Le regioni centrali tirreniche sono un hot-spot per i tornado

Particolarmente colpito il Lazio. A nord la Pianura Padana e tra le regioni sud-orientali Puglia e Calabria

[19 Luglio 2022]

Recenti ricerche hanno evidenziato che i tornado nell’area mediterranea, e in Italia in particolare, non sono eventi rari. Lo studio “Tornadoes in the Tyrrhenian regions of the Italian peninsula: The case study of 28 July 2019”, pubblicato recentemente su Atmospheric Research da Elenio Avolio e Mario Marcello Miglietta dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac), conferma «L’esistenza di specifiche aree maggiormente affette da tornado di forte intensità» ed evidenzia che «Una di queste è rappresentata dalle regioni centrali che si affacciano sul Tirreno (Lazio in particolare); altre zone particolarmente colpite in Italia sono le regioni sud-orientali (Puglia-Calabria) e la Pianura Padana», come messo in luce anche da precedenti lavori degli stessi autori.

Avolio spiega che «L’intensificazione di tali fenomeni, nel corso degli anni, è condizionata anche dal cambiamento climatico in atto, essendo confermato che esistono delle forzanti specifiche, come la temperatura superficiale del mare, con un ruolo importante nello sviluppo di tali eventi. Le regioni centrali tirreniche Italiane possono essere definite come un hot-spot per i tornado nell’area mediterranea. A tale riguardo, sono stati analizzati 32 anni di dati (1990-2021), isolando un numero considerevole di eventi tornadici ad elevata intensità (445 su tutta Italia). Le analisi statistiche sono state condotte analizzando sia misure (radiosondaggi) sia output da modelli a grande scala (re-analisi), al fine di individuare le condizioni atmosferiche dominanti associate ai tornado individuati. È stato quindi possibile definire delle specifiche configurazioni atmosferiche prevalenti, potenzialmente favorevoli al loro sviluppo nell’area in studio».

Per quanto riguarda il Tirreno, al Cnr-Isac ricordano che «Le condizioni atmosferiche medie sono caratterizzate da un’area di bassa pressione sull’Italia nord-occidentale, sia in quota che in superficie, e da venti al suolo sud-occidentali in grado di trasportare aria più calda della media verso le regioni colpite. L’utilizzo di modelli meteorologici previsionali ad alta risoluzione, nel corso degli anni, ha consentito di raggiungere livelli importanti di conoscenza sulla dinamica di tali eventi, che per definizione sono altamente localizzati nel tempo e nello spazio e, quindi, particolarmente difficili da prevedere.

Avolio e Miglietta hanno scelto come caso di studio il tornado che ha colpito il litorale laziale il 28 luglio 2019, causando la morte di una persona, e lo hanno analizzato in dettaglio mediante simulazioni numeriche ad alta risoluzione (modello ad area limitata WRF), per comprendere al meglio le caratteristiche dinamiche e verificare la capacità predittiva di un simile fenomeno. Avolio conclude: «I risultati hanno mostrato come sia possibile prevedere con successo valori elevati di specifici indicatori d’instabilità atmosferica e di convezione profonda tipici dei tornado, nonché di simulare correttamente la struttura delle celle convettive responsabili della genesi di tali eventi”, conclude il ricercatore. Il risultato pone l’accento sull’importanza di un sistema meteorologico integrato modellistico/osservativo dedicato al monitoraggio e alla previsione operativa di tali fenomeni intensi».