La lotta ai cambiamenti climatici è fondamentale per la pace nel mondo

Guterres al Consiglio di sicurezza Onu: il riscaldamento globale aggrava instabilità, conflitti e terrorismo

[10 Dicembre 2021]

Di fronte al Consiglio di sicurezza, il segretario generale dell’Onu António Guterres ha ricordato che «La lotta ai cambiamenti climatici è cruciale per la sicurezza internazionale perché è un fattore aggravante di instabilità, conflitti e terrorismo. Spesso, le regioni più vulnerabili ai cambiamenti climatici soffrono anche di insicurezza, povertà, governance debole e per la piaga del terrorismo».

Il tema del dibattito al Consiglio di sicurezza  era  il terrorismo e i cambiamenti climatici e Guterres ha ricordato che «Dei 15 Paesi più esposti ai rischi climatici, 8 ospitano una missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite o una missione politica speciale. Gli effetti del clima si sovrappongono ai conflitti e aggravano le fragilità. Quando il cambiamento climatico contribuisce alla pressione sulle istituzioni e ostacola la loro capacità di fornire servizi pubblici, alimenta rimostranze e sfiducia nel potere. Quando la perdita dei mezzi di sussistenza lascia le persone nella disperazione, rende più allettanti le promesse di protezione, reddito e giustizia dietro le quali i gruppi terroristici a volte nascondono i loro progetti».

E’ cosi, ha fatto notare il capo dell’Onu che «Nel bacino del lago Ciad, Boko Haram è riuscito a mobilitare nuove reclute, soprattutto all’interno delle comunità locali deluse dalla mancanza di prospettive economiche e di accesso alle risorse essenziali. el Mali centrale, i gruppi terroristici hanno sfruttato le crescenti tensioni tra pastori e agricoltori per reclutare membri delle comunità pastorali, che spesso si sentono escluse e stigmatizzate».

E proprio in Mali l’8 dicembre un attacco di milizie islamiste ha provocato la morte di 7 caschi blu togolesi della Mission multidimensionnelle intégrée des Nations Unies pour la stabilisation (MINUSMA) che facevano parte  di un convoglio logistico che  tra Douentza e Sévaré, sulla Route Nationale 16, nella regione di Bandiagara, è saltato su un ordigno esplosivo. Il Rappresentante speciale di Guterres e Capo della MINUSMA, El-Ghassim Wane, ha condannato «Questo vile attacco che potrebbe costituire un crimine di guerra ai sensi del diritto internazionale» e ha ricordato che «Questa tragedia si aggiunge al raccapricciante numero di attacchi alle forze di pace in Mali. MINUSMA è l’operazione di pace dove i caschi blu hanno pagato il prezzo più alto, con più di 200 soldati morti in guerra, nel compimento della loro missione».

Dal’inizio del 2021 sono stati registrati decine di attacchi contro il personale della MINUSMA con ordigni esplosivi improvvisati  e il 7 dicembre MINUSMA aveva annunciato che un altro casco blu era deceduto per le ferite riportate lunedì 6 dicembre, si tratta di un peacekeeper egiziano che era stato gravemente ferito il 22 novembre dopo che il veicolo sul quale  si trovava, che faceva parte di un convoglio logistico, aveva urtato colpito un ordigno esplosivo improvvisato a circa 11 km di distanza dal campo MINUSMA a Tessalit.

Il 3 dicembre  un gruppo di uomini armati aveva attaccato un villaggio lungo la strada Songho-Bandiagara, nel centro del Mali, compiendo una strage in cui sono morti almeno  30 civili e fatto  molti feriti.

Al Consiglio di sicurezza dell’Onu Guterres ha  detto che «Il degrado ambientale consente ai gruppi armati non statali di espandere la loro influenza e manipolare le risorse a loro vantaggio. Il cambiamento climatico non è la fonte di tutti i mali, ma costituisce un effetto moltiplicatore e diventa un’aggravante di instabilità, conflitti e terrorismo. Dobbiamo affrontare queste sfide in modo integrato e creare un circolo virtuoso di pace, resilienza e sviluppo sostenibile». E, in una logica di approccio integrato, ha chiesto un approfondimento dell’azione collettiva: «Per prima cosa, l’accento debba essere posto sulla prevenzione e affrontare le cause profonde dell’insicurezza. I conflitti o il terrorismo non avvengono nel vuoto. Sono il risultato di profonde fratture: povertà, violazione dei diritti umani, malgoverno, collasso dei servizi pubblici essenziali, mancanza di prospettive di sviluppo umano e, più in generale, perdita di speranza per il futuro. Per costruire una pace duratura, dobbiamo ridurre le disuguaglianze. Dobbiamo proteggere le persone e le comunità più vulnerabili, comprese le donne, che sono colpite in modo sproporzionato»- Guterres è convinto che sia necessario «Promuovere una governance inclusiva, con la piena partecipazione di tutte le comunità e della società civile, per valorizzare il know-how locale e per amplificare la voce delle donne e dei giovani».

Come secondo punto, il capo delle Nazioni Unite ritiene che «E’ urgente aumentare gli investimenti nell’adattamento e nella resilienza ai cambiamenti climatici. I Paesi sviluppati devono mantenere il loro impegno a fornire almeno 100 miliardi di dollari all’anno in finanziamenti per il clima ai Paesi in via di sviluppo. Terzo, sono necessarie migliori capacità analitiche e di preallarme. Qualsiasi iniziativa di prevenzione dei conflitti deve tenere conto dei rischi climatici. Comprendere e anticipare gli effetti a cascata dei cambiamenti climatici rafforzerà il nostro lavoro sulla pace e la sicurezza».

Guterres ha anche chiesto che vengano sviluppati partenariati e iniziative che uniscanoapprocci locali, regionali e nazionali; «Dobbiamo sfruttare le competenze disponibili sul campo» e ha fatto l’esempio, della “Stratégie régionale de stabilisation, de redressement et de résilience des zones affectées par la crise Boko Haram” attuata nel bacino del lago Ciad dall’Unione africana, dalla Commission du bassin du lac Tchad .  dall’Onu e da altri partner e che presenta un approccio che integra azione umanitaria, sicurezza, sviluppo e resilienza climatica.

Inoltre, il Bureau des Nations Unies pour l’Afrique de l’Ouest et le Sahel, in collaborazione con l’International Organization for Migration (IOM), l’United Nations Framework Convention on Climate Change (Unfccc) e l’United Nations environment programme (Unep), ha lanciato una nuova iniziativa sui cambiamenti climatici, la sicurezza e lo sviluppo in Africa occidentale che promuove un approccio integrato e coordinato alla sicurezza climatica nella regione e sostiene la la Communauté économique des États de l’Afrique de l’Ouest, i governi e le organizzazioni regionali nei loro sforzi di riduzione del rischio.

Guterres ha concluso: «Combattere i conflitti e il terrorismo, in un contesto di cambiamento climatico, richiede investimenti duraturi. Tuttavia, e lo vediamo in particolare nel Sahel o in Somalia, le missioni africane di imposizione della pace sono spesso limitate nel loro spazio di manovra e affrontano grandi incertezze in termini di finanziamento. Più che mai, le operazioni di sostegno alla pace guidate dall’Unione Africana richiedono un mandato da questo Consiglio ai sensi del Capitolo VII e un finanziamento prevedibile garantito da contributi obbligatori, e vi invito a riconsiderare questo quanto prima».