La crisi climatica torna ad abbattersi sull’agricoltura italiana: «Danni da 300 milioni di euro»

Coldiretti: «Inizio autunno segnato da tempeste praticamente raddoppiate (+92%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con ben 127 eventi estremi»

[5 Ottobre 2020]

L’ultima ondata di maltempo che ha flagellato in particolare l’Italia del nord ha impattato duramente sulle campagne, dove il settore primario ha subito ingenti danni: il bilancio tracciato dalla Coldiretti parla di oltre 300 milioni di euro di danni all’agricoltura e all’allevamento fra strutture, macchinari, produzioni e animali.

L’ondata di maltempo che ha colpito duramente le campagne del nord Italia in Val d’Aosta, Liguria, Piemonte e Lombardia, facendo esondare fiumi con frane e smottamenti, con conseguente perdite. Ad esempio in Piemonte nella Valle Andasca, un intero gregge con centinaia di pecore e capre è stato travolto e ucciso dalla furia delle acque e del fango del torrente Toce; in Liguria nella provincia di Imperia  è stata persa quasi 1 oliva su 3 pronta alla raccolta, mentre l’esondazione del Roja ha distrutto canali per l’irrigazione, ponti e i tradizionali muretti a secco liguri; grave anche la situazione del riso nel triangolo d’oro tra Vercelli, Novara e Pavia in Lombardia si coltiva l’80% del riso in Italia con intere aziende agricole che sono state allagate proprio alla vigilia del raccolto con la perdita di un intero anno di lavoro.

«Sale dunque – testimonia la Coldiretti – il conto dei danni di un inizio autunno 2020 segnato da tempeste praticamente raddoppiate (+92%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con ben 127 eventi estremi tra nubifragi, grandinate, vento forte, tornado, bombe d’acqua secondo l’analisi della Coldiretti su dati dell’European severe weather database (Eswd) dal 21 settembre fino ad ora, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense che si abbattono su un territorio fragile. A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono».

Piemonte e Liguria, ad esempio, hanno ben il 100% dei comuni con parte del territorio a rischio idrogeologico secondo l’analisi Coldiretti sulla dati Ispra che evidenzia una percentuale di rischio è la più alta a livello nazionale dove sono 7275 i comuni complessivamente a rischio, il 91,3% del totale.