Lo scioglimento delle calotte glaciali potrebbe far innalzare di 39 cm il livello del mare entro il 2100

Gli scienziati ISMIP6: causerà enormi disagi per le nostre comunità costiere, il momento di agire è ora

[22 Settembre 2020]

Le ultime  scoperte, pubblicate questa settimana in un numero speciale della rivista The Cryosphere – The Ice Sheet Model Intercomparison Project for CMIP6 (ISMIP6) –  mostrano l’impatto che lo scioglimento delle calotte glaciali della Terra potrebbe avere sui livelli globali del mare entro la fine del secolo e gli scienziati del progetto Ice Sheet Model Intercomparison (ISMIP6), che fanno previsioni sul cambiamento della calotta glaciale negli scenari climatici futuri e che hanno  supportato l’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) nella realizzazione del l 2019 Special Report on Oceans and the Cryosphere, avvertono che «Se le emissioni di gas serra continuano a ritmo sostenuto, le calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide potrebbero contribuire insieme per più di 39 cm all’innalzamento del livello del mare entro questo secolo».

Per prevedere l’innalzamento del livello del mare tra il 2015 e il 2100, l’ISMIP6 –  che è guidato dal Goddard Space Flight Center della NASA e riunisce più di 60 scienziati che si occupano di ghiacciai,  oceani e atmosfera –  ha studiato due diversi scenari dell’Ipcc per il clima futuro: uno con le emissioni di carbonio in rapido aumento e un altro con emissioni inferiori.

Nello scenario ad alte emissioni, le perdite di ghiaccio dalla Groenlandia causeranno  un aumento di 9 cm in più del livello globale del mare entro il 2100, mentre l’Antartide nello stesso periodo provocherà altri 30 cm in più. Nello scenario di emissioni inferiori, la perdita di ghiaccio della Groenlandia aumenterebbe il livello globale del mare di circa 3 cm entro il 2100, mentre l’Antartide di 7,8 cm. La perdita maggiore di ghiaccio viene dall’Antartide occidentale, responsabile dell’innalzamento del livello del mare fino a 18 cm entro il 2100 nelle condizioni più calde.

I nuovi risultati dell’ISMIP6 serviranno alla redazione del Sixth Assessment Report dell’Ipcc, che dovrebbe essere pubblicato nel 2022.

Andrew Shepherd, dell’università di Leeds e de Center for polar observation e modelling (Cpom) britannico, spiega che «Avere tre decenni di misurazioni satellitari ha notevolmente migliorato la nostra capacità di simulare il modo in cui l’Antartide e la Groenlandia rispondono ai cambiamenti climatici. Sfortunatamente ora è chiaro che le perdite delle calotte glaciali sono aumentate rapidamente durante la nostra vita e che continueranno se non riduciamo le nostre emissioni di CO2. Un aumento di 39 centimetri in più del livello del mare causerà enormi disagi per le nostre comunità costiere, quindi dovremmo considerare queste previsioni come un potente allarme preventivo, ma ora è il momento di agire».

La glaciologa Sophie Nowicki, ora all’università di Buffalo e in precedenza alla NASA Goddard, sottolinea che «Una delle maggiori incertezze quando si tratta di quanto il livello del mare aumenterà in futuro è quanto contribuiranno le calotte glaciali. E il contributo delle calotte glaciali dipende davvero da ciò che farà il clima».

L’olandese Heiko Goelzer, dell’università di Utrecht e ora al Norwegian Research Center ha guidato il team ISMIP6 nello studio della calotta glaciale della Groenlandia dice che «Il punto di forza dell’ISMIP6 è stato riunire la maggior parte dei gruppi di modellazione delle calotte glaciali in tutto il mondo, e poi connettersi anche con altre comunità di modellatori oceanici e atmosferici, per capire meglio cosa potrebbe accadere alle calotte glaciali».

Hélène Seroussi, glaciologa  del Jet Propulsion Laboratory della NASA, che ha Seroussi ha guidato il team di modellazione della calotta glaciale antartica dell’ISMIP6, conclude: «Con questi nuovi risultati, possiamo concentrare i nostri sforzi nella direzione giusta e sapere su cosa è necessario lavorare per continuare a migliorare le proiezioni. La regione del mare di Amundsen nell’Antartide occidentale e la terra di Wilkes nell’Antartide orientale sono le due regioni più sensibili al riscaldamento delle temperature oceaniche e alle correnti mutevoli e continueranno a perdere grandi quantità di ghiaccio».