Limitare il riscaldamento globale a 1,5° C dimezza il contributo dei ghiacciai all’innalzamento del livello del mare

Le proiezioni più complete mai fatte sull'innalzamento del livello del mare: l'Antartide rimane il jolly fino al 2100

[6 Maggio 2021]

Lo studio “Projected land ice contributions to 21st century sea level rise”, appena pubblicato su Nature è il frutto di un enorme progetto di ricerca collaborativa e, analizzando il contributo proveniente da tutte le fonti di ghiaccio terrestre, fornisce le proiezioni per il 2100 del futuro innalzamento del livello del mare, con le proiezioni più complete create fino ad oggi. Un lavoro scientifico che utilizza un gran numero di modelli informatici combinati con tecniche statistiche, facendo previsioni per gli ultimi scenari socio-economici per informare il Sixth Assessment report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change che sarà pubblicato entro la fine dell’anno.

Dallo studio emerge che se limitassimo il riscaldamento globale a 1,5° C, le perdite della calotta glaciale della Groenlandia si ridurrebbero del 70% e le perdite sui ghiacciai della metà, rispetto alle attuali previsioni di emissioni. Per l’Antartide, le previsioni sono le stesse per diversi scenari di emissioni, perché al momento non è chiaro se la neve che cade nel freddo interno della calotta glaciale compenserà lo scioglimento delle coste. Tuttavia, secondo una storyline “pessimistica”, con molto più scioglimento delle nevicate, le perdite di ghiaccio antartiche potrebbero essere 5 volte maggiori.

Le stime indicano che limitare nel XXI secolo il riscaldamento globale a 1,5 gradi Centigradi al di sopra la temperatura pre-industriale limiterebbe l’innalzamento del livello del mare provocato dallo scioglimento dei ghiacciai terrestri.

Il principale autore dello studio, Tamsin Edwards, del Department of Geography e durettore del Climate Hub  del King’s College London, ricorda che «In vista della COP26 di novembre, molte nazioni stanno aggiornando i loro impegni per ridurre le emissioni di gas serra ai sensi dell’Accordo di Parigi. Il livello globale del mare continuerà a salire, anche se interrompiamo tutte le emissioni ora, ma la nostra ricerca suggerisce che potremmo limitare i danni: se gli impegni fossero molto più ambiziosi, le previsioni centrali per l’innalzamento del livello del mare a causa dello scioglimento dei ghiacci sarebbero ridotte da 25 cm a 13 cm nel 2100, con una probabilità del 95% di essere inferiori a 28 cm anziché l’attuale limite superiore di 40 cm. Ciò significherebbe un aumento meno grave delle inondazioni costiere».

Uno degli autori dello studio, lo statunitense Stephen Price della Theoretical Division dei Los Alamos National Laboratory, spiega che «Questo lavoro sintetizza i miglioramenti nell’ultimo decennio nei modelli climatici, nei modelli delle calotte glaciali e dei ghiacciai e nelle stime delle future emissioni di gas serra. Più di 85 ricercatori di varie discipline, tra i quali  il nostro team del Los Alamos National Laboratory, hanno prodotto proiezioni dell’innalzamento del livello del mare basate sui più recenti modelli informatici sviluppati all’interno della comunità scientifica e scenari aggiornati delle future emissioni di gas serra».

Il termine “ghiaccio terrestre” include i ghiacciai di montagna come quelli in Alaska, Europa e Asia, le calotte polari comprese quelle dell’Islanda e dell’Artico canadese e le banchise di ghiaccio in Groenlandia e Antartide.

I ghiacciai e le calotte glaciali sono attualmente responsabili di circa la metà dell’innalzamento del livello del mare globale, con la maggior parte del resto che deriva dall’espansione degli oceani mentre si riscaldano. Al King’s College London fanno notare che «Le previsioni precedenti avevano utilizzato scenari di emissioni più vecchi e non potevano esplorare a fondo l’incertezza sul futuro a causa del numero limitato di simulazioni. Questo studio basato statisticamente aggiorna gli scenari e combina tutte le fonti di ghiaccio terrestre in un quadro più completo che prevede la probabilità di diversi livelli di innalzamento del livello del mare».

Price aggiunge: «E’ interessante notare che l’Antartide continua a essere il jolly. I futuri cambiamenti in Antartide rimangono altamente incerti. Per questo motivo, le nostre stime di fascia alta per l’innalzamento del livello del mare dal ghiaccio terrestre sono più del doppio della stima “più probabile'”. Ciò è in gran parte dovuto alla sostanziale incertezza, in quanto le acque oceaniche fortemente calde erodono da sotto le parti galleggianti della calotta glaciale. A parte questa incertezza, la maggior parte delle proiezioni di innalzamento del livello del mare in Antartide non mostra una forte sensibilità ai diversi scenari di emissioni, ma un piccolo numero di proiezioni si traduce in un aumento fino a 5 volte del contributo del livello del mare. In effetti, il miglioramento della capacità del DOE (Department of Energy Usa, ndr) di simulare accuratamente il clima dell’emisfero australe e l’evoluzione della calotta glaciale antartica è stato al centro degli sforzi di Los Alamos per oltre un decennio».

Edwards conferma e conclude: «Abbiamo utilizzato una serie più ampia e sofisticata che mai di modelli di clima e ghiacci, combinando quasi 900 simulazioni di 38 team internazionali utilizzando tecniche statistiche per migliorare la nostra comprensione dell’incertezza sul futuro. L’Antartide è la ” wildcard” dell’innalzamento del livello del mare: difficile da prevedere e critico per l’estremità superiore delle proiezioni. In una storyline pessimistica, nella quale ‘Antartide è molto sensibile ai cambiamenti climatici, abbiamo scoperto che c’è una probabilità del 5% che il contributo del ghiaccio terrestre all’innalzamento del livello del mare superi i 56 cm nel 2100 anche se limitiamo il riscaldamento a 1,5° C. La gestione delle inondazioni costiere deve quindi essere abbastanza flessibile da tenere conto di un’ampia gamma di possibili innalzamenti del livello del mare, fino a quando nuove osservazioni e modelli non potranno migliorare la chiarezza del futuro dell’Antartide».