Appello urgente alla Cop25 Unfccc e all’Italia: immediato sostegno economico ai Paesi poveri più colpiti dalla crisi climatica. Prioritario un taglio radicale delle emissioni

Nel mondo 1 sfollato ogni 2 secondi a causa della crisi climatica

Oxfam: una “disuguaglianza climatica” che colpisce i Paesi più poveri

[3 Dicembre 2019]

Secondo il nuovo rapporto di Oxfam “Forced from Home Climate-fuelled displacement”, «Le catastrofi naturali alimentate dall’impatto del cambiamento climatico sono la prima causa al mondo di migrazioni forzate all’interno di Paesi spesso già poverissimi o dilaniati da conflitti. Negli ultimi 10 anni sono aumentate di 5 volte e hanno costretto oltre 20 milioni di persone ogni anno, 1 persona ogni 2 secondi, a lasciare le proprie case per trovare salvezza altrove».

Il rapporto dell’ONG, pubblicato in occasione dell’apertura a Madrid della 25esima Conferenza delle parti dell’Unfccc, rivela che «Cicloni, inondazioni e incendi hanno 7 volte più probabilità di causare migrazioni forzate rispetto a terremoti o eruzioni vulcaniche e 3 volte di più rispetto a guerre e conflitti. Un trend drammatico che pur non risparmiando nessun Paese – come dimostrano i recenti incendi in Australia o le inondazioni che nelle ultime settimane si sono riversate sull’Italia e su diversi stati europei – paradossalmente colpisce soprattutto i Paesi più poveri, che non hanno praticamente responsabilità sul livello di emissioni globali di CO2 in atmosfera».

Sui tratta di una “disuguaglianza climatica” che colpisce soprattutto i Paesi poveri. Infatti, tra i 10 Paesi più colpiti al mondo 7 sono “piccole” isole. «Basti pensare – dicono a Oxfam – che, tra il 2008 e il 2018, il 5% della popolazione di Cuba, Dominica e isole Tuvalu – oltre 3 milioni di persone – ogni anno è stato sfollato a causa di eventi climatici estremi, anche se in media questi Paesi producono solo un terzo delle emissioni inquinanti rispetto ad un qualsiasi Stato ad alto reddito. È come se una volta all’anno tre quarti della popolazione di Roma fosse costretta a lasciare le proprie case, per trovare scampo da uragani, cicloni, inondazioni o siccità durissime. Siamo di fronte a una vera e propria “disuguaglianza climatica” a ogni latitudine: in Paesi a basso e medio-basso reddito – come India, Nigeria e Bolivia – la popolazione ha una probabilità quattro volte maggiore di essere sfollata a causa di catastrofi climatiche rispetto alle persone che vivono in paesi ricchi come gli Stati Uniti. Circa l’80% di tutte le persone sfollate nell’ultimo decennio vive in Asia, dove oltre un terzo delle persone vive in condizioni di povertà estrema».

Il rapporto dedica un focus all’impatto della crisi climatica in Africa dove «l’emergenza climatica sta minacciando la sopravvivenza di decine milioni di persone che rischiano di morire di fame a causa di eventi climatici sempre più estremi e imprevedibili spesso aggravati dai conflitti che attraversano il continente».

Oxfam fa l’esempio della ex colonia italiana della Somalia, uno dei Paesi più poveri al mondo, «dove solo nell’ultimo anno si contano oltre 1 milione di sfollati interni a causa della guerra civile in corso e dell’alternarsi di gravissime siccità e alluvioni».

Poi c’è il Mozambico, dove «al momento 45 milioni di persone sono alla fame, dopo il passaggio lo scorso marzo dei cicloni  Idai e Kenneth, che hanno ucciso 648 persone, causato milioni di sfollati interni e distrutto case, infrastrutture e colture, causando danni per 3 miliardi di dollari», E Idai ha colpito anche lo Zimbabwe, lasciando senza un tetto oltre 50 mila persone nelle aree più povere del Paese, dove case e infrastrutture non avevano la minima possibilità di reggerne l’impatto.

In Etiopia e Sudan «le comunità pastorali sono state costrette a lasciare le loro case e terre a causa della gravissima siccità che negli ultimi anni ha decimato le colture e il bestiame e che adesso dipendono totalmente dagli aiuti umanitari per sopravvivere».

Un’emergenza che Oxfam sta affrontando ogni giorno al fianco di oltre 7 milioni di persone in 10 dei paesi africani più colpiti dalla crisi climatica, per garantire l’accesso al cibo e all’acqua pulita alla popolazione e aiutare le comunità più vulnerabili ad adattarsi all’impatto di eventi climatici sempre più estremi e frequenti.

Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia, sottolinea che «I Paesi ricchi stanno alimentando una crisi climatica che colpisce prima di tutto decine di milioni di persone vulnerabili in alcune delle aree più povere del pianeta e quindi non in grado di sopportare l’impatto di catastrofi naturale sempre più frequenti, repentine e violente. Ue e Stati Uniti, secondo un recente studio promosso da oltre 100 organizzazioni tra cui Oxfam,  sono responsabili da sole del 54% del costo danni causati dalla crisi climatica nel Sud del mondo. La conseguenza è che negli ultimi 10 anni i Paesi poveri hanno subito perdite economiche equivalenti al 2% del proprio reddito nazionale a causa del caos climatico, percentuale che può arrivare al 20% nei Paesi più colpiti. Per invertire questa tendenza è quindi essenziale che in occasione del summit di Madrid, i Governi si impegnino sul serio per fare la differenza, intervenendo in supporto dei paesi poveri, attraverso l’istituzione di un nuovo fondo per l’adattamento al cambiamento climatico. Milioni di persone in tutto il mondo nell’ultimo anno hanno manifestato per un’azione urgente di risoluzione della crisi climatica prima che sia troppo tardi, a partire da un radicale taglio delle emissioni inquinanti in atmosfera per giungere all’azzeramento delle emissioni di gas serra entro il 2030. Un obiettivo che anche l’Italia può centrare, come stanno chiedendo a gran voce i ragazzi dei Fridays For Future. Per questo chiediamo al Governo italiano, che sta aumentando l’attenzione sul tema in ambito nazionale, di avere un maggior profilo anche in ambito internazionale. Il vertice in corso a Madrid è cruciale: se i Governi che parteciperanno al summit non agiranno subito, più persone moriranno, più persone avranno fame e più persone saranno costrette a lasciare le proprie case per poter sopravvivere».

Oxfam è al fianco del movimento “Friday For Future”, che chiede interventi immediati per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Un lavoro di sensibilizzazione sul tema, che Oxfam realizza in tante scuole italiane formando docenti e studenti perché si facciano interpreti a loro volta di azioni di cambiamento sui temi della sostenibilità ambientale e dello sviluppo sostenibile. Un processo che sino ad oggi ha coinvolto migliaia di studenti che parteciperanno a dicembre al prossimo Meeting dei Diritti Umani 2019 a Firenze dedicato al tema e alla Marcia per il Clima che nel maggio 2020 porterà migliaia di studenti per le strade di 12 città italiane e 11 Paesi europei.