L’emergenza siccità si allarga al centro Italia, Anbi: speriamo nell’arrivo di piogge significative

Nel Ferrarese a gennaio piovuto meno che in un oasi in Marocco

[1 Aprile 2022]

Nella speranza che le attese piogge diano sollievo ad agricoltura ed ambiente, è sorprendente il dato, che l’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche segnala  che per l’area orientale dell’Emilia Romagna: «Sul ferrarese, da Gennaio sono caduti solo 18 millimetri di pioggia, addirittura 4 millimetri in meno di quanto registrato sull’oasi africana di Merzouga (mm. 22) nello stesso periodo!»

Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (ANBI)  sottolinea che «Pare inarrestabile il trend dell’area estense verso la siccità estrema: in 16 mesi, dal 1° gennaio 2021, si sono registrati mm.437,5 di pioggia  mentre, per rimanere in Italia ed in soli 12 mesi,  sono piovuti mm.1285 a Crotone, senza considerare i mm.761,6 caduti ad Agrigento in soli 6 mesi (dal 1Ottobre ad oggi). Altrettanto preoccupante è l’andamento registrato sul ravennate dove, in 16 mesi, sono caduti mm. 437,5 di pioggia; in Marocco, in 12 mesi, piovono però 700 millimetri a Tangeri e 510 millimetri a Rabat! Di questa straordinaria condizione di sofferenza idrica sono conseguenza fiumi emiliano-romagnoli ai minimi storici con il Trebbia, che addirittura segna -92% sulla media!»

In Lombardia è eccezionalmente negativa la condizione del manto nevoso in Lombardia, stimato del 18,9% inferiore al minimo storico, E l’ANBI ricorda che «Nella stessa regione, il fiume Adda è ai livelli più bassi da 50 anni in conseguenza delle scarse portate erogate dal lago di Como, il cui riempimento è ridotto al 4,7% ed è ormai pericolosamente vicino al minimo storico del 1958».

Continuano a calare i livelli di tutti i laghi del Nord Italia, dove anche il Garda è sceso sotto media, la cui condizione è aggravata dallo scarso manto nevoso, presente anche in quota: «A Courmayeur, nella Val d’Aosta dimenticata dalle piogge – dice l’Osservatorio ANBI – la neve al suolo è inferiore del 72% alla media mensile e la Dora Baltea ha portata dimezzata rispetto allo scorso anno (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta)».

I livelli del Po continuano repentinamente a calare: la portata è mediamente al 30% della media storica mensile, al rilevamento di Piacenza si toccano record negativi sempre nuovi e flussi che mai, nemmeno nelle  estati più siccitose, erano state così scarsi. Se i corsi d’acqua piemontesi permangono in marcato deficit idrico (soprattutto, il Tanaro), non va meglio a NordEst, dove ARPA Veneto segnala che tutti i fiumi registrano portate al minimo dal 2017.

Il presidente ANBI, Francesco Vincenzi, commenta: «Di fronte ad una crescente aridità, cui solo piogge continue e diffuse potranno dare risposta quest’anno, si accentua la crisi del sistema idraulico per un’emergenza climatica sempre più marcata e che sta disegnando una nuova Italia dell’acqua Senza acqua non c’è vita e per questo non solo va risparmiata, ma va trattenuta quando arriva per essere utilizzata nei momenti di bisogno; da qui le nostre proposte per nuovi bacini, perlopiù medio-piccoli, dei laghetti, in aree collinari e di pianura».

In Toscana è la portata dell’Arno (mc./sec. 11,20 contro una media nella norma pari a mc./sec. 104,94) a rappresentare bene il quadro largamente deficitario delle portate dei fiumi  della regione, dove a Marzo si registra  mezzo millimetro di pioggia contro una media di mm. 66 (-95%).

Peggiora la situazione anche nelle Marche, dove torna ad affacciarsi lo spettro della siccità dopo un 2021 in emergenza idrica: calano sia le portate dei fiumi che i volumi d’acqua trattenuti negli invasi (circa mezzo milione di metri cubi in meno).

Nel Lazio permane da molti mesi una situazione di sofferenza idrica per i fiumi del bacino del Liri e, in alcune zone, il deficit  è superiore a quello del siccitoso  2017, con piogge inferiori dal 20 al 50% rispetto alle medie.

Anche in Campania la situazione inizia a destare qualche preoccupazione per una  fase di siccità primaverile con i livelli idrometrici dei fiumi Sele, Volturno a Garigliano in calo fin dalle sorgenti, mentre sono in ripresa i livelli dei bacini nel Cilento.

In Basilicata, per la prima volta dall’autunno, si registra una flessione nel riempimento degli invasi (-500.000 metri cubi) a testimonianza di un’avviata stagione irrigua; crescono ancora, invece, i volumi d’acqua, trattenuti negli invasi pugliesi e cresciuti di 6 milioni e mezzo di metri cubi in 7 giorni.

Il direttore generale di ANBI, Massimo Gargano, conclude: «La situazione apulo-lucana evidenzia l’importanza della riserva idrica garantita dagli invasi in regioni che, seppur confinanti, stanno vivendo differenze contingenze meteo: in carenza di piogge sono i bacini a fornire l’acqua necessaria alle prime colture dell’anno».