La letalità delle temperature instabili e dell’inquinamento atmosferico è comparabile
In 20 anni, nel mondo oltre 1,75 milioni di decessi all’anno associati all’instabilità delle temperature
[4 Luglio 2022]
Eventi estremi come le ondate di caldo hanno un impatto negativo sulla salute umana, fino a portare alla morte degli individui più fragili, ma in pochi sanno che un aspetto sottovalutato dei cambiamenti climatici, l’irregolarità delle temperature, ha pesanti impatti sulla nostra salute e sulla mortalità mondiale, non ha finora ricevuto molta attenzione. E’ quelllo di cui si occupa lo studio “Global, regional, and national burden of mortality associated with short-term temperature variability from 2000–19: a three-stage modelling study”, pubblicato recentemente su The Lancet Planetary Health da un folto team internazionale di ricercatori e che fornisce un quadro più chiaro dell’onere globale della mortalità associato alla variabilità delle temperature. Sostenuto in parte dal progetto EXHAUSTION (Exposure to heat and air pollution in EUrope – cardiopulmonary impacts and benefits of mitigation and adaptation), finanziato dall’Ue, lo studio rivela il numero annuo di decessi legati all’instabilità delle temperature.
In un articolo pubblicato su Medical Xpress, l’autore senior dello studio, Yuming Guo della Monash University australiana, spiega che «I cambiamenti climatici sono una delle principali preoccupazioni per la sanità pubblica del XXI secolo. I nostri risultati dimostrano che la variabilità delle temperature incide sulla mortalità globale in modo analogo all’inquinamento atmosferico».
Come evidenzia il bollettino scientifico dell’Ue Cordis, «Lo studio mette in evidenza una tendenza crescente nell’irregolarità delle temperature a livello globale nel periodo compreso tra il 2000 e il 2019. Avvalendosi dei dati acquisiti dalla Multi-Country Multi-City Collaborative Research Network, una rete gestita dalla London School of Hygiene and Tropical Medicine, organizzazione partner del progetto EXHAUSTION, i ricercatori hanno approfondito l’associazione tra la variabilità della temperatura e la mortalità in 750 città situate in 43 Paesi o regioni».
E’ così che il team ha scoperto che, «Nel corso di questo periodo di 20 anni, oltre 1,75 milioni di decessi all’anno in tutto il mondo erano associati all’instabilità delle temperature. Inoltre, la maggior parte di Asia, Australia e Nuova Zelanda, ha registrato una percentuale di mortalità in eccesso superiore rispetto alla media globale». Per mortalità in eccesso si intende il numero di decessi che hanno avuto uno luogo durante una crisi oltre la quantità che ci si aspetterebbe in condizioni normali. Tra il tra il 2000 e il 2019, la percentuale di mortalità in eccesso a livello globale è aumentata di circa il 4,6 % ogni decennio.
Il team di ricercatori ha rilevato che il maggior aumento decennale si è verificato in Australia e Nuova Zelanda (7,3 %), seguite dall’Europa (4,4 %) e dall’Africa (3,3 %)».
Guo evidenzia che «Nel contesto odierno in cui le temperature stanno diventando sempre più instabili, è necessario adottare contromisure proattive per proteggere la salute umana dalla loro variabilità. Sono numerose le politiche che sono state sviluppate per affrontare la minaccia degli eventi estremi legati al clima, come ad esempio i sistemi di allerta per le ondate di calore e l’inquinamento atmosferico. Ciononostante, raramente queste politiche e strategie hanno l’obiettivo di contrastare gli impatti avversi sulla salute esercitati dalla variabilità delle temperature».
Lo staff di EXHAUSTION conclude: «Lo potrebbe contribuire alla sensibilizzazione del pubblico e a migliorare la comprensione relativa a questa problematica. Inoltre, mette in evidenza la necessità di azioni coordinate e di politiche più mirate per prevenire i decessi legati alla variabilità della temperatura, soprattutto nelle regioni più influenzate dalla loro instabilità».