Oms: in Europa le ondate di caldo del 2022 hanno causato almeno 15.000 morti

«Questo dovrebbe essere un campanello d'allarme per il nostro futuro in un clima che cambia»

[9 Novembre 2022]

Il Copernicus Climate Change Service dell’Unione europea ha recentemente annunciato che la regione europea ha appena passato l’estate più calda e l’agosto più caldo mai registrati e, secondo una stima ancora incompleta pubblicata dall’Organizzazione mondiale della sanità in occasione della COP27 sul clima in corso in Egitto, «Questa forte ondata di caldo ha avuto conseguenze mortali in Europa. Almeno 15.000 morti in Europa sono direttamente collegate alle forti ondate di caldo che hanno colpito il continente durante l’estate del 2022».

Hans Henri P. Kluge, direttore regionale per l’Europa dell’Oms ha sottolineato che «Sulla base dei dati nazionali già pubblicati, si stima che 15.000 persone siano morte specificamente di caldonel 2022». Lo stress da caldo, quando il corpo non riesce a raffreddarsi, è la principale causa di morte causata da agenti atmosferici nella regione europea. Le temperature estreme possono anche esacerbare condizioni croniche, comprese malattie cardiovascolari, respiratorie e cerebrovascolari e condizioni legate al diabete. Un bilancio per il 2022 che include 4.500 morti in Germania, quasi 4.000 in Spagna, più di 3.200 nel Regno Unito e un migliaio in Portogallo. Ma e che questa stima è destinata ad aumentare man mano che più Paesi – Italia compresa –  segnalano decessi legati al caldo eccessivo.

Per quanto riguarda la Francia, l’Oms specifica che l’Institut français de la statistique (Insee) ha registrato un eccesso di mortalità di 11.000 persone durante l’estate del 2022 rispetto all’estate del 2019 precedente la pandemia di Covid. L’Insee ha suggerito che queste cifre «Probabilmente sarebbero spiegate dall’ondata di caldo verificatasi a metà luglio, dopo un primo episodio di ondata di caldo a partire da metà giugno».

Secondo i dati dell’Oms, «Negli ultimi 50 anni le temperature estreme sono state responsabili di 148.000 morti in Europa. Con 15.000 morti in un solo anno, il 2022 da solo rappresenterebbe più del 10% del totale».

Nel 2021, eventi meteorologici e climatici ad alto impatto hanno provocato centinaia di vittime e colpito direttamente oltre mezzo milione di persone. Circa l’84% di questi eventi erano inondazioni o tempeste e l’Oms dice che «Questi impatti sulla salute che le persone nella nostra regione stanno vivendo ora con un aumento di 1,1° C della temperatura media globale danno solo un assaggio di cosa possiamo aspettarci se la temperatura aumenta di 2° C e oltre rispetto ai livelli preindustriali».

L’Oms ricorda che nel periodo 1961-2021 le temperature in Europa si sono notevolmente riscaldate, a una velocità media di circa 0,5° C per decennio». Il recente rapporto “State of the Climate in Europe” pubblicato pochi giorni fa dalla World meteorological organization (WMO), evidenzia che il continente europeo è quello in più rapido riscaldamento, con un aumento delle temperature più del doppio della media globale negli ultimi 30 anni. Durante la scorsa estate, l’Europa ha assistito a un’escalation di ondate di calore, siccità e incendi boschivi, che hanno avuto un impatto sulla salute delle sue popolazioni. Mentre il mondo è riunito in Egitto per cercare di affrontare la crisi climatica, l’Oms Europa avverte che «Il cambiamento climatico ci sta già uccidendo, ma un’azione forte oggi può prevenire che ci siano più morti. Più in generale, l’impatto di questi eventi climatici sulle persone dà solo un assaggio di ciò che dovremmo aspettarci  se la temperatura aumenta di 2° C e più rispetto ai livelli preindustriali. Per  Kluge «Questo dovrebbe essere un campanello d’allarme per il nostro futuro in un clima che cambia».

Oltre alle alte temperature, il continente europeo sta combattendo contro devastanti incendi boschivi che secondo l’Oms «Hanno causato le più alte emissioni di carbonio dal 2007, inquinato la nostra aria, hanno ucciso molte persone – inclusi, spesso, soccorritori in prima linea – sfollato molte altre e distrutto ampi tratti di territorio per molti anni a venire. Nei prossimi decenni, l’aumento dell’esposizione e della vulnerabilità alle ondate di caldo  e ad altri eventi meteorologici estremi porterà a un aumento delle malattie e della morte a meno che i paesi non adottino misure di adattamento e mitigazione davvero drastiche per combattere il cambiamento climatico».

E l’Oms Europe ricorda che «Adattamento significa rendere i sistemi sanitari e le società in grado di affrontare il futuro. Ad esempio, i piani d’azione per il calore e la salute sono fondamentali per l’adattamento ai cambiamenti climatici, proteggendo le comunità dalla morte e dalle malattie legate al calore. Più di 20 paesi della regione hanno in atto piani sanitari per il calore. Anche se questo è incoraggiante, è tutt’altro che sufficiente. Perché i piani siano efficaci, abbiamo bisogno di un forte coordinamento e cooperazione intersettoriale. Se saremo meglio preparati per una regione più calda, salveremo molte vite. Mitigazione significa andare oltre la preparazione agli impatti dei cambiamenti climatici per essere parte della soluzione. I nostri sistemi sanitari e le nostre società devono essere resilienti al clima, sostenibili e low carbon. Possiamo fare la nostra parte assicurando che il cambiamento climatico sia completamente integrato, interiorizzato e istituzionalizzato nei nostri sistemi sanitari, accelerando la fornitura di un’assistenza sanitaria sostenibile a zero emissioni per migliorare la salute individuale, sociale e planetaria. Possiamo anche sostenere politiche di mitigazione che riducano le emissioni mentre si traducono in molteplici benefici per la salute e la società affrontando contemporaneamente i cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico, che ogni anno uccidono circa 550.000 persone nella nostra regione su un totale stimato globale di 7 milioni».

L’Oms Europe conclude: «A livello individuale e comunitario, tutti abbiamo bisogno di ridurre sostanzialmente le nostre emissioni di carbonio attraverso modelli di produzione e consumo più sostenibili e abbracciando una transizione completa e rapida verso l’energia pulita e rinnovabile. Abbiamo la tecnologia: dobbiamo trovare il modo per renderla accessibile a tutti i Paesi e implementata rapidamente».