Mobilità insostenibile: ci costa l’1% del Pil. «Dopo COP21 diamoci una mossa»

Clima Globe Italia: la mobilità sostenibile per il clima e le città

[7 Marzo 2016]

L’incontro “Dopo COP21, diamoci una mossa”, che si è tenuto alla facoltà di architettura di Roma Tre, la tappa conclusiva della campagna #WeAreTheClimateGeneration, ideata del network europeo di comunicazione sostenibile Donotsmile, che ha portato alla COP21 di Parigi, ha confermato la non rosea situazione del nostro Paese: «In Italia l’indice di motorizzazione è il più alto d’Europa: 606 autovetture ogni mille abitanti. Questo record produce una congestione nel traffico che ci costa l’1% del Pil. Un terzo dei consumi energetici italiani deriva dal trasporto, il 90% delle emissioni dalla gomma. Le sole linee di metropolitana di Berlino sono superiori a quelle di tutte le città italiane. E il rapporto tra trasporto pubblico e trasporto privato a Roma è 28 a 72 mentre a Londra è 50,1 contro 49,9, a Parigi 63,6 contro 36,4 , a Berlino 66 contro 44, a Barcellona 67 contro 32. l’Italia è stata condannata dall’Europa per il superamento dei limiti sulle PM10, le polveri ultrasottili ci costano ogni anno 64 mila vittime».

Secondo gli organizzatori del convegno, «A farne le spese sono soprattutto le grandi città – Roma in testa – dove il mal da traffico, tra inquinamento, danni alla salute e stress colpisce indistintamente tutti i cittadini. Eppure le soluzioni sono a portata di mano, praticabili in tempi ragionevoli e dove messe in campo stanno già producendo effetti incredibilmente positivi. Si chiamano trasporto pubblico efficiente, mobilità sostenibile, bici e vetture elettriche».

Gli organizzatori di “Dopo COP21, diamoci una mossa”, sottolineano che «Quando parliamo di strade praticabili – oltre ai necessari investimenti sul trasporto pubblico – pensiamo a soluzioni che negli ultimi anni carsharing, ciclabili, mobilità elettrica. Solo nel nostro Paese nei primi mesi del 2015 sono stati 500.000 gli automobilisti che hanno lasciato la propria vettura in garage, optando per un servizio di car sharing, mentre le vetture condivise sono passate dalle 700 del 2011 alle 5.200 del 2015.Una proiezione al 2020 ipotizza 12 milioni di utenti nel mondo per un fatturato di 6,2 miliardi di euro. E poi meno auto e più bici. Il bike sharing ha fatto registrare un’impennata: in Italia sono attive più di 100 iniziative di bike sharing, con oltre 10.000 bici disponibili per i cittadini. In tutto avrebbe anche incredibili ricadute positive sulla salute: secondo l’OMS se tutti i cittadini europei di età compresa tra i 20 e i 74 anni camminassero o andassero in bicicletta15 minuti in più al giorno si eviterebbero 100 mila morti all’anno. Ma anche altre forme di condivisione come lo scooter pooling o la messa in condivisione del posto auto: soluzioni ormai affermate o proposte innovative che grazie all’utilizzo di applicazioni ICT danno forma alla “mobilita condivisa”

Il convegno di oggi è anche  il traguardo di una maratona molto particolare promossa dall’Università Roma Tre in collaborazione con Silverback – Greening the Communication, partner italiano della rete europea di comunicazione DoNotSmile: i mezzi ecologici  – uno studente che guida un’auto del car sharing elettrico, i conducenti dello scooter sharing elettrico e della bici, oltre a utente del servizio pubblico cittadino – hanno sfidato un’auto privata in un percorso nel traffico romano, dalla Biblioteca Nazionale all’ex Mattatoio, sede del Dipartimento di Architettura di Roma Tre.

La campagna #WeAreTheClimategeneration è stata patrocinata da Globe Italia, con la collaborazione della Coalizione per il Clima e delle Ferrovie dello Stato Italiane. Partner scientifico ENEA – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.

La presidente dell’Integruppo bicamerale per il Clima Globe Italia, Stella Bianchi (PD), intervenendo al convegno ha detto che «“Traffico e smog sono tra i mali più acuti che affliggono le città italiane ed è proprio in questi luoghi che si alimenta in modo più evidente il circolo vizioso che lega l’inquinamento agli effetti dei cambiamenti climatici. Ma le città sono anche il luogo da dove è possibile lanciare da subito un new deal per una trasformazione verso un’economia a bassissimo impatto di carbonio. Uno dei primi settori di intervento è quello del trasporto, dove servono da subito investimenti e iniziative pubbliche e private nel segno della mobilità sostenibile: mezzi pubblici più efficienti e meno inquinanti, metropolitane da completare e linee di tram da realizzare, zone pedonali, sharing mobility che siano auto o biciclette, infrastrutture per i veicoli elettrici, piste ciclabili e iniziative per la ciclomobilità come il GRAB di Roma. E’ quello che dobbiamo fare senza più esitazioni per ridurre le emissioni di CO2 e di inquinanti in atmosfera e anche per ridurre il traffico privato e i tempi di percorrenza in città. E’ quello che ci chiedono i cittadini che hanno dimostrato di apprezzarle in tutti i luoghi dove queste esperienze sono state messe in campo e di essere in qualche modo più avanti della politica e di chi amministra. Il mio auspicio, in vista delle prossime elezioni amministrative, è che le nuove giunte – a cominciare da quella di Roma – diano la priorità alla mobilità sostenibile e anche su questo costruiscano il cambiamento».