L’ondata di freddo danneggia le campagne. Coldiretti: «Anomalie climatiche costate oltre 14 miliardi di euro in un decennio»

Il maltempo arriva «dopo un inverno caldo e siccitoso che ha fatto registrare temperature di 0,40 gradi superiori alla media storica e 1/3 di pioggia in meno sulla Penisola».

[6 Maggio 2019]

Mentre alcuni giornali nazionali si trastullano sull’anomala ondata di freddo che ha colpito l’Italia titolando sull’inconsistenza dei cambiamenti climatici, chi tasta ogni giorno con mano gli effetti sul territorio del clima che cambia sembra aver maturato un’idea diametralmente opposta: «L’eccezionalità degli eventi atmosferici – spiegano dalla maggiore organizzazione di rappresentanza degli imprenditori agricoli a livello italiano ed europeo, la Coldiretti – è ormai diventata la norma e si manifesta con una più elevata frequenza di sbalzi termici significativi, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al freddo». Lasciandosi dietro danni assai tangibili: «Le anomalie climatiche, con il ripetersi di eventi estremi – evidenzia la Coldiretti – sono costate all’agricoltura italiana oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne».

Il freddo di questi giorni è solo l’ultimo di una lunga serie di eventi meteorologici estremi, dunque. Dal primo monitoraggio della Coldiretti sugli effetti nelle campagne dell’ondata artica di maltempo, vento forte e neve emergono rilevazioni che parlano di interi filari di vigneti stesi a terra, alberi caduti e semine sono andate perdute nei campi allagati; colpiti anche i prati per il foraggio da destinare all’alimentazione degli animali, rimasti schiacciati dalla forza delle correnti d’aria, mentre gli sbalzi termici con il brusco abbassamento delle temperature rischiano di compromettere la produzione nazionale di frutta che si sta appena iniziando a raccogliere dagli alberi .

«Se la neve in montagna è positiva per ripristinare le scorte idriche – aggiungono dalla Coldiretti – la caduta della grandine a macchia di leopardo è l’evento più temuto dagli agricoltori in questo momento perché si abbatte sulle verdure e sui frutteti spogliando le piante e compromettendo irreversibilmente i raccolti, facendo perdere un intero anno di lavoro. La dimensione dei chicchi di grandine peraltro risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni nei casi di eventi estremi come quello che attraversa l’Italia».

Ma a preoccupare gli agricoltori è anche la tenuta idrogeologica del territorio, soprattutto nelle aree rurali dove si segnalano «frane e smottamenti per l’arrivo di temporali violenti dopo un inverno caldo e siccitoso che ha fatto registrare temperature di 0,40 gradi superiori alla media storica e 1/3 di pioggia in meno sulla Penisola».