico degli  alloggi inadeguati ammonta a oltre 194 miliardi di euro all’anno in spese sanitarie pubbliche. In Europa, gli edifici rappresentano circa il 40% di tutta l’energia consumata e il 36% delle emissioni di gas serra. Più di 7 edifici su 10 sono inefficienti dal punto di vista energetico. Per ogni aumento dell’1% degli obiettivi di efficienza energetica, 7 milioni di persone possono uscire dalla povertà energetica.

Per la Right To Energy Coalition, Freek Spinnewijn di FEANTSA, non nasconde la sua delusione: «Speravamo davvero che la Commissione europea fosse all’altezza della sua promessa di un Green Deal che non lasciasse indietro nessuno, ma invece questo pacchetto dà un pugno sul naso alle persone povere di energia. E’ un passo avanti e due indietro. Sebbene ci siano alcuni programmi per le persone a basso reddito, nel complesso li lascerà con bollette energetiche più elevate o al freddo. E’ semplicemente sbagliato».

Anche per Martha Myers, attivista per la povertà energetica di Friends of the Earth Europe, «Questo pacchetto ‘Fit for 55’ non è adatto per la transizione energetica giusta della quale le persone e il pianeta hanno un disperato bisogno. Metterà a rischio le persone povere di energia. L’aumento degli obiettivi per ridurre gli sprechi energetici aiuterà a ridurre il carbonio, ma non abbastanza per fermare la crisi climatica. La mossa della Commissione per estendere lo scambio di emissioni agli edifici mostra una mancanza di solidarietà: getta le persone a basso reddito nell’acqua dell’energia ad alto prezzo dell’energia, offrendo solo un galleggiante di sostegno per alleviare la povertà energetica».

Il nuovo “Fondo sociale per il clima” punta a fornire alcuni fondi ai governi per sostenere le famiglie a basso reddito, in parte per proteggere le persone dagli effetti dell’ETS. Per Friends of Earth Europe e Right To Energy Coalition, «Questo è il riconoscimento della necessità di sostenere gli europei poveri di energia per accedere a ristrutturazioni, energie rinnovabili e schemi di trasporto tanto necessari. Tuttavia, l’importo del finanziamento sul tavolo sarà insufficiente per raggiungere tale obiettivo. Non riuscirà inoltre a compensare l’impatto disastroso del nuovo ETS sulle bollette energetiche».

Le due organizzazioni sono convinte che «Purtroppo, questi passi positivi sono contrastati da un “disastro in divenire” per gli europei a basso reddito che potrebbero vedere le loro bollette energetiche schizzare verso l’alto. Dopo l’introduzione del sistema di scambio delle emissioni Ue (ETS) per gli edifici e i trasporti nel 2026 le bollette energetiche aumenteranno in media di 429 euro all’anno per ogni amiglia europea a seguito dell’inclusione degli edifici nell’ETS. Oltre ad essere improbabile che contribuisca in modo significativo alla riduzione della CO2, senza alcuna esenzione per i 50 milioni di europei in povertà energetica, questo comporterebbe un onere sproporzionato per le persone che sono meno responsabili della crisi climatica e che non possono permettersi di pagare un costo aggiuntivo». Nella sua stessa valutazione d’impatto la Commissione Ue ammette che «Non colpirà allo stesso modo le famiglie, ma avrebbe probabilmente un impatto regressivo». Friends of the Earth Europe e Right To Energy Coalition denunciano che «Mentre le famiglie a reddito più elevato sarebbero più facilmente in grado di sostenere i costi dei lavori di ristrutturazione per il risparmio energetico e dell’installazione di energia rinnovabile, saranno i poveri a pagare il prezzo poiché continuano a essere bloccati dalle infrastrutture del gas fossile». Solo il 25% delle entrate del nuovo sistema ETS per gli edifici sarà indirizzato a sostenere le famiglie vulnerabili attraverso il fondo Social Climate.

Per questo Friends of the Earth Europe e Right To Energy Coalition «Invitano il Consiglio e il Parlamento europeo a eliminare il nuovo ETS per gli edifici, rafforzare gli obiettivi di efficienza climatica ed energetica e garantire finanziamenti sostanziali per il Fondo sociale per il clima per le ristrutturazioni e i gruppi di reddito. La Commissione europea dovrebbe presentare una nuova direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia per affrontare il problema degli edifici decrepiti e inefficienti entro la fine dell’anno».