Le profondità del Mare di Weddell si stanno riscaldando 5 volte più velocemente che il resto degli oceani

Un riscaldamento dovuto al cambiamento dei venti e delle correnti nell'Oceano Antartico e che potrebbe avere conseguenze globali

[26 Ottobre 2020]

Secondo lo studio “Multi-decadal warming and density loss in the deep Weddell Sea Antarctica”, pubblicato sul Journal of Climate da un team di ricercatori dell’Alfred-Wegener-Institut Helmholtz-Zentrum für Polar- und Meeresforschung (AWI)  «Negli ultimi tre decenni, le profondità del Mare di Weddell antartico si sono riscaldate 5 volte più velocemente del resto dell’oceano a profondità superiori a 2.000 metri».

Nello studio gli oceanografi tedeschi analizzano una serie temporale oceanografica senza precedenti dal Mare di Weddell e dimostrano che «Il riscaldamento delle profondità polari è dovuto principalmente al cambiamento dei venti e delle correnti sopra e nell’Oceano Antartico». Inoltre, gli esperti AWI avvertono che il riscaldamento del Mare di Weddell potrebbe indebolire in modo permanente il rimescolamento e inabissamento di enormi masse d’acqua che si verificano nel Mare di Weddel  potrebbe avere conseguenze di vasta portata per la circolazione oceanica globale.

Negli ultimi decenni, gli oceani del mondo hanno assorbito più del 90% del calore intrappolato nell’atmosfera dalle emissioni di gas serra, rallentando efficacemente l’aumento della temperatura dell’aria in tutto il mondo e in questo meccanismo l’Oceano Antartico è fondamentale: sebbene rappresenti solo il 15% degli oceani del mondo in termini di superficie, a causa del rimescolamento delle masse di acqua marina che avviene nell’area, assorbe circa i tre quarti del calore.

Fino a poco tempo, a causa della mancanza di serie temporali sufficientemente lunghe, si sapeva molto poco di ciò che avviene a questo calore nelle profondità dell’Oceano Antartico, per tracciare come si sviluppa l’assorbimento del calore fino alle profondità marine, i ricercatori hanno utilizzato misurazioni fatte da bordo delle navi ripetute regolarmente con sonde “CTD” ((Conductivity, Temperature and Depth) che ormai sono diventate così precise da poter misurare i cambiamenti nella temperatura dell’acqua fino al decimillesimo di grado Celsius. I dati raccolti possono essere utilizzati anche per determinare la densità e la salinità delle masse d’acqua.

Negli ultimi 30 anni, gli oceanografi dell’AWI hanno raccolto questi dati su temperatura e salinità – sempre negli stessi siti, sempre dalla superficie al fondo marino, e sempre con estrema precisione – durante le spedizioni nel Mare di Weddell realizzate con la nave rompighiaccio per la ricerca  Polarstern. Alla fine, i ricercatori hanno prodotto l’unica serie temporale di questo genere sull’Atlantico meridionale e sul Mare di Weddell e che ha permesso loro di ricostruire con precisione il riscaldamento del Mare di Weddell e identificarne le potenziali cause.

Come sottolinea il principale autore dello studio, Volker Strass, i risultati sono sorprendenti: «I nostri dati mostrano una chiara divisione nella colonna d’acqua del Mare di Weddell. Mentre l’acqua nei 700 metri superiori si è riscaldata appena, nelle regioni più profonde stiamo assistendo a un aumento costante della temperatura da 0,0021 a 0,0024 gradi Celsius all’anno. A prima vista, Questi valori possono sembrare minuscoli. Ma, Poiché l’oceano ha circa 1.000 volte la capacità termica dell’atmosfera, questi numeri rappresentano un’enorme scala di assorbimento del calore. Utilizzando l’aumento della temperatura per calcolare il tasso di riscaldamento in watt per metro quadrato, Si può vedere che negli ultimi 30 anni, a profondità di oltre 2.000 metri, il Mare di Weddell ha assorbito in media 5 volte più calore del resto dell’oceano. Attraverso la formazione delle acque di profondità nel Mare di Weddell, questo calore viene poi distribuito ai bacini profondi degli oceani del mondo».

Il Mare di Weddell, che rappresenta l’estensione meridionale dell’Oceano Atlantico ed è circa il doppio del Mar Mediterraneo, si raffreddano enormi masse d’acqua si raffreddano che, durante la formazione del ghiaccio marino assumono sale e affondano negli strati d’acqua più profondi come acque fredde e pesanti del fondo dell’antartico, e poi si diffondono nei grandi bacini oceanici come una corrente di acque profonde. Questo ribaltamento è considerato un  importante motore della circolazione oceanica globale. All’AWI dicono che «Il riscaldamento delle profondità del Mare di Weddell potrebbe indebolire quel motore, poiché l’acqua più calda ha una densità inferiore. Di conseguenza, è più leggera e potrebbe riempire gli strati più alti della colonna d’acqua».

Uno degli autori dello studio, Gerd Rohardt, evidenzia che «I nostri dati sul campo mostrano già una perdita di densità correlata alla temperatura nelle masse d’acqua più profonde del Mare di Weddell. Questo cambiamento è più pronunciato nell’acqua di profondità. Il fatto che l’acqua del fondale antartico continuerà o meno a svolgere la sua funzione di strato più profondo dell’oceano globale che ribalta la circolazione dipende principalmente da come cambia la densità delle masse d’acqua sopra di esso. Per monitorare questi sviluppi, dovremo continuare le nostre regolari letture a bordo di navi nel Mare di Weddell».

Come causa dell’aumento dell’apporto di calore nelle profondità del Mare di Weddell, gli oceanografi tedeschi hanno identificato un cambiamento nel vento e nei sistemi delle correnti al di sopra e all’interno dell’Oceano Antartico. Un altro degli autori dello studio, Torsten Kanzow, a capo della divisione scienze climatiche dell’AWI, spiega a sua volta che «Negli ultimi tre decenni, i venti occidentali e con essi la Corrente Circumpolare Antartica non si sono solo spostati di uno o due gradi a sud; si sono anche intensificati. Di conseguenza, il diametro del Weddell Gyre è diminuito e la velocità del flusso delle masse d’acqua è aumentata. A causa di questi due fattori, oggi più calore dalla corrente circumpolare viene trasportato fino al  mare di Weddell rispetto a quando abbiamo iniziato le nostre misurazioni».

Una volta che il calore raggiunge le profondità del Mare di Weddell, le principali correnti d’acqua di fondale lo distribuiscono a tutti i bacini oceanici. Strass concude: «Le nostre serie temporali confermano il ruolo fondamentale dell’Oceano Antartico e in particolare del Mare di Weddell in termini di stoccaggio del calore nelle profondità degli oceani del mondo. Se il riscaldamento del Mare di Weddell continuerà incontrollato, avrà conseguenze di vasta portata non solo per le massicce banchise di ghiaccio sulla costa meridionale del Mare di Weddell, che si estendono fino all’oceano, e in quanto tali, per l’aumento del  livello del mare nel lungo periodo, ma anche per il nastro trasportatore della circolazione oceanica nel suo complesso».