L’aumento delle temperature sta portando a siccità diffuse e durature in tutto il mondo

Le mega-siccità pluriennali rischiano di diventare la nuova normalità. A rischio economia e biodiversità

[29 Settembre 2022]

Secondo il nuovo studio “Quantification of meteorological drought risks between 1.5° C and 4° C of global warming in six countries”, pubblicato su Climatic Change da un team di ricercatori dell’University of East Anglia (UEA) e della Planbureau voor de Leefomgeving (PBL – l’agenzia ambientale dei Paesi Bassi), «Siccità più frequenti e più durature causate dall’aumento delle temperature globali rappresentano rischi significativi per le persone e gli ecosistemi di tutto il mondo».
Lo studio dimostra che «Anche un modesto aumento della temperatura di 1,5°C comporterà gravi conseguenze in India, Cina, Etiopia, Ghana, Brasile ed Egitto». Si tratta dei 6 Paesi selezionati per lo studio nel progetto UEA perché «Forniscono una gamma di dimensioni contrastanti e diversi livelli di sviluppo in tre continenti che abbracciano biomi tropicali e temperati e contengono foreste, praterie e habitat desertici».

Lo studio, guidato dal  Jeff Price del Tyndall Center for Climate Change Research dell’UEA, ha quantificato gli impatti previsti, a seconda di livelli alternativi di riscaldamento globale, sulla probabilità e la durata di una grave siccità nei 6 Paesi.

Price, che insegna biodiversità e cambiamento climatico all’UEA, sottolinea che «Gli attuali impegni per la mitigazione del cambiamento climatico, che si prevede producano ancora livelli di riscaldamento globale di 3° C o più, avrebbero un impatto su tutti i Paesi in questo studio. Ad esempio, con un riscaldamento di 3° C, si prevede che, in un periodo di 30 anni, oltre il 50% della superficie agricola di ciascun Paese sarà esposta a gravi siccità che dureranno più di un anno.  Utilizzando le proiezioni standard della popolazione, si stima che, in un periodo di 30 anni, l’80 – 100% della popolazione in Brasile, Cina, Egitto, Etiopia e Ghana (e quasi il 50% della popolazione indiana) sarà esposta a un grave siccità della durata di un anno o più. Al contrario, abbiamo scoperto che il raggiungimento dell’obiettivo a lungo termine delle temperature dell’Accordo di Parigi, che è quello di limitare il riscaldamento a 1,5° C al di sopra dei livelli preindustriali, dovrebbe andare notevolmente a beneficio di tutti i Paesi in questo studio, riducendo notevolmente l’esposizione a una grave siccità per ampie percentuali della popolazione e in tutte le principali classi di copertura del suolo, con l’Egitto che potenzialmente ne trarrà i maggiori benefici».

Lo scenario di riscaldamento di 1,5° C prevede che la probabilità di siccità triplicherà in Brasile e Cina, sarà quasi il doppio in Etiopia e Ghana, aumenterà leggermente in India e aumenterà sostanzialmente in Egitto.
In uno scenario di riscaldamento di 2° C, si prevede che la probabilità di siccità quadruplicherà in Brasile e Cina; raddoppierà in Etiopia e Ghana; raggiungerà una probabilità superiore al 90% in Egitto e di quasi il doppio in India.
In uno scenario di riscaldamento di 3° C, la probabilità di siccità prevista in Brasile e Cina è del 30 – 40%; 20 – 23% in Etiopia e Ghana; 14% in India ma quasi il 100% in Egitto.
Infine, in uno scenario di riscaldamento di 4° C, la probabilità di siccità prevista in Brasile e Cina è quasi del 50%; 27 – 30% in Etiopia e Ghana; quasi il 20% in India e il 100% in Egitto.

All’UEA fanno notare che «Nella maggior parte dei Paesi, l’aumento previsto della probabilità di siccità aumenta approssimativamente in modo lineare con l’aumentare della temperatura. L’eccezione è l’Egitto, dove anche lievi quantità di riscaldamento globale portano potenzialmente a grandi aumenti della probabilità di siccità»

Rachel Warren, del Tyndall Centre for Climate Change Research della School of Environmental Sciences dell’Uea e leader della ricerca complessiva sulla quale si basa questo nuovo studio, ha sottolineato che «Non solo l’area esposta alla siccità aumenta con il riscaldamento globale, ma aumenta anche la durata della siccità. In Brasile, Cina, Etiopia e Ghana si prevede che siccità di durata superiore a due anni si verificheranno anche in uno scenario di riscaldamento di 1,5° C».
In uno scenario di riscaldamento di 2° C, si prevede che la durata della siccità in tutti i Paesi (tranne l’India) supererà i tre anni. In uno scenario di riscaldamento di 3° C, si prevede che la siccità si avvicinerà a una durata di 4 – 5 anni e in uno scenario di riscaldamento di 4° C, si prevede che in Brasile e Cina ci saranno mega-siccità di durata superiore a cinque anni, con la siccità grave come nuova normalità.
Inoltre, lo studio prevede che «In base allo scenario di riscaldamento di 1,5° C, la percentuale di terra esposta a una grave siccità di durata superiore a 12 mesi in un periodo di 30 anni aumenterà rapidamente, in Brasile, Cina ed Egitto e nelle aree con neve permanente e ghiaccio in India. L’India e la Cina hanno entrambe vaste aree attualmente coperte da ghiaccio e neve “permanenti”. Tuttavia, nello scenario di riscaldamento di 3° C, si prevede che, in un periodo di 30 anni, il 90% di queste aree dovrà affrontare gravi siccità che dureranno più di un anno. Queste aree costituiscono le sorgenti di molti dei principali sistemi fluviali e quindi l’approvvigionamento idrico di milioni di persone a valle. L’aumento della probabilità e della durata di una grave siccità indica un potenziale calo dello stoccaggio dell’acqua nell’Himalaya cinese sotto forma di neve e ghiaccio».

I ricercatori avverono che «La siccità può avere un forte impatto sulla biodiversità, sui raccolti e sull’economia. Questo studio indica che tutti e 6 i Paesi dovranno affrontare lo stress idrico nel settore agricolo, potenzialmente attraverso lo spostamento delle varietà di colture o attraverso l’irrigazione, se l’acqua è disponibile. La quantità di adattamento necessaria per far fronte a questo aumento della siccità aumenta quindi rapidamente con il riscaldamento globale. Le aree urbane se la caveranno solo leggermente meglio e generalmente mostrano lo stesso schema di cui sopra. Le aree lungo fiumi e torrenti o con bacini artificiali possono cavarsela meglio, a seconda della concorrenza per le risorse idriche e le sorgenti».
La Warren ha concluso: «L’adempimento degli accordi di Parigi potrebbe avere grandi vantaggi in termini di riduzione del rischio di grave siccità in questi 6 Paesi, in tutte le principali classi di copertura del suolo e per ampie percentuali della popolazione mondiale. Questò richiede un’azione urgente su scala globale, ora, per fermare la deforestazione (compresa quella in Amazzonia) in questo decennio e per decarbonizzare il sistema energetico in questo decennio, in modo da poter raggiungere emissioni net zero entro il 2050».