Le inondazioni causate da laghi glaciali minacciano 15 milioni di persone in tutto il mondo

Più della metà delle persone esposte vivono in India, Pakistan Cina e Perù

[8 Febbraio 2023]

Lo studio “Glacial lake outburst floods threaten millions globally’”, pubblicato su Nature Communications da un team internazionale di scienziati guidato dall’università di Newcastle ha prodotto la prima valutazione globale delle aree a maggior rischio di inondazioni da esplosione di laghi glaciali e ha identificato le aree prioritarie per la mitigazione.

I ricercatori di Newcastle spiegano che «Man mano che il clima diventa più caldo, i ghiacciai si ritirano e l’acqua di fusione si raccoglie nella parte anteriore del ghiacciaio formando un lago. Questi laghi possono scoppiare improvvisamente e creare un’inondazione Glacial Lake Outburst Flood (GLOF) a flusso rapido che può diffondersi su una grande distanza dal sito originale, in alcuni casi più di 120 km. I GLOF possono essere altamente distruttivi e danneggiare proprietà, infrastrutture e terreni agricoli e possono portare a significative perdite di vite umane.

Il numero di laghi glaciali è cresciuto rapidamente dal 1990 a causa del cambiamento climatico. Allo stesso tempo, anche il numero di persone che vivono in questi bacini è aumentato in modo significativo. Il team di ricerca ha esaminato 1.089 bacini lacustri glaciali in tutto il mondo e il numero di persone che vivono entro 50 chilometri a valle, nonché il livello di sviluppo in quelle aree e altri indicatori sociali come indicatori di vulnerabilità ai GLOF. Poi queste informazioni sono state utilizzate per quantificare e classificare il potenziale danno da GLOF su scala globale e valutare la capacità delle comunità di rispondere efficacemente a un’inondazione.

I risultati hanno evidenziato che «15 milioni di persone vivono entro 50 km da un lago glaciale e che l’High Mountain Asia (che comprende l’altopiano tibetano, dal Kirghizistan alla Cina), ha il più alto pericolo GLOF, con 9,3 milioni di persone potenzialmente a rischio. India e Pakistan hanno circa 5 milioni di persone esposte, circa un terzo del totale globale messo insieme». L’altro Paese più a rischio GLOF insieme a  India, Pakistan e Cina è il Perù e insieme rappresentano oltre la metà del numero di persone in tutto il mondo esposte al potenziale pericolo delle inondazioni dei laghi glaciali. Il team di ricerca sottolinea «La relativa mancanza di ricerca sul pericolo dei laghi glaciali nelle Ande. Sono urgentemente necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio il potenziale pericolo GLOF a livello locale in quest’area a causa dell’elevato numero di persone che vivono in vicinanza ai laghi glaciali e la loro ridotta capacità di far fronte all’impatto di un GLOF».

Infatti, la principale autrice dello studio, Caroline Taylor della School of geography, politics and sociology dell’università di  Newcastle, fa notare che «Questo lavoro evidenzia che non sono le aree con il maggior numero o la crescita più rapida dei laghi a essere più pericolose. Invece, è il numero di persone, la loro vicinanza a un lago glaciale e, soprattutto, la loro capacità di far fronte a un’alluvione che determina il potenziale pericolo di un evento GLOF».

Questo studio sarà anche fondamentale per un nuovo importante progetto di ricerca dell’università di  Newcastle che esamina il ritiro dei ghiacciai e l’impatto sull’esaurimento delle risorse idriche nelle Ande e i ricercatori sono convinti che «Il lavoro migliorerà la nostra comprensione di come la neve e il ghiaccio glaciale vengono immagazzinati ad alta quota nelle Ande e aiuterà le comunità e i governi locali a sviluppare piani di adattamento e mitigazione per gestire le risorse idriche mentre il nostro clima continua a cambiare».

Un’altra autrice dello studio, Rachel Carr, head of physical geography all’università di Newcastle, conclude: «Capire quali aree sono maggiormente a rischio di inondazioni glaciali consentirà azioni di gestione del rischio più mirate ed efficaci che a loro volta contribuiranno a ridurre al minimo la perdita di vite umane e danni alle infrastrutture a valle a causa di questo grave pericolo naturale».