Livorno, una scomoda verità: il cambiamento climatico è già tra noi

Due eventi climatici estremi in tre anni (2017 e 2020) dimostrano che anche la nostra città deve adattarsi a questa nuova e preoccupante situazione. Di buono c’è che i lavori fatti hanno funzionato

[7 Dicembre 2020]

Stavolta non c’è stato bisogno di scomodare i nostri nonni per avere contezza di qualche precedente bomba d’acqua come quella appena passata sulla nostra città. Il 2017 e l’alluvione che tante vite ha portato via è ancora nei nostri occhi: sentire il sindaco Luca Salvetti affermare che quello di sabato è stato un fenomeno meteo secondo per potenza solo a quello di quel tragico settembre, ha reso palese a tutti l’inconvenient truth: i cambiamenti climatici sono qui e ora. “I tecnici e gli esperti ci hanno detto chiaramente – sottolinea nel merito Salvetti” che il fenomeno meteo che ha interessato Livorno in queste ultime 24 ore è stato secondo solo alla notte del 10 settembre 2017″.

Una triste conferma di quanto documenta anche Legambiente nel Rapporto 2020 “Il clima è già cambiato” , ovvero che dal 2010 a fine ottobre 2020 in Italia sono in crescita trombe d’aria, alluvioni, ondate di calore. In tutto quasi mille eventi estremi in oltre 500 Comuni. Livorno, dunque, che in tre anni deve registrare due nubifragi così distruttivi, sta pienamente dentro al trend. Ed è questa la riflessione più importante da fare, sulla quale ha poi ragione il sindaco Salvetti a ritenere “necessario ragionare su un intervento straordinario sui sistemi di raccolta e smaltimento delle acque bianche (…) il sottodimensionamento delle opere esistenti calibrate su dati storici ormai superati da eventi nuovi di un clima che cambia, impongono trasformazione e adattamenti da fare il prima possibile come prevede il nostro Piano di adattamento ai cambiamenti climatici recentemente portato in Consiglio Comunale”.

Ma questo è l’adattamento, necessario certo, ma dentro a una politica – che non può certo essere solo locale, ma globale – di lotta al cambiamento climatico.

Resilienza quindi, ma prima di tutto coscienza, perché il climascettico è sempre nell’appartamento accanto al nostro. E meno male che – non essendoci state vittime – quella di questo fine settimana può essere considerata la prova del nove, la prova sul campo che dopo i lavori della Regione Toscana e del Genio civile, coordinati con l’Amministrazione comunale, “i rii, torrenti, fossi e corsi d’acqua che tre anni fa misero in ginocchio la città e provocarono vittime e distruzione” non sono minimamente esondati, dimostrando che quei lavori sono stati utili. “Rio Maggiore, Rio Ardenza, Chioma e Ugione si sono ingrossati ma non sono mai arrivati a livelli di guardia”, ha sottolineato Salvetti.

Un plauso, poi, va a tutta la macchina organizzativa che ha fatto sì che la cittadinanza fosse costantemente informata dell’evolversi degli eventi.

Ma quali conseguenze ha avuto l’evento meteorico? Lo spiega il Consorzio di bonifica 5, che segnala anche alcune criticità per le quali si rende disponibile per un incontro con l’amministrazione: l’evento ha messo in crisi il sistema di regimazione delle acque provocando allagamenti localizzati mentre i corsi d’acqua principali non hanno provocato esondazioni. Sabato è caduta una pianta di dimensioni piuttosto elevata sul Rio Maggiore, in località Limoncino, che poteva creare ostacolo al deflusso della portata di piena e che è stata quindi rimossa non senza difficoltà. Allagamenti alla Puzzolente e poi in via del Castellaccio in corrispondenza del fosso delle Casine.

La situazione peggiore è stata (ed è), però, quella di via Firenze dove per la prima volta è entrata in funzione sotto tale regime di precipitazioni la nuova idrovora. E purtroppo si è rilevato un accumulo importante di materiale sullo sgrigliatore che ha provocato un blocco degli ingranaggi tale da far lavorare in maniera discontinua le idrovore. Per questo il Consorzio ha annunciato che si attiverà immediatamente per individuare tutte le soluzioni necessarie ad evitare l’accumulo del materiale proveniente dal reticolo misto afferente all’impianto. Il Consorzio si rende disponibile ad affrontare con l’Amministrazione comunale, con il sistema della protezione civile ed il Genio Civile l’analisi delle problematiche registrate nei due giorni al fine di condividere e pianificare le ulteriori soluzioni complementari alle opere realizzate per ridurre i disagi alla popolazione.