Greenpeace: «Isolare i Governi che sono venuti qui per distruggere il progresso»

La Cop26 sta affondando sulle sovvenzioni ai fossili: peggiora la bozza d’accordo sul clima

Wwf: «Fatti passi indietro, l’eliminazione dei sussidi inefficienti per i combustibili fossili è notevolmente più debole»

[12 Novembre 2021]

A poche ore dall’ipotetica conclusione della Cop26 di Glasgow, gli impegni internazionali sul clima si fanno se possibile ancora più rarefatti rispetto a quelli messi nero su bianco finora dai leader mondiali.

La nuova bozza di accordo pubblicata stamattina, oltre a non fissare obiettivi adeguati per la tutela del clima, non riesce neanche ad arginare le sovvenzioni ancora diffusissime a livello globale – come in Italia – a sostegno dei combustibili fossili.

«La bozza di un possibile accordo, che era stata presentata alla Cop26 è stata rivista e ha fatto passi indietro rispetto ad alcune aree chiave – spiegano dal Wwf – L’eliminazione accelerata dell’energia elettrica a carbone e dei sussidi inefficienti per i combustibili fossili è notevolmente più debole rispetto a quella del testo precedente, ma rappresenta comunque un segnale importante. Se vogliamo assicurarci di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C, è urgente l’eliminazione di tutto il carbone e di tutti i sussidi per i combustibili fossili, con delle scadenze precise per l’attuazione».

Non è neanche facile contabilizzare con precisione l’ammontare delle sovvenzioni, quando si parla di fonti fossili, ma tutte le stime prodotte presentano cifre ingenti.

Secondo le stime piuttosto conservative della Commissione Ue, in Italia ad esempio le sovvenzioni ai fossili arrivano a 5,5 miliardi di euro l’anno (vedi grafico in pagina, ndr), mentre il Fondo monetario internazionale (Fmi) innalza la cifra fino a 41 miliardi di dollari l’anno in Italia – e 5,9 trilioni di dollari a livello globale – prendendo come riferimento la differenza tra i prezzi pagati dai consumatori sui combustibili fossili e i  loro “prezzi efficienti” (ovvero i prezzi che dovrebbero includere tutti i costi sociali e ambientali legati agli utilizzi delle risorse fossili, assimilandone le esternalità negative che invece restano ad oggi un fallimento del mercato).

Nel mezzo a questi due estremi si collocano le stime fornite da Legambiente (34,6 mld di euro l’anno) e soprattutto quelle del ministero della Transizione ecologica: 17,7 miliardi di euro secondo l’ultimo Catalogo elaborato dal Governo, peraltro in cronico ritardo nella pubblicazione dei dati aggiornati.

Anche secondo la direttrice esecutiva di Greenpeace International, Jennifer Morgan, «la parte chiave del testo sull’abbandono del carbone e lo stop ai sussidi per i combustibili fossili è stata gravemente indebolita, ma è ancora presente e deve essere rafforzata prima che si chiuda il summit. Questa è una battaglia cruciale che non possiamo perdere. Nel frattempo siamo passati da “esortare” i governi a rafforzare i loro obiettivi climatici per il 2030 in linea con l’obiettivo di limitare il riscaldamento del pianeta entro 1,5°C, al semplice “richiedere” che lo facciano entro il 2022. Se già prima il testo non era abbastanza forte, ora è ancora più debole e va cambiato».

Ma ormai per migliorare l’accordo in uscita dalla Cop26 è rimasto pochissimo tempo. «La presidenza britannica – conclude Morgan – deve fare tutto il possibile per mantenere gli elementi più ambiziosi nell’accordo. Se prima le nazioni più ricche ignoravano ampiamente le richieste dei Paesi più poveri di ricevere sostegni finanziari per affrontare la crisi climatica, adesso iniziano a riconoscere che queste richieste devono essere soddisfatte. Ma non è abbastanza, i Paesi più ricchi devono aumentare le loro offerte di supporto e finanziamento. I negoziatori a Glasgow devono cogliere questa storica occasione, ma per farlo devono isolare i governi che sono venuti qui a ostacolare l’accordo e devono invece ascoltare le richieste dei giovani e delle nazioni più vulnerabili».