Le soluzioni basate sulla natura sono l’arma più conveniente contro gli eventi meteo estremi

Sudmeier (Unep): «La maggior parte degli ecosistemi riduce gli impatti degli eventi estremi in modo economicamente vantaggioso»

[30 Giugno 2021]

Mangrovie, barriere coralline, dune di sabbia, foreste e altri ecosistemi fanno parte dell’armamentario delle soluzioni basate sulla natura (nature-based solutions) che possiamo mettere in campo contro gli eventi meteo estremi – sempre più numerosi e intensi a causa della crisi climatica, anche in Italia –, e proteggere così le popolazioni coinvolte.

Con quale efficacia? Per rispondere con rigore scientifico a questa domanda, un team internazionale composto da 28 ricercatori ha esaminato 529 studi peer-reviewed pubblicati in vent’anni per riassumere, per la prima volta, lo stato della conoscenza sull’efficacia degli interventi di riduzione del rischio di disastri (Drr) attraverso i servizi ecosistemici.

Il risultato è l’articolo Scientific evidence for ecosystem-based disaster risk reduction, appena pubblicato su Nature Sustainability. «Si tratta della valutazione più ampia e aggiornata del ruolo che le soluzioni ispirate alla natura possono svolgere per ridurre gli impatti degli eventi estremi», spiega il co-autore Jaroslav Mysiak, direttore della divisione di ricerca ‘Risk assessment and adaptation strategies’ alla Fondazione Cmcc.

I ricercatori hanno dunque confermato come gli ecosistemi possano essere utili nella riduzione del rischio di molti disastri: dalla gestione degli incendi forestali alla mitigazione delle inondazioni nelle aree urbane attraverso soluzioni di design sostenibile, dall’uso della vegetazione sui pendii per ridurre in modo efficiente pericoli come gli smottamenti e le valanghe montani, fino alla gestione delle acque piovane.

Non solo: anche nei processi a lenta insorgenza caratteristici delle zone aride quali la siccità persistente, il degrado del suolo e la desertificazione – che possono nel tempo sfociare in disastri – le soluzioni basate sulla natura riescono a ridurre gli impatti dei cambiamenti climatici.

Ampliare l’impiego dell’approccio ecositemico alla gestione degli eventi estremi significa anche adottare una strategia che è in grado di rivelarsi più economica rispetto alle misure protettive artificiali.

«Due decenni di ricerca analizzati in sei anni ci hanno lasciato con una serie di domande: abbiamo le prove che la maggior parte degli ecosistemi riduce gli impatti degli eventi estremi in modo economicamente vantaggioso. Ora – conclude Karen Sudmeier, ricercatrice Unep e prima autrice dell’articolo – abbiamo bisogno di raggiungere i decisori parlando la loro lingua, specificando quanto e come. Dobbiamo anche concentrare la nostra attenzione sugli standard di performance, su progetti di design sostenibile, sull’ingegneria ambientale e sulle specifiche che permetteranno di attrarre l’interesse e gli investimenti verso le soluzioni offerte dalla natura per affrontare il crescente numero di eventi estremi in tutto il mondo. La nostra ricerca in questo campo è appena iniziata».